l’analisi

Il ruolo delle cloud region italiane nella trasformazione di imprese e PA: fornitori e partner



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Oggi tutti i principali operatori globali hanno una o più regioni del proprio cloud pubblico in Italia, come in molti altri paesi d’Europa: per l’evoluzione del cloud in Italia diventa quindi importante valutare come i gestori del cloud pubblico lavorano con i partner per valorizzare le regioni nazionali

Pubblicato il 20 lug 2023

Gianluca Marcellino

Demand Officer, Comune di Milano



Cloud,Technologies,For,Download,,Servers,And,Service.,Big,Data,Storage.

Il cloud pubblico cambia pelle per adattarsi al nuovo ambiente socioeconomico: da oggi tutti gli hyperscaler principali hanno una regione italiana per integrarsi con il cloud sovrano. Queste regioni, e la collaborazione con i partner, aiuteranno tutte le organizzazioni italiane ad adottare il cloud.

Il cloud pubblico dall’epoca dei soldi gratis a oggi

Il cloud pubblico nacque, da Amazon, verso il 2006-2008: in pochi anni tutti i principali fornitori di servizi digitali in cloud offrirono al mercato la propria infrastruttura – potente, economica e gestita su scala mondiale con efficienza inarrivabile per un’azienda che abbia solo centinaia di migliaia di utenti. La offrivano in affitto (“subscription”, o abbonamento), permettendo di pagare solo quel che serve, quando serve.

Erano tempi di deflazione e globalizzazione, affittare infrastrutture a consumo risultava molto più economico che continuare a comprare e gestire piattaforme informatiche di proprietà. A preoccupare erano la novità e la perdita di controllo, con i loro rischi, e soprattutto la complessità di migrare al cloud. Chi pensava al rischio che i prezzi unitari potessero salire a lungo costringendo a minimizzare ferocemente i consumi nel nuovo ambiente?

Ora tutto è cambiato: torna l’inflazione, spinta dal costo dell’energia che queste infrastrutture divorano, ma soprattutto diventa sempre più forte l’esigenza di sovranità sulle infrastrutture e sui dati che contengono. Il cloud dei primi tempi, concentrato in pochissimi “megacentri” statunitensi o controllati da aziende statunitensi, affidava i dati a imprese certo competenti ed efficaci, ma sottoposte a leggi e autorità a noi estranee. Governi, pubbliche amministrazioni e mercati regolati (come i servizi finanziari e la sanità) chiedono il cloud sovrano: infrastrutture altrettanto grandi e ben gestite, ma collocate nel paese “nostro” e gestite da operatori di quel paese o almeno dell’Unione Europea. Infrastrutture normate come quelle “pubbliche” fisiche dell’altro secolo: strade, ferrovie, poste ed energia, telefono, radio e televisione.

Anche per adeguarsi a queste nuove esigenze, tutti gli hyperscaler principali hanno introdotto regioni nazionali, collocate nei singoli paesi. Queste regioni si integrano più facilmente con i cloud sovrani dei singoli paesi – e vedremo presto come su questo aspetto l’Italia sia oggettivamente all’avanguardia.
In più, essendo più vicine a chi ne consuma i servizi, queste regioni permettono a chi ha esigenze di velocità di elaborazione estreme di ridurre al minimo la “latenza”, una componente del tempo di attesa per una richiesta digitale che dipende dal tempo di viaggio dei segnali da una sede fisica all’altra.

Oggi tutti i principali operatori globali hanno una o più regioni del proprio cloud pubblico in Italia:

  • AWS ha una regione italiana dal 2020, a Milano,
  • Oracle una, pure a Milano, da dicembre 2021,
  • Google ne ha due, a Milano dal 2022 e a Torino da marzo 2023,
  • Microsoft ha appena lanciato la propria in Lombardia.

Tutto è quindi pronto per una nuova fase di adozione del cloud. Il nuovo cloud, più attento alle esigenze a lungo termine e quindi avviato su un percorso di sostenibilità, potrà finalmente essere l’ambiente adatto perché tutte le organizzazioni grandi e piccole, pubbliche, private e del terzo settore possano adottarlo, ciascuna a sua misura.
Per questo saranno ancora più importanti di prima i partner dei grandi hyperscaler, quelli che in quindici anni di migrazioni con i loro clienti hanno accumulato le esperienze necessarie ora per adottare il nuovo cloud ibrido tra pubblico e sovrano, tra infrastrutture di proprietà e infrastrutture in abbonamento.

