Il 7 luglio si è tenuto l’evento di premiazione del Digital360Awards. Fa molto piacere osservare la nascita di questo tipo di iniziative, volte a premiare l’utilizzo di tecnologie digitali per portare innovazione a supporto sia delle Pubbliche Amministrazioni sia delle aziende in molteplici settori. Guardando alle tecnologie abilitanti, non possiamo che provare grande soddisfazione nell’osservare che l’Internet of Things (IoT) si sta affermando – anche in Italia – come la tecnologia abilitante per eccellenza: non è più protagonista solo di scenari “futuristici”, ma inizia a essere utilizzata concretamente per fare efficienza, migliorare i servizi esistenti o crearne di nuovi. Ben il 50% dei progetti vincitori (8 su 16) è basato su tecnologie IoT, principalmente per applicazioni di Smart City e Smart Retail: dai sensori per il monitoraggio in tempo reale del riempimento dei cassonetti per i rifiuti alla raccolta di informazioni sull’occupazione dei parcheggi lungo le vie cittadine (Smart City), fino alla piattaforma che sfrutta le opportunità offerte dalle tecnologie indossabili per comprendere le dinamiche alla base del comportamento d’acquisto dei clienti (Smart Retail).
Smart City e Smart Retail sono due ambiti in cui portare innovazione concreta e tangibile ha oggi un valore estremamente elevato per la competitività del Paese. Se guardiamo al contesto delle Smart City, lo scenario italiano è infatti ancora a luci e ombre: le nostre città in molti casi sono ben lontane dal poter essere definite realmente “smart”. Se da un lato la maggior parte dei comuni di medie e grandi dimensioni ha avviato negli ultimi anni iniziative Smart City, oltre la metà dei progetti è di piccola dimensione e fatica a superare la fase sperimentale. Oltre a ciò, solo il 30% dei comuni che ha avviato progetti Smart City l’ha fatto nell’ambito di programmi strutturati volti a migliorare la vivibilità, la sostenibilità e il dinamismo economico delle nostre città. Insomma, la strada da percorrere è ancora lunga: se da un lato è fondamentale lavorare sulle competenze della pubblica amministrazione, dall’altro lo sviluppo di iniziative e soluzioni concrete in grado di mostrare il valore che può essere ottenuto grazie all’innovazione digitale – come quelle premiate nel Digital360Awards – è un elemento essenziale.
Discorso per certi versi analogo vale per il Retail, settore che ancora manca all’appello nel mercato IoT in Italia. Sebbene qualche progetto sia già stato avviato (es. OVS, Vegé) e nonostante alcuni analisti internazionali disegnino per questo ambito un futuro di grandi progressi nell’ecosistema degli oggetti interconnessi, mancano ancora soluzioni applicative integrate che permettano, tramite l’utilizzo di beacon, tag RFId e dispositivi wearable, di migliorare l’esperienza d’acquisto del cliente in negozio. Ben vengano quindi iniziative su questo fronte.
Ci aspettiamo che tante altre (buone) idee innovative abilitate dalle tecnologie IoT possano ancora nascere in questi e altri ambiti applicativi, come la casa, la fabbrica, le utility, l’agricoltura. Già oggi esiste una pletora di prodotti/servizi dove non si riesce neppure lontanamente a immaginare una versione non connessa e queste innovazioni non fanno altro che fornire nuove idee e spunti a chi ha intenzione di adottare l’Internet of Things. Chi progetta prodotti complessi come un macchinario industriale, una nave, una automobile, ma anche prodotti semplici come un irrigatore, un giocattolo, un termostato, una macchina per il caffè non si chiederà più se il suo oggetto dovrà essere connesso o meno: la connettività degli oggetti è destinata a diventare pervasiva come l’Internet “tradizionale”.