Frequenze

Il wireless alternativo va verso l’ultra banda larga, ma ha fame di spettro

Ecco l’esperienza di Ngi, tutta italiana. L’anno prossimo la tecnologia consentirà un passo avanti: sistemi di beam-forming per sfruttare le tecniche di MU-MIMO e quindi velocità a 50 Megabit per utente. Significa soddisfare senza la fibra un obiettivo dell’Agenda digitale. Ora però Agcom e il ministero dello Sviluppo economico devono liberare le frequenze necessarie

Pubblicato il 23 Giu 2014

Oggi in Italia più di 120 mila persone si collegano a Internet in wireless con EoloWave (quindi considerati i circa 400 mila utenti WiMax, sono mezzo milione quelli che usano una tecnologia wireless alternativa al 3G/4G e simile per esperienza d’uso all’Adsl, Ndr.). Indipendentemente dalla presenza del doppino di rame o della fibra ottica.

E’ il risultato ottenuto da Eolo, con otto anni di continuo sviluppo sul campo di una architettura innovativa dove Ngi ha selezionato e riversato il meglio delle tecnologie wireless broadband disponibili, con l’obiettivo di offrire un servizio di connettività dati anche nelle zone in digital divide.

La genesi

La tecnologia EOLOwave, in netta controtendenza rispetto a quanto fanno gli operatori tradizionali di telecomunicazioni, è stata interamente sviluppata sotto il continuo e diretto controllo di Ngi, dalla progettazione, alla realizzazione tecnica, sino alla fase di esercizio vero e proprio.

Lo sviluppo è partito da uno studio dei protocolli definiti dagli organismi di standardizzazione (802.11 e 802.16) nelle diverse varianti in funzione dell’obiettivo di fondo di fornire connettività broadband di elevata qualità e affidabile. La tecnologia consente di mantenere un perfetto controllo della stato della rete e dei servizi forniti al singolo cliente e di assicurare la massima scalabilità, sia in termini quantitativi, sia di specifiche performance dei servizi.

Partendo da questi presupposti Ngi ha selezionato un partner tecnologico, Cambium Networks (ex divisione di Motorola) con cui ha definito specifici protocolli di interfaccia aria e MAC che hanno permesso di ottenere funzionalità e performance di livello assoluto nel settore: un’efficienza spettrale superiore a 6 bps/Hz, l’impiego di canali con ampiezza fino a 20 MHz e modulazioni in up e down-link QAM a 256 livelli.

Per una gestione ottimale del traffico IP, si è poi proceduto all’adattamento del protocollo MAC, sempre con l’obiettivo di rendere la piattaforma perfettamente funzionale alle applicazioni FWA (Fixed Wireless Access). Un adattamento che ha consentito di alleggerire il traffico eliminando al contempo informazioni non necessarie nell’ambito dello specifico utilizzo (come per esempio la mobilità e la retrocompatibilità).

Lo sviluppo della tecnologia EOLOwave ha naturalmente dovuto tenere conto delle normative in essere, ispirate sostanzialmente ad un principio di neutralità rispetto alle implementazioni delle architetture e che detta solo le linee guida necessarie alla coesistenza tra diversi sistemi.

EOLOwave è quindi un protocollo nato dalla specifica esperienza di un operatore che, insieme ad un vendor specializzato, ha sviluppato una soluzione che incorpora solo ciò che è realmente funzionale all’offerta di connettività ad elevatissima efficienza ed affidabilità, attraverso una rete scalabile in modo semplice e veloce, e su cui è possibile un controllo totale e soprattutto efficace.

Banda ultra larga wireless e fame di spettro

La piattaforma di NGI resta in continua evoluzione, per il 2015 sono allo studio sistemi di beam-forming che permetteranno di sfruttare le tecniche di MU-MIMO, ossia la generazione di più fasci per poter trasmettere informazioni diverse destinate a utenti diversi sullo stesso canale e nello stesso istante, supportando ampiezze di canale fino a 40 MHz. Il risultato finale sarà un’efficienza spettrale di 18 bps/Hz che garantirà una velocità per l’utente nell’ordine di 50 Mbps simmetrici, ben oltre quindi rispetto all’obbiettivo fissato dell’agenda digitale di 30 Mbps entro il 2020.

Fondamentale per la diffusione di questa tecnologia con un ruolo potenzialmente centrale nella lotta al digital divide, saranno le decisioni che verranno prese da Agcom e Ministero dello Sviluppo Economico in merito all’impiego dello spettro radio. Le applicazioni FWA richiedono specifiche risorse in termini di frequenze e sarebbe davvero auspicabile che l’introduzione di nuove logiche di assegnazione, anche basate sullo shared access, potesse aprire le porte ad un utilizzo efficiente della banda tra i 3 GHz e i 6 GHz, che adesso non sono utilizzate per il Fixed Wireless contrariamente a quanto previsto dalle indicazioni della Commissione.

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