Il peso  di questi partner nell’ecosistema digitale del nostro paese è elevatissima: tra il 30 e il 50 per cento del fatturato degli hyperscaler (secondo una nostra stima su indicazioni di alcuni di loro) viene da clienti che l’operatore, per quanto presente sul mercato italiano, gestisce esclusivamente tramite questi partner!

Come ogni hyperscaler lavora con i partner per le regioni cloud italiane

Per la velocità e il successo dell’adozione del cloud in Italia diventa quindi importante valutare come gli hyperscaler lavorano con i partner per valorizzare le regioni nazionali.

Amazon Web Services

In Italia come in tutto il mondo occidentale, AWS ha valorizzato il vantaggio di essere stato il primo a partire con l’offerta di cloud pubblico per le infrastrutture. I primi grandi e grandissimi clienti a scegliere il cloud pubblico lo fecero con AWS quando i concorrenti erano ancora di là da venire, o appena partiti. Anche per questo, il cloud AWS è stato il primo per il quale si sia posta l’esigenza di una regione locale per l’Italia, e il primo ad attivarne una.

Come ogni gestore di cloud pubblico, AWS offre ai partner un programma di incentivi e strumenti ricco e articolato. Diversamente da alcuni dei gestori che descriveremo più oltre, AWS ha scelto di mantenere il programma neutro rispetto alla regione usata. Quindi oggi AWS e i suoi partner scelgono di realizzare progetti specificamente nella regione italiana in funzione di specifiche esigenze del cliente, altrimenti si affidano alla capacità del cloud pubblico di collocare dinamicamente le applicazioni attive nelle regioni più opportune a seconda della situazione, un elemento di flessibilità che è caratteristica qualificante del cloud.

Anche dal punto di vista del rapporto con i partner, AWS sembra aver scelto di rimanere neutra nel proporre la regione italiana. Diversamente da tutti gli altri gestori di cloud pubblico, fin dall’annuncio del lancio della regione italiana AWS ha puntato più sulle caratteristiche del servizio offerto e sull’importanza degli investimenti, che sul ruolo particolare di qualche partner specifico. Naturalmente AWS, come ogni grande operatore tecnologico, ha anche in Italia partner di assoluta eccellenza.

Google Cloud

Google è stato il primo tra i grandi erogatori di servizi in cloud pubblico a proporre due regioni in Italia, rispettivamente a Milano e a Torino. I partner ingaggiati e citati esplicitamente nelle comunicazioni pubbliche sono sia system integrator, locali e globali, sia fornitori indipendenti di software SaaS.

La lista dei partner che Google Cloud coinvolse fin dal lancio della propria regione italiana mostra due particolarità:

  • Tra i partner compare SAP, uno dei più grandi fornitori di soluzioni software gestionali SaaS, che propone anche un’offerta di cloud pubblico. In Italia, SAP ha scelto finora di affidarsi alle regioni nazionali di Google ed altri. Le soluzioni SAP vengono infatti implementate anche sul cloud pubblico degli altri operatori principali, come AWS e Microsoft, comprese naturalmente le loro regioni nazionali.
  • TIM, l’operatore di telecomunicazioni italiano, assume un ruolo particolare, e chiave, che non trova riscontro altrettanto esplicito nelle regioni cloud nazionali di AWS, Oracle o Microsoft: fornire le infrastrutture delle due regioni.

A tutti i propri partner, Google Cloud offre un programma di strumenti e incentivi ampio e articolato in funzione del modello di business, del livello di competenza e di tante altre dimensioni. Ogni partner che ha accesso a Google Cloud lo ha per tutte le regioni, senza incentivi particolari per regioni specifiche. L’unica differenza concreta, valida per tutti i partner e i clienti del mondo, è che regioni diverse hanno costi diversi, in funzione dei costi di gestione dell’infrastruttura nel paese corrispondente.

Oracle

Oracle è famosa soprattutto per le sue infrastrutture hardware e software ad altissime prestazioni e sicurezza, in particolare per quella dimensione qualificante del digitale che è la gestione e valorizzazione di grandissime quantità di dati per decisioni tempestive e processi dinamici. Questo vale da decenni, molto prima della nascita del cloud pubblico.

