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Italia digitale, quali chance nel 2016 per la risalita

Per l’Italia quest’anno è l’occasione di uscire dalla posizione di fanalino di coda nell’Unione Europea in materia di società ed economia digitali: 25esima su 28 Stati Membri secondo l’indice UE DESI (‘Digital Economy and Society Index’). L’Italia ha ora l’opportunità di dimostrare che il digitale non è solo a portata dei nostri vicini, come si legge in questo articolo della Commissione europea per Agendadigitale.eu

Pubblicato il 24 Feb 2016

Roberto Viola

direttore generale della DG Connect della Commissione Europea

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Il 2016 si annuncia un anno ricco di traguardi importanti in materia di digitalizzazione delle imprese e delle pubbliche amministrazioni.

E per l’Italia è l’occasione di uscire dalla posizione di fanalino di coda nell’Unione Europea in materia di società ed economia digitali: 25esima su 28 Stati Membri secondo l’indice UE DESI (‘Digital Economy and Society Index’), l’Italia ha ora l’opportunità di dimostrare che il digitale non è solo a portata dei nostri vicini.

E il 2016 ha tante novità in cantiere e potrà essere un anno di svolta per il digitale nel nostro Paese.

Lanciato nel 2015, lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) entrerà nel vivo quest’anno con tre gestori dell’Identità Digitale già accreditati e con il nuovo CAD (Codice di Amministrazione Digitale) che servirà da quadro normativo a sostegno di SPID e a Italia Login.

Lo sviluppo dello SPID, i pagamenti digitali e l’anagrafe unica sono le priorità di quest’anno dell’Agenda Digitale italiana insieme allo sviluppo della fatturazione elettronica, la posta elettronica certificata e la conservazione digitale.

Iniziative queste che permetteranno di migliorare le prestazioni digitali nei servizi pubblici e nelle imprese online, ma anche nella quotidianità delle transazioni elettroniche di cittadini e imprese e pubbliche amministrazioni.

Anche a livello europeo, il 2016 si annuncia un anno importante per il digitale. Una data da ricordare: il 1 luglio, giorno in cui le disposizioni relative ai servizi fiduciari nell’ambito del quadro eIDAS (Regolamento n. 910/2014 in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno) saranno di applicazione. Ma cosa vuol dire in pratica? Che cosa cambierà?

Dal 1 luglio il quadro normativo europeo in materia di firma elettronica (1999/93/CE) sarà abrogato e sostituito da un regolamento direttamente applicabile nei 28 paesi UE che, oltre la firma elettronica, coprirà tutta una serie di servizi fiduciari, come i sigilli elettronici, i servizi di recapito di posta elettronica, i certificati di autenticazione di siti web, e fornirà una certezza giuridica senza precedenti per le transazioni elettroniche oltre confine e contribuendo alla dematerializzazione dei processi di business e pubbliche amministrazioni.

Ma questo è solo uno dei traguardi, seppur estremamente importante, da raggiungere quest’anno. Nell’ambito della realizzazione di un mercato unico digitale, diverse iniziative sono in fase di preparazione per contribuire al meglio alla creazione di posti di lavoro e alla crescita e rilanciare l’economia europea. Iniziative volte allo sviluppo del cloud computing, dell’industria 4.0, l’aumento del commercio elettronico, una connettività dei dati mobili senza confini, un accesso semplificato alle informazioni e ai contenuti, nel pieno rispetto della vita privata, dei dati personali, della sicurezza informatica e della neutralità della rete.

E tra le iniziative nell’ambito del Mercato unico Digitale si colloca anche il piano d’azione per l’eGovernment 2016-2020. Il nuovo Piano d’azione, che si baserà sulle risposte fornite alla consultazione, darà un impulso alle attività nazionali e contribuirà a rendere transfrontalieri i servizi pubblici nell’UE, promuovendo l’interoperabilità dei sistemi e di strumenti chiave come firme elettroniche, ma anche di eProcurement, la fatturazione elettronica, la condivisione delle informazioni del settore pubblico. Queste sono solo alcune delle misure che, una volta attuate, creeranno le condizioni necessarie allo sviluppo di una rete di servizi transfrontalieri, utilizzabili dai cittadini e dalle imprese indipendentemente dal Paese europeo in cui si trovano.

Il mutuo riconoscimento da parte dei paesi UE dei mezzi di identificazione elettronica per l’accesso ai servizi pubblici come introdotto nel Regolamento eIDAS è altrettanto fondamentale ed è altresì importante nel contesto dell’italiana SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale). Sotto eIDAS, i paesi UE possono già notificare e riconoscere i mezzi di notificazione nazionali utilizzabili da cittadini e imprese per accedere ai servizi pubblici on-line transfrontalieri. Si sta lavorando all’interoperabilità su scala Europea, grazie alle norme esistenti, gli standard, le infrastrutture tecnologiche sviluppate nel quadro CEF (Connecting Europe Facility) che fanno dell’Europa una leader incontestabile a livello mondiale nel campo delle identità elettroniche.

Tutti dei passi importanti verso la dematerializzazione e il de-siloing. Ma perché il passaggio al digitale avvenga con successo, occorre creare le sinergie necessarie tra pubblico e privato a livello nazionale, ma più importante ancora, a livello Europeo e internazionale.

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