Il progetto

L’internet delle cose è pubblica e open: il caso pioniere del Piemonte

Parte il progetto europeo Big IoT, con l’obiettivo di far parlare fra loro le piattaforme di Internet of Things sviluppate in contesti diversi. A testare la bontà del progetto saranno alcuni casi pilota, tra cui le due città piemontesi di Biella e Vercelli, scelti come Comuni dimostratori dei risultati dell’iniziativa

Pubblicato il 28 Ott 2016

Gabriella Serratrice

Regione Piemonte

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L’evoluzione delle tecnologie e dei sistemi di gestione dell’informazione hanno influenzato le strategie di ricerca in Europa, fino ad interessare lo sviluppo della progettazione e gestione dei servizi pubblici.

Da un lato, la diffusione del cloud computing ha favorito l’industrializzazione dei servizi IT e ha sollecitato l’apertura dei sistemi delle pubbliche amministrazioni e l’interconnessione delle basi dati. Per gli Enti pubblici questo ha comportato il difficile passaggio da sistemi chiusi a sistemi interoperabili che ottimizzano i costi di gestione delle infrastrutture, ma rendono necessaria l’adozione di specifici standard di sicurezza .

D’altro lato, accanto alla diffusione degli Open Data, la disponibilità sempre più ampia di dispositivi mobili e di sensori interconnessi, capaci di interagire in tempo reale con l’ambiente esterno, ha determinato lo sviluppo dell’Internet delle cose (Internet of Things – IoT) e dei Big Data , generando un grande quantitativo di dati prodotti da diversi soggetti.

Infine, l’interoperabilità dei sistemi IT e l’integrazione con le tecnologie social stanno realizzando un ridisegno complessivo dei servizi e dei processi

I tradizionali servizi pubblici per i cittadini si adattano dunque al nuovo contesto e diventano pervasivi, personalizzati, fruibili da dispositivi mobili e, sempre più spesso, partecipati anche nel processo di produzione (crowdsourcing e co-design dei servizi). Analogo percorso avviene per i servizi per la PA, come dimostrano le ultime linee guida per i siti web istituzionali di AgID che non a caso si focalizzano sul design e sull’usabilità.

Di fatto stiamo passando dall’e-government, dove la tecnologia era un mezzo per trasferire on-line dei servizi, all’open government, un nuovo approccio che utilizza la tecnologia per favorire l’apertura e la trasparenza delle amministrazioni nei confronti dei cittadini e ne agevola la partecipazione diretta.

In questo contesto evolutivo, l’esperienza del Piemonte è partita sei anni fa con il lancio del primo portale Open Data italiano, dati.piemonte.it (realizzato in collaborazione con il CSI Piemonte, l’in house per l’IT del Piemonte) che ha messo a disposizione di cittadini e imprese uno dei patrimoni più importanti della Pubblica Amministrazione: i dati.
La Regione poi, ha dato vita alla SmartDataNet, la Smart Community della Regione Piemonte in cui PA, imprese, centri di ricerca e soggetti privati condividono il proprio patrimonio di dati open, raccolgono e analizzano i dati privati, sviluppano nuove applicazioni per favorire la crescita di idee innovative. Il motore della SmartDataNet, è Yucca una piattaforma realizzata sempre dal CSI, basata su tecnologia open source, che permette di condividere e aggregare informazioni prodotte da differenti fonti, per creare nuove applicazioni intelligenti e sostenibili.

È l’unica soluzione in Italia che mette insieme dati derivanti dall’Internet delle cose (telecamere, sensori di traffico, centraline meteo, …), con quelli provenienti dall’Internet delle persone (tweet, segnalazioni via smartphone, …) e gli open data pubblici e privati.

Oggi il sistema Smart Data Net è già animato da oltre 160 fra imprese e centri di ricerca, che hanno vinto con i loro 29 progetti il bando Regionale “Internet of Data”, che ha messo a disposizione quasi 15 milioni di euro a sostegno di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale di applicazioni innovative. Attualmente la piattaforma regionale ospita 280 milioni di dati, di cui 250 milioni sono riusabili e sono presenti 1100 flussi on line.

Ad aggiungere un tassello in più ci pensa il progetto Big IoT che è stato approvato all’interno del Programma Horizon 2020 e che si pone l’obiettivo di far parlare fra loro le piattaforme di Internet of Things sviluppate in contesti diversi. Un modo per ottimizzare l’uso delle risorse ed evitare di replicare il lavoro, grazie anche alla creazione di un marketplace per la condivisione di servizi e applicazioni. Per farlo si definirà una generica e unificata interfaccia web che verrà sviluppata con un approccio di “open community” e adottata complessivamente da otto piattaforme di smart objects. A coordinare il tutto sarà la tedesca Siemens, che si avvarrà della collaborazione di altri 13 partner europei, fra cui anche il CSI Piemonte.

A testare la bontà del progetto saranno alcuni casi pilota, tra cui le due città piemontesi di Biella e Vercelli, scelti come Comuni dimostratori dei risultati dell’iniziativa. Verranno realizzati alcuni casi d’uso che permetteranno, per esempio, di suggerire il percorso con la migliore qualità dell’aria o di indirizzare gli utenti verso le stazioni di bike sharing con più stalli liberi. Ma che verranno anche in aiuto degli automobilisti, indicando la disponibilità dei posti nei parcheggi, dando informazioni di dettaglio sul traffico e definendo percorsi origine-destinazione ottimizzati rispetto al traffico, alla qualità dell’aria e all’intermodalità.

In conclusione, senza dubbio l’evoluzione dei servizi ha subito un’accelerazione negli ultimi anni e sta richiedendo alle pubbliche amministrazioni adeguamenti rapidi: il paradigma del cloud e delle piattaforme tecnologiche a supporto dello sviluppo e della gestione di servizi end to end è una grande opportunità di crescita e volano di sviluppo da parte della Pubblica Amministrazione.

La messa a disposizione di nuovi strumenti abilitanti apre le strade alla creazione di ecosistemi collaborativi, ambienti di collaborazione e scambio tra i vari stakeholder coinvolti, pubblici e privati, che intervengono in modo partecipato e attivo contribuendo sia all’arricchimento del patrimonio di dati disponibili, fondato innanzitutto sulle informazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione in ottica Open Data e ulteriormente arricchibile con i dati real time prodotti dai sistemi dell’Internet of Things, sia all’incremento delle soluzioni innovative che dai dati vengono alimentate e che ne consentono la valorizzazione, oppure partecipando come semplici utilizzatori di quanto disponibile.

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