Per questo, ognuno dei grandissimi operatori generalisti, AWS, Google e Microsoft, ha innanzitutto voluto e dovuto dimostrare di supportare le soluzioni di Oracle in maniera ottimale, e si è dato l’obiettivo commerciale di portare verso il proprio cloud le soluzioni Oracle che clienti e partner avevano realizzato in sedi proprie.

Quando Oracle ha introdotto la propria offerta di cloud pubblico, Oracle Cloud Infrastructure (OCI), ha fatto tesoro dell’esperienza sviluppata precedentemente da e con gli altri operatori, e ha scelto di posizionarla inizialmente a integrazione di quelle degli altri più diffusi, in un ruolo chiave e in una prospettiva multicloud – quella dei clienti e partner, soprattutto i più grandi, che scelgono di adottare il cloud di più operatori contemporaneamente, per flessibilità e per ridurre la dipendenza da ciascun fornitore. Quello Oracle è dunque un cloud “di seconda generazione” particolarmente votato al supporto di applicazioni mission-critical, quelle che devono rimanere attive il più possibile perché quando si fermano, si ferma l’intero business che le usa. Tra queste, naturalmente, in particolare le applicazioni di gestione dei dati.

Le soluzioni cloud OCI e Microsoft si integrano e si completano in maniera particolarmente stretta, anche in seguito ad una partnershipdi interconnessione nativa tra cloud che i due operatori hanno definito già nel 2019 e prevede un meccanismo di interconnessione a bassissima latenza. Un altro esempio di questa integrazione è l’interoperabilità nativa tra i sistemi di autenticazione dei due cloud, per cui una persona che si autentica a Microsoft Azure risulta immediatamente autenticato anche a servizi OCI, e viceversa. Questo vale naturalmente anche per la regione italiana di Oracle, ora che la affianca una regione italiana di Microsoft. Questa combinazione è stata adottata da diversi clienti importanti: due annunciati pubblicamente che hanno scelto di adottare OCI e Azure insieme sono il gruppo assicurativo internazionale Reale Group – in Italia Reale Mutua – e TIM Brasil.

Per quanto riguarda il rapporto con i partner, Fabio Sanginesi, Country Leader Alliance & Channel di Oracle per il cloud infrastrutturale, ha spiegato: “Oracle ha da tempo una strategia partner-centrica per le implementazioni cloud, premiante per i partner più certificati, e la gamma di servizi cloud IaaS e PaaS offerta loro è quanto mai ampia. In particolare, per gli outsourcer, abbiamo lanciato una formula denominata ‘Alloy’ che permette di offrire un set completo di servizi cloud, brandizzare e personalizzare l’esperienza dei propri clienti, e offrire servizi ed applicazioni a valore aggiunto per soddisfare le esigenze specifiche dei diversi mercati e settori verticali. Inoltre, i partner possono utilizzare Alloy in modo indipendente nei propri data center e avere il pieno controllo della propria operatività per soddisfare requisiti normativi specifici”.

Per integrarsi con il cloud sovrano, Oracle ha già allestito un “regno” (“sovereign cloud realm” in inglese) dedicato ai requisiti più stringenti di sovranità e controllo dei dati da parte delle pubbliche amministrazioni dell’Unione Europea o di grandi aziende come quelle del settore finanziario. È appena (giugno 2023) stato attivato attraverso due regioni cloud sovrane, a Madrid e a Francoforte, gestite autonomamente da entità europee, connesse tra loro e isolate dalle regioni cloud Oracle “normali” già esistenti in Europa.

Un’altra peculiarità della offerta Oracle, significativa per tutti i partner e i clienti, è che, diversamente da Google e da Microsoft, il prezzo di ciascun servizio è uguale in tutte le regioni anziché variare in funzione dei costi di gestione locali, rendendo economicamente indifferente la scelta di una regione particolare.

Microsoft

Il 5 giugno 2023, ultima tra i grandi hyperscaler, Microsoft Italia ha lanciato la sua prima regione cloud in Italia: “ItalyNorth”, in Lombardia. Al lancio ha sottolineato il proprio impegno per promuovere la trasformazione digitale e l’innovazione sostenibile del Paese, offrendo alle organizzazioni italiane l’accesso a servizi cloud scalabili, sicuri e resilienti, garantendo i massimi livelli di sicurezza, privacy e performance, e contribuendo ad accelerare la transizione digitale di imprese e pubbliche amministrazioni del territorio.

