Previsioni

L’Agenda digitale che ci aspetta nel 2015

Adesso si comincia a fare sul serio, con le azioni per trasformare l’Italia. Anche se il grosso emergerà al pubblico solo dal 2016, il 2015 sarà un anno fondamentale, di passaggio. Vediamo come e che cosa succederà

Pubblicato il 29 Dic 2014

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Il 2015 sarà il primo anno in cui l’Agenda digitale si chiamerà Crescita Digitale (dal nome del piano governativo) e il primo in cui potremo usare con sistematicità le risorse europee (2014-2020) allo scopo di trasformare l’Italia. Quelle precedenti (2007-2013) sono arrivate in un momento storico in cui l’Agenda digitale era ancora solo nella mente degli innovatori.

E’ con queste premesse in mente che dobbiamo affrontare il 2015 dell’Agenda digitale. Non sarà l’anno in cui le grandi trasformazioni saranno vive e usate dagli italiani. Ma sarà un anno di fondamenta da costruire, finita la fase di progettazione che ha caratterizzato gli anni precedenti.

La serie di articoli pubblicati nei giorni scorsi e raccolti in questa newsletter serve a fare il quadro (parziale, per carità) di ciò che ci aspetterà. Dei grandi lavori in corso che dovremo monitorare con attenzione nei prossimi mesi. Di realizzato e visibile agli utenti finali, in tutto questo impianto- a ben vedere- c’è solo la fatturazione elettronica, un po’ di giustizia digitale e la normativa startup. E solo grazie a un lavoro che era partito (e ultimato anche con gravi ritardi, nel caso della fatturazione) negli anni precedenti.

E ci vorrà il 2015 anche per completare il percorso di quei tre temi che sono più avanti degli altri (vedi i nostri articoli su fatturazione e startup innovative 2015).

Il piano banda ultra larga darà frutti solo nel 2015 (i bandi di gara sono stati nel 2014) e solo nel Sud Italia. Il nuovo piano (quello con le risorse 2014-2020), che mira a diffondere in tutta Italia le velocità 30-100 Megabit, partirà appunto il prossimo anno e darà risultati dal 2016.

Tra le vecchie priorità ci sono pure l’Anagrafe Unica e l’identità digitale, temi strettamente collegati. Nel 2015 potremo vedere solo i primi segnali di queste novità, in alcuni comuni più innovativi e per un numero limitato di servizi. Le norme non sono ancora complete su questi due fronti, ma lo saranno presto e si sta per passare alla fase attuativa.

E poi ci sono gli “a volte ritornano”: Sanità digitale, scuola digitale e smart cities. I nostri articoli (qui, qui e qui, rispettivamente) dicono che ci sono buoni segnali all’orizzonte, per passare dalle tante parole e progetti sparsi a una vera trasformazione sistemica; ma ancora non ce n’è certezza.

Infine, la vera novità 2015 sarà forse l’attacco al grande problema che l’Italia ha in questo ambito: le scarse competenze digitali. Italia Login e un impegno più forte della Rai (con il progetto Manzi 2.0) possono fare la differenza, ma è davvero ancora presto per fare bilanci.

Questo è lo scenario. O, per meglio dire, lo scheletro dello scenario. Le sagome delle figure che ci appaiono nella notte, quando proviamo a guardare oltre le incertezze del presente, alla ricerca del futuro più probabile. La speranza è di ritrovarci tutti un po’ più digitali, tra un anno circa, su queste pagine.

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