reti e sviluppo

Italia connessa, Infratel: “ecco che ci aspetta nel 2025”



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L’Italia accelera nella digitalizzazione grazie a investimenti strategici per migliorare connettività e ridurre il digital divide, con progetti come Italia 1 Giga e il Piano Isole Minori che garantiscono inclusione digitale a tutto il territorio

Pubblicato il 25 mar 2025

Alfredo Maria Becchetti

presidente Infratel Italia



infrastrutture digitali in Italia

La digitalizzazione e le nuove tecnologie stanno ri-definendo e re- interpretando ampi aspetti della nostra cultura: il modo in cui lavoriamo, comunichiamo e creiamo valore sociale.

La crescente necessità di infrastrutture digitali in Italia

L’impatto dell’intelligenza artificiale, il cloud computing, le reti ultraveloci – fibra, 5G, satelliti -, le nuove tecnologie da un lato e la crescente richiesta di connettività da parte di cittadini, pubbliche amministrazioni e territori anche isolati dall’altro hanno accelerato in maniera consistente l’urgenza di una transizione digitale condivisa.

Tutti questi aspetti richiedono infrastrutture digitali adeguate e in grado di evolvere rapidamente, creano nuove opportunità per il Paese e anche percorsi innovativi e progetti ambiziosi. Infratel Italia è un attore protagonista delle prossime sfide digitali, soggetto attuatore per conto del Governo per la banda ultra larga in Italia e dei piani strategici finanziati dal PNRR per la digitalizzazione del Paese.

A questo punto, è necessaria una analisi sullo stato attuale delle infrastrutture digitali e le implicazioni sociali ed economiche di tale processo, guardando alle criticità emergenti e l’insieme di azioni e strategie necessarie per assicurare un futuro inter-connesso, sostenibile e sicuro.

Stato attuale delle infrastrutture digitali in Italia

L’Italia affronta una fase cruciale nella modernizzazione delle infrastrutture del Paese. Infatti, stiamo assistendo a una accelerazione della transizione digitale, grazie anche a ingenti investimenti strategici per migliorare la connettività e ridurre il digital divide, così come risorse per promuovere innovazione e inclusione. Permane la necessità di superare le criticità sulle aree rurali, causate da ostacoli di varia natura, dai ritardi nei permessi di scavo, alla carenza di manodopera qualificata nel settore telco, la scarsa collaborazione tra operatori privati e, da ultima, la orografia del Paese.

Progressi raggiunti nelle infrastrutture digitali in Italia

La visione che restituiamo oggi sullo stato di salute della digitalizzazione è, però, di natura ottimistica e premia lo sforzo che il Governo e i singoli soggetti attuatori hanno investito e continuano a investire nel settore delle infrastrutture. Secondo l’ultimo aggiornamento dei dati della Broadband Map effettuato da Agcom e utile ai fini dell’elaborazione dell’indice DESI della Commissione Europea, la copertura FTTH in Italia ha registrato un incremento notevole, con il passaggio dal 59,6% al 70,7% delle famiglie residenti. Un altro dato incoraggiante riguarda la diffusione territoriale della fibra, poiché la rete in fibra ha raggiunto ad oggi oltre l’89% dei comuni italiani. In maniera analoga, anche le Piccole e Medie Imprese (PMI) registrano un dato favorevole in termini di connettività: la copertura è passata dal 49% al 59%, come emerge dallo stesso report.

A questa mappatura, che restituisce l’istantanea del nostro Paese, è utile aggiungere anche alcune considerazioni di natura contestuale. In Italia i piccoli comuni, vale a dire quelli nei quali si contano circa 11.000.000 residenti, sono il 69% dei comuni italiani, a quanto si legge dai dati ANCI. L’orografia del nostro territorio, la diversità geografica e la presenza di numerosi territori isolati (isole, piccoli borghi, comuni montani) rendono il quadro del nostro Paese straordinariamente complesso e aggiunge valore alla necessità di una infrastruttura digitale capillare, ma convalida anche in buona misura i risultati ottenuti fino a oggi, frutto del lavoro sinergico tra i numerosi attori istituzionali e privati del mondo telco.

Progetti strategici per le infrastrutture digitali in Italia

Il Piano Italia 1 giga, ad esempio, è un progetto fortemente strategico, in grado di coprire grazie a fondi pubblici circa 7 milioni di indirizzi civici su tutto il territorio nazionale. Allo stesso modo, l’implementazione della rete 5G è in continua espansione e gli operatori hanno l’obiettivo di garantire una copertura del 90% entro il 2026, ormai tra pochissimo. Il Piano Isole Minori, attuato da Infratel Italia e finanziato dal Dipartimento per la trasformazione digitale, è terminato nel 2024, con la fine dei lavori per le infrastrutture in fibra ottica, sia terrestri che sottomarine, per 21 isole minori del nostro arcipelago.