Nel clima economico e geopolitico attuale, è significativo che Microsoft evidenzi anche le proprie capacità di gestione dell’energia, come elemento distintivo che la aiuterà a controllare gli aumenti di costo e le necessità di riduzione dei consumi, a vantaggio proprio e dei propri partner e clienti. In questo ambito, la nuova regione cloud italiana nasce naturalmente all’avanguardia anche rispetto a quelle Microsoft precedenti.

Tra le varie regioni in Europa, quella italiana si distinguerà per almeno due aspetti importanti:

  • ItalyNorth sarà tra le più grandi e importanti d’Europa, servendo anche partner e clienti di molti altri paesi, come oggi le regioni irlandese e olandese. A regime sarà tra quelle che ospiteranno tutti i servizi cloud di Microsoft, e tra le prime ad erogare i nuovi servizi via via che verranno lanciati.
  • Già oggi viene prototipato in Italia prima di erogarlo in tutto il mondo un servizio fondamentale proprio per l’integrazione con il cloud sovrano: Microsoft Cloud for Sovereignty. Annunciato nel 2021 e sviluppato con un partner italiano, Leonardo, il servizio è stato progettato per il Polo Strategico Nazionale, il cloud sovrano destinato ad erogare e proteggere le risorse e i servizi critici della pubblica amministrazione italiana.

Forse anche per recuperare il tempo concesso agli altri hyperscaler nell’introduzione di una regione italiana, Microsoft ha costruito un’alleanza dedicata proprio a sviluppare questa regione e accelerare la modernizzazione delle infrastrutture nazionali: un gruppo di partner scelti con i quali aiutare e incentivare i clienti ad adottare i servizi cloud in questa regione.

“Ambizione Italia Cloud Region Partner Alliance” nacque a marzo 2022 con 7 partner fondatori:

  • 6 system integrator e outsourcer di livello nazionale o globale, attivi sia con le grandi e medie imprese, sia con le pubbliche amministrazioni centrali e locali, e
  • un grande produttore nazionale di software gestionali.

Nel tempo si sono aggiunti all’alleanza diversi altri partner con ruoli simili, fino ad aprile 2023 quando l’alleanza si è allargata a 32 operatori.
In questa seconda fase sono entrati i primi rappresentanti di tre nuove categorie di partner:

  • i distributori,
  • le aziende di telecomunicazioni e
  • i system integrator specializzati, completamente dedicati alla piattaforma Microsoft.

L’alleanza arriva così a comprendere una quota molto significativa dei grandi partner che in Italia aiutano le organizzazioni nella digitalizzazione e in particolare nell’evoluzione verso il cloud. Sarà utile seguire come questa organizzazione aiuterà Microsoft e tutte le imprese italiane a semplificare e accelerare l’adozione del cloud pubblico, integrato con quello sovrano e con le infrastrutture di proprietà di ciascuna organizzazione.

Alcuni casi specifici nell’ecosistema di partner Microsoft

Vediamo ora alcuni primi esempi di come diversi partner stiano scegliendo insieme a Microsoft di sviluppare la propria attività a sostegno dell’evoluzione profonda che grazie anche alle regioni cloud nazionali il cloud pubblico deve compiere oggi in Italia, Ci sono decine di altre esperienze significative, altrettanto variegate, con Microsoft e con ciascuno degli hyperscaler, che potremo approfondire successivamente.

Computer Gross

Computer Gross è uno dei distributori che hanno scelto di aderire a questa speciale alleanza e collaborare con Microsoft alla valorizzazione della regione cloud ItalyNorth in maniera particolarmente strutturata.

I distributori come Computer Gross hanno molti ruoli, quello fondamentale ai nostri fini qui è di aiutare altre organizzazioni, come i rivenditori a valore aggiunto, i system integrator e gli outsourcer, ad abbracciare grandi innovazioni e opportunità nuove e potenzialmente complesse, come quella del cloud in generale ed oggi naturalmente in particolare quella delle regioni nazionali.
Questo ruolo è particolarmente importante per le piccole e medie imprese tecnologiche, partner diretti dei distributori, che servono soprattutto clienti finali di dimensioni analoghe, con i quali condividono l’utilità di affidarsi a terzi, come appunto i distributori, per cavalcare le evoluzioni tecnologiche come appunto l’adozione del cloud.

