osservatorio trimestrale

La banda larga frena per la prima volta: i dati Agcom sullo stato di salute del mercato

Il calo dei volumi del mercato broadband è l’elemento più interessante dell’Osservatorio Trimestrale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom), ma non è l’unica novità in un contesto che rimane comunque molto dinamico

Pubblicato il 15 Nov 2022

broadband

La pubblicazione dell’Osservatorio Trimestrale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom) rappresenta sempre un’ottima occasione per fare il punto sullo stato di salute del mercato e un preconsuntivo per la chiusura dell’anno 2022.

La principale novità dei dati riferiti al primo semestre 2022 è indubbiamente il calo dei volumi di mercato, dopo una crescita importante che ha caratterizzato la fase pandemica. Ma non è l’unica novità.

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La prima contrazione del mercato della banda larga

Per la prima volta della sua storia, il mercato della banda larga segna una vera contrazione e i dati dell’AGCom mostrano un calo di 70 mila unità nel secondo semestre 2022 rispetto al trimestre precedente per scendere sotto ai 18,7 milioni di accessi, anche se rispetto all’anno precedente permane una crescita di circa 140 mila unità.

Le ragioni di questo consolidamento del mercato vanno ricondotte a una serie di fattori. Il primo motivo risiede sicuramente nella progressiva saturazione del mercato, dopo l’accelerazione nella fase pandemica. In effetti, nel biennio 2020-2021 l’incremento medio annuo è stato superiore alle 500 mila unità, rispetto alle 440 mila del 2019. Di fatto, negli ultimi quattro anni l’incidenza degli accessi broadband sul totale degli accessi di rete fissa è salita dall’82% al 93%. Di conseguenza, sono solo meno del 7% gli utenti che hanno ancora un accesso utilizzato solo per il servizio voce e rappresentano lo zoccolo duro che rimane da conquistare. A questo va aggiunta una fase congiunturale difficile, che sicuramente non spinge i consumatori a nuove spese. Mentre il passaggio dagli abbonamenti solo voce a quelli integrati voce e Internet può avvenire sostanzialmente alle stesse condizioