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Italia digitale, Anci: “Cosa dobbiamo fare per trasformare i Comuni”

Tranne qualche eccezione, molti comuni sono frenati da ben noti limiti strutturali. Ecco perché tutti i soggetti preposti all’attuazione dell’Agenda Digitale devono definire un programma di misure di accompagnamento che consentano a tutti i Comuni di partecipare al disegno di digitalizzazione del Paese

Pubblicato il 02 Ago 2017

Luca Della Bitta

presidente Commissione Innovazione Tecnologica ANCI, Sindaco di Chiavenna e presidente Provincia di Sondrio

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Il Piano triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione pubblicato da un paio di mesi non ha ancora generato particolari effetti. A partire da settembre, come Associazione Nazionale dei Comuni siamo pronti ad organizzare insieme ad Agid, sia attività di diffusione informativa sugli adempimenti a carico dei Comuni, sia attività più operative volte ad aggregare gli enti locali per sperimentare modelli di attuazione del Piano e fare da volano per porzioni sempre più ampie di territori.

Il percorso tracciato dal Piano triennale non è realizzabile in tempi rapidi e va accompagnato da azioni di supporto che consentano ai Comuni, soprattutto ai piccoli o a quelli in condizioni di maggiore arretratezza digitale, di rispettare gli impegni e la tempistica previsti per attuare il Sistema Informatico della PA.

Non dimentichiamo che il Piano si interseca in un processo di digitalizzazione già avviato, molte delle priorità dell’agenda digitale sono già in corso: penso a quelle in fase più avanzata come la fatturazione elettronica o al sistema dei Pagamenti elettronici che già da fine dicembre 2017 obbliga tutte le PA al collegamento.

Senza dimenticare i Piani Operativi presentati dalle Città Metropolitane a valere sulla Programmazione 2014-2020, il cui Asse 1 verte proprio sull’agenda digitale.

C’è la necessità di ricondurre ad una programmazione coerente e sinergica tutte le diverse attività volte all’attuazione dell’Agenda Digitale, per evitare di confondere gli enti locali e sprecare le risorse disponibili su interventi disarmonici e incoerenti.

Da quanto ci risulta i Comuni si stanno muovendo in ordine sparso, magari concentrando l’attenzione e le risorse su alcuni aspetti del Piano, perché già programmati oppure perché hanno negli anni già investito sulla progettualità specifica (sicurezza, PagoPA, ecc.). Manca però un’azione sistematica volta al rinnovamento complessivo dell’ente richiesto dalla politica nazionale ed europea.

Fortunatamente ci sono anche alcune realtà più avanti, vuoi per la maggiore disponibilità di risorse e di personale, vuoi per l’opportunità di accedere più facilmente alle informazioni e alle fonti di finanziamento.

Come ANCI abbiamo avviato un’iniziativa con il mercato IT, attraverso le Associazioni di categoria, per organizzare un supporto agli enti locali a partire dai territori del Sud, precompetitivo e non oneroso, per aiutarli a realizzare le attività di digitalizzazione utilizzando al meglio i nuovi strumenti e meccanismi di spesa vigenti, rispettando i vincoli e le prescrizioni temporali sancite dalla normativa.

Un punto di partenza che speriamo presto di diffondere al resto dei territori.

Parallelamente abbiamo chiesto all’AGID di avviare una collaborazione per i Comuni medio-piccoli e per le aree marginali che altrimenti rischiano di rimanere indietro e di confermare un modello di sviluppo a macchia di leopardo che ormai da troppo tempo contraddistingue il nostro Paese su questi temi.

I Comuni sono visti, e forse per alcuni aspetti lo sono, come l’anello debole della catena pubblica, ma l’ottica va ribaltata in virtù del fatto che si pongono al centro delle scelte politiche le esigenze dei cittadini: i Comuni sono l’interfaccia dei cittadini per eccellenza, il punto di accesso ai servizi pubblici.

E’ superfluo ricordare i limiti strutturali dei piccoli Comuni, circa il 70% del totale del Paese: personale professionalmente non adeguato, resistenza culturale, risorse economiche esigue, impossibilità a rivolgersi a competenze esterne. Io sono Sindaco di un piccolo Comune in provincia di Sondrio, Chiavenna, e posso testimoniare che la gestione del quotidiano è davvero difficile.

Per questo è necessario che tutti i soggetti preposti all’attuazione dell’Agenda Digitale definiscano un programma di misure di accompagnamento che consentano a tutti i Comuni di partecipare al disegno complessivo di digitalizzazione del Paese, senza il quale il rischio è quello di mandare in onda un film già visto, ricorrendo al Comune come capro espiatorio del mancato raggiungimento degli obiettivi digitali.

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