Questi dati dimostrano che tanto è stato già fatto e tanto ancora c’è da fare. L’adozione di infrastrutture digitali adeguate e lo sviluppo di reti ultra veloci comportano implicazioni a livello economico e sociale. Un’economia digitale, supportata dai nuovi sistemi di cloud computing e IA, consente l’abilitazione di nuovi modelli di business e deve contribuire alla produzione di servizi in grado di migliorare l’efficienza e impattare sui costi, tenendo al centro del processo il capitale umano.

E ancora, una infrastruttura digitale adeguata garantisce accesso alla cultura e all’istruzione a tutti i cittadini e i territori, favorendo una diffusione senza precedenti grazie a piattaforme digitali e sistemi di open access per i materiali scolastici ed eliminando eventuali disuguaglianze digitali nell’accesso alle reti tra aree urbane e aree rurali. La cultura e la bellezza dei nostri borghi vanno di pari passo con lo sviluppo digitale: la maggiore diffusione di opportunità legate alle nuove tecnologie è direttamente proporzionale al miglioramento delle condizioni di vita anche nei piccoli comuni e all’incremento demografico di ogni territorio.

Sfide future per le infrastrutture digitali in Italia

Le infrastrutture digitali coinvolgono grandi e importanti vantaggi a beneficio delle comunità e del sistema Paese. Allo stesso tempo, è evidente che la transizione in atto è un processo complesso e, in quanto tale, va governato, interpretandone gli aspetti critici e analizzando le sfide attuali e del prossimo futuro.

In primo luogo, la necessità di infrastrutture tecnologiche all’avanguardia garantisce l’acquisizione e la lavorazione di una mole straordinaria di dati, anche sensibili. Questo aspetto apre un tema di sicurezza e difesa cibernetica: le infrastrutture critiche, come quelle digitali ed energetiche, così come i settori nevralgici, quali trasporti e sanità, sono esposti a rischi informatici e attacchi ransomware potenzialmente deleteri. Occorre, dunque, rafforzare la cooperazione tra i vari enti e sviluppare nuovi sistemi di cybersicurezza basati su intelligenza artificiale e altre tecnologie avanzate.

Allo stesso tempo, un altro aspetto sfidante riguarda la sovranità digitale e la geopolitica. La governance dei dati deve restare al centro del dibattito pubblico ed è auspicabile favorire lo sviluppo di nuove infrastrutture cloud sovrane.

Un altro importante aspetto da considerare se parliamo di digitale è il profondo impatto in termini di sostenibilità ambientale. I data center, le reti di telecomunicazione e i dispositivi connessi necessitano di una grande quantità di energia. L’adozione di soluzioni più efficienti, come l’utilizzo di fonti rinnovabili e del nucleare, potrebbero rappresentare una giusta soluzione per ridurre l’impatto ambientale e garantire un accesso veloce al digitale.

Strategie per migliorare le infrastrutture digitali in Italia

Le sfide che stiamo affrontando e il futuro prossimo delle infrastrutture merita un approccio sinergico e multidisciplinare sull’argomento. Il Governo, gli enti istituzionali come Infratel, gli operatori del settore, gli stakeholder vari e l’intera comunità deve creare una rete e fare squadra nella creazione di una filiera di valore ambiziosa, che punti a innovazione, sicurezza e sostenibilità, rendendo l’Italia un Paese più competitivo e moderno.

Oltre alle attività già in atto per ridurre il divario digitale italiano, è utile uno sviluppo trasversale di competenze digitali, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione. Occorre, poi, investire in cybersecurity, da intendersi come sviluppo di tecnologie avanzate contro le cyber minacce, ma anche in ottica di formazione di esperti in questo settore. Ancora tanto altro può essere fatto in termini di sostenibilità ed efficienza energetica, grazie anche all’IA e ad hardware più efficienti e all’implementazione di normative più flessibili e basate alla risoluzione dei problemi.

In conclusione, la transizione digitale non può esistere senza una infrastruttura capillare ed efficace e l’evoluzione del sistema Paese deve accelerare, tenendo conto delle sfide di inclusione digitale e sicurezza delle reti. L’Italia è sicuramente pronta ad affrontare il periodo nel rinascimento che viviamo ed è capace di garantire accesso equo alle reti. Ogni attore coinvolto in tale processo virtuoso deve fare la propria parte, collaborando e dialogando con le istituzioni e il settore privato, per garantire la prosperità del Paese e portare a compimento la trasformazione digitale in atto verso un futuro connesso, digitalizzato e, soprattutto, sicuro.

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