Tra i grandi distributori, Computer Gross è l’unico completamente gestito in Italia. Questo, e il fatto di aver praticamente creato il settore della distribuzione in Italia, dove furono i primi a svolgere questo ruolo già decenni fa, ne hanno potenziato il radicamento sul territorio, fondamentale per il mercato delle PMI.

Oggi Computer Gross sta cavalcando la sinergia tra il proprio radicamento in Italia e la novità del cloud Microsoft italiano per educare i propri numerosissimi partner ai benefici gestionali ed economici, oltre che tecnologici, di Azure e del cloud in generale. È in corso un programma di sessioni online e in presenza, con il coinvolgimento diretto dei referenti di Microsoft per la regione cloud ItalyNorth, oltre naturalmente al supporto commerciale e tecnico che il distributore offre ai propri partner per la valutazione e l’avvio di progetti in ambiti nuovi. La formazione combina per scelta aspetti tecnici e commerciali in una stessa sessione: servono infatti entrambi allo stesso momento, ad esempio per identificare e quantificare i vantaggi economici di una soluzione in cloud, che ha una struttura di costi molto diversa da quella di un parco di server e software tradizionali, e richiede capacità di ottimizzazione nel continuo, soprattutto al variare dell’offerta commerciale dell’operatore cloud.

Nell’immediato, mentre ItalyNorth prende l’avvio, per Computer Gross far parte dell’alleanza dedicata a questa regione vuol dire avere, e poter condividere con i propri partner, priorità nell’accesso alle risorse via via disponibili. Anche questo aiuterà le piccole e medie imprese italiane a cogliere il momento di evoluzione dell’offerta cloud per abbracciarla tempestivamente.

Proge-Software, un system integrator dedicato alla piattaforma Microsoft

Proge-Software è uno dei system integrator che scelsero fin dalla propria fondazione di concentrare le proprie competenze, la ricerca, lo sviluppo di soluzioni e prodotti innovativi sulla piattaforma Microsoft, considerata la miglior scelta per raggiungere il massimo livello di eccellenza possibile. Per Microsoft questo segmento di partner è stato un modello per decenni, e rimane uno dei più innovativi e importanti per l’influenza che questi partner specializzati hanno sul mercato, spesso adottando per primi le nuove soluzioni che Microsoft propone.

Come altri partner di questa categoria, Proge-Software ha aderito all’alleanza Microsoft per la regione ItalyNorth con la seconda ondata, quella di aprile 2023.

La loro scelta è stata di usare il lancio di una regione cloud Microsoft italiana, come altre grandi novità proposte da Microsoft in Italia e nel mondo, per avviare iniziative che possano valorizzare al meglio, per Proge-Software e per i loro clienti, i benefici della novità ed accelerarne l’adozione.

Un esempio delle iniziative con cui Proge-Software sta facendo leva sull’introduzione della regione cloud Azure italiana è 3P, o Proge Power Platform. Si tratta di una soluzione ingegnerizzata con cui organizzazioni anche molto complesse permettono ai propri collaboratori, esperti o meno, di realizzare soluzioni di accesso alle informazioni aziendali con poco o nessun uso di linguaggi di programmazione. È questa la vocazione naturale del Power Platform Microsoft, che Proge Software completa con strumenti e processi strutturati che permettono all’organizzazione di mantenere il controllo su quello che ciascun utente fa, per esempio imponendo standard e proponendo modelli dai quali partire per sviluppi ancora più veloci ed omogenei.

Proge-Software aveva già ingegnerizzato 3P da qualche mese, a partire da esperienze di successo con grandi clienti anche internazionali. La disponibilità della regione ItalyNorth è un’occasione per potenziare la rilevanza di 3P in particolare per le pubbliche amministrazioni italiane, che grazie all’esistenza di una regione nazionale potranno conferire con maggior tranquillità sul cloud sia i propri dati, sia i risultati ottenuti con 3P.

Come in tante occasioni precedenti, Proge-Software si attende da Microsoft collaborazione per proporre insieme le sue soluzioni SaaS a clienti comuni, in Italia e all’estero, anche tramite il marketplace di Azure, in un modello di collaborazione collaudato negli anni ed ora esteso alla regione cloud Microsoft italiana.

Prometeia: un fornitore di applicazioni SaaS tutto italiano

Prometeia, società da oltre 1,000 professionisti con sedi in Italia, Svizzera, Austria, UK, Turchia ed Egitto e clienti in oltre 20 Paesi, da quasi 50 anni mette a disposizione consulenza, dati, ricerca e software in ambito financial services. Oggi sta accompagnando banche e intermediari nel loro processo di digitalizzazione e transizione al cloud, costantemente evolvendo a sua volta la propria offerta di servizi e soluzioni.

In questo percorso, Prometeia considera il cloud una delle tecnologie abilitanti, ormai indispensabile per dare valore nel continuo ai propri clienti con soluzioni innovative, scalabili e sicure. Per farlo, crede fortemente nella crescita costante di competenze e professionalità per sostenere l’evoluzione del proprio portfolio software cloud. 

Anche grazie alla collaborazione strategica con i principali cloud provider, a una costante collaborazione tecnica e all’accesso a programmi di formazione personalizzata, Prometeia sta infatti rapidamente arricchendo la propria offerta cloud “as a service”: Microsoft Azure è diventata la piattaforma cloud di riferimento per un ampio spettro di soluzioni, dalla suite di Balance Sheet Management alla piattaforma “aperta” per la gestione dei modelli fino ai servizi di Climate Change Risk Management, sempre più richiesti al giorno d’oggi, anche dai regolatori, alle banche.
Per altre delle proprie soluzioni, Prometeia collabora in particolare con AWS.

La vicinanza e la localizzazione geografica delle regioni cloud in Italia, poi, aprono a nuove opportunità e scenari di integrazione che agevolano l’adozione del cloud con soluzioni SaaS in contesti, come quello dei financial services, dove massima è l’attenzione sugli elementi di compliance, sicurezza, resilienza e continuità dei servizi.

Una sinergia vincente, come spiega Andrea Partesotti, Managing Director di Prometeia: “Tra i grandi vantaggi della partnership con Microsoft ci sono le iniziative congiunte per l’accesso ai nuovi mercati: grazie alla potenza della piattaforma commerciale e alla capillarità della rete di partner Microsoft, potremo fare leva sulle competenze e le skill maturate in tanti anni con i nostri attuali clienti per favorire una ulteriore crescita a livello internazionale, mettendo allo stesso tempo a disposizione di Microsoft la nostra esperienza per esplorare nuovi segmenti con nuovi progetti di innovazione per i clienti”.

Conclusioni

Questa rassegna della situazione delle regioni cloud italiane dei grandi erogatori di servizi cloud pubblici evidenzia che:

  • Il cambiamento del clima socioeconomico europeo e nel mondo occidentale sta portando a ripensare motivi e benefici dell’adozione del cloud. Nel nuovo clima, aumenta l’importanza delle regioni cloud nazionali che oggi tutti i principali hyperscaler offrono anche in Italia.
  • In Italia in particolare, iniziative all’avanguardia del cloud “sovrano” europeo, come il Polo Strategico Nazionale, stanno stimolando l’evoluzione dell’offerta. Questa evoluzione sta rendendo i servizi di cloud pubblico ancora più rilevanti per le organizzazioni italiane che avviano o proseguono la propria migrazione al cloud.
  • Il ruolo dei partner è essenziale per permettere alle imprese, amministrazioni pubbliche e organizzazioni senza scopo di lucro di valorizzare appieno la nuova fase del cloud pubblico, più attenta alle esigenze a lungo termine di sostenibilità e sovranità, completando con rapidità e sicurezza l’adozione del cloud anche proprio grazie alle regioni nazionali.
  • Ciascun hyperscaler fa scelte diverse nel definire, sviluppare e soprattutto  comunicare i ruoli specifici di partner particolari.

In approfondimenti successivi potremo esaminare i ruoli che alcuni partner assumono nella gestione delle regioni cloud italiane, le tendenze che si stanno delineando e soprattutto le questioni che erogatori di servizi cloud pubblici e partner devono ancora affrontare, grazie anche ad altri esempi concreti e diversificati di partnership.

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