La sfida per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione corre più che mai, anche spinta dal rilancio post-Covid che necessita di un adeguato sviluppo dei fattori abilitanti per l’innovazione tecnologica. Grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il Governo ha attivato “Italia Digitale 2026” stanziando 6.71 miliardi di euro per le reti ultraveloci e 6.74 miliardi di euro per la PA.
Il momento è cruciale, ecco perché la Camera dei Deputati ha approvato una mozione parlamentare per impegnare il Governo a una trasparenza su tutta l’operazione cloud nazionale, che deve essere soggetta alla vigilanza pubblica.
Cloud per infrastrutture digitali pubbliche a prova di futuro
Gli obiettivi al 2026 sono ambiziosi: 75% dell’adozione del cloud nella PA, messa online dell’80% dei servizi pubblici, identità digitale per almeno il 70% della popolazione, sviluppo diffuso delle competenze digitali e copertura totale del paese con banda ultralarga.
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Punto centrale della strategia è proprio il rafforzamento delle infrastrutture digitali pubbliche e, quindi, il tema del cloud. Sono previsti un miliardo di euro per la migrazione dei servizi della PA in cloud e 900 milioni di euro per la realizzazione del Polo Strategico Nazionale, pensato per i dati più critici. Investimenti più che mai necessari se pensiamo, ad esempio, che ad oggi il 95% degli 11mila data center pubblici presenta delle carenze dei requisiti minimi di sicurezza.
A partire dal settembre 2021 diversi soggetti hanno avanzato soluzioni progettuali per la realizzazione del PSN e il 27 Dicembre 2021 il Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale ha selezionato la soluzione proposta dalla cordata Tim, CDP, Leonardo e Sogei. Secondo quanto riportato dal Ministero questo progetto “soddisfa in particolare i requisiti di completezza dei servizi cloud e di sicurezza dei dati “strategici” e “critici” della PA integrandosi con servizi di assistenza alla migrazione delle Pubbliche Amministrazioni e di formazione del personale della PA”. Chiusa questa fase si può passare alla vera e propria messa a gara, curata da Difesa Servizi S.p.A., in-house del Ministero della Difesa.
La mozione della Camera per il polo strategico nazionale
Data l’importanza di questo momento, la Camera dei Deputati ha approvato una mozione parlamentare per impegnare il Governo a:
- prevedere di aggiornare le commissioni parlamentari competenti attraverso una relazione dettagliata sull’espletamento delle procedure relative al PSN, con particolare riferimento all’eventuale coinvolgimento di partner extraeuropei date le preoccupazioni attorno alle norme Statunitensi note come “Cloud Act” e “Foreign Intelligence Surveillance Act”, con l’obiettivo di garantire l’autonomia tecnologica della piattaforma;
- assicurare che il Polo Strategico Nazionale sia sottoposto a vigilanza pubblica, in particolare sotto il controllo dell’Agenzia per la Cybersicurezza per quanto concerne le modalità di trattamento e localizzazione dei dati strategici e la gestione di chiavi e strumenti di crittografia per i dati pubblici e prevedere che i concessionari rispondano ai requisiti definiti dall’esercizio del Golden Power governativo;
- prevedere un’opportuna campagna di informazione pubblica sugli obiettivi perseguiti rispetto alla strategia cloud in generale.
Il Parlamento ha inoltre chiesto al governo un maggiore impegno nel supporto alla transizione digitale specie nei piccoli comuni e di investire maggiormente nella formazione delle nuove competenze, oltre che nelle attività di ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico, con anche l’obiettivo di stimolare le realtà produttive e far nascere nuove startup.
Non mancano i riferimenti all’attuale situazione di Tim. Come parlamentari abbiamo messo in rilievo l’impatto della potenziale acquisizione da parte del fondo KKR e della conseguente trasformazione aziendale, sia per quanto riguarda lo sviluppo delle reti, che anche rispetto alla diffusione del cloud. Questo processo non potrà prescindere da due pilastri fondamentali: tutela del lavoro e sicurezza nazionale.
In conclusione, possiamo affermare di avere intrapreso una buona strada per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, sostenuta adeguatamente dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, un percorso che ci aiuterà a colmare importanti gap con gli altri paesi europei. Come tutte le progettualità finanziate dal PNRR occorrerà però una sinergica e continua attività di vigilanza da parte di operatori e istituzioni per superare gli ostacoli e ottenere il migliore risultato possibile per il Paese.