Nell’Ordine degli Ingegneri già si coglie molto bene l’esigenza della fabbrica 4.0. Ovvero come il sistema italiano possa proiettarsi, in particolare verso le PMI, partendo dalla reingegnerizzazione dei processi produttivi. E’ quanto si è percepito a Palermo nei giorni scorsi al 61esimo Congresso Nazionale degli Ingegneri, al Teatro Massimo.
Serve trovare tutti assieme, imprese e professionisti, una via italiana alla industry 4.0, la più grande sfida che l’Europa ci lancia con un investimento di 50 miliardi di € da qui al 2020.
Da Palermo inizia quindi un confronto tra professionisti e imprese, per fare squadra assieme al governo e alle associazioni di categoria sulla strada della digital transformation.
Ma vediamo nel dettaglio come gli ingegneri italiani affrontano concretamente il tema, prendendo spunto dalle loro interessanti mozioni congressuali.
Gli ingegneri in premessa si pongono l’esigenza, verso il loro interno, che il loro Consiglio Nazionale definisca un quadro chiaro dello “stato dell’arte” della Manifattura 4.0 e della Digital Transformation in Italia elaborando, conseguentemente, una propria visione prospettica di breve-medio periodo (obiettivi da perseguire, linee di azione esperibili, tenuto conto del contesto nazionale e di quello internazionale). Il tutto puntando alla elaborazione di una propria visione strategica del fenomeno, con una prospettiva internazionale, ovvero che vada al di là di ciò che accade in Italia.
Poi sottolineano come la digitalizzazione dei processi e la Manifattura 4.0 presuppongono un processo continuo di adeguamento delle competenze, anche in ambito tecnico. E quindi stimolano il CNI a promuovere e sostenere percorsi di formazione continua in questo ambito specifico, in particolare divenendo parte attiva di piani formativi promossi da enti bilaterali, inserendosi, sempre più nei circuiti dei Fondi interprofessionali ed operando attraverso la Scuola di formazione per l’ingegneria. Quindi la formazione e i nuovi skill fondamentali nella logica Fabbrica4.0.
Poi gli ingeneri si sono addentrati in aspetti tecnici di categoria, con il BIM (Building Information Modelling) che è una delle espressioni più evidenti di digital transformation, con un impatto diretto sulla figura dell’ingegnere. In sostanza un contenitore digitale di informazioni sull’edificio,in cui inserire dati grafici (come i disegni) e degli specifici attributi tecnici (come schede tecniche e caratteristiche) anche relativi al ciclo di vita previsto.
Insomma un’integrazione di processo nella logica della Fabbrica4.0.
Ebbene, dicono gli ingegneri, il BIM imporrà progressivamente un salto culturale nel modo di operare dell’ingegneria, perchè impone canoni nuovi di progettazione e l’attivazione di nuove competenze, che peraltro non riguardano solo gli ingegneri civili, ma anche quelli operanti in ambito industriale e gli ingegneri dell’informazione.
Anche qui gli ingegneri sentono l’esigenza di nuovi percorsi informativi, attraverso percorsi formativi che consentano all’ingegneria italiana di affrontare nel modo più appropriato ed efficace un cambiamento di paradigma della professione particolarmente incisivo.
Poi gli ingegneri affrontano il tema della dissemination, del fare nuova cultura, scommettendo su un’azione rapida di indirizzo e di stimolo verso i tanti Ordini territoriali per far acquisire maggiori competenze in materia di Manifattura 4.0 e Digital Transformation, puntando a far diventare i diversi Ordini provinciali soggetti proattivi nel proprio territorio di riferimento: nelle relazioni con i nuovi incubatori di innovazione quali FabLab (Fabrication Laboratory) e Innovation Lab, oltre che con le Università e centri di ricerca, nella logica dell’Open innovation.
Infine vogliono porsi come obiettivo di breve periodo una maggiore focalizzazione sul terzo settore (ingegneria dell’informazione) che sarà sempre più protagonista dei processi legati alla Manifattura 4.0 e della Digital Transformation.
Su queste premesse – dette a Palermo – nasce quindi su tutto il territorio nazionale un confronto tra imprese dei servizi innovativi e i professionisti dell’ingegneria, per fare squadra assieme al governo e alle associazioni di categoria sulla strada della digital transformation.
D’altronde, se la base della fabbrica 4.0 è la re-ingenirizzazione dei processi produttivi, é evidente come sia decisivo, in questa partita, proprio il ruolo degli ingegneri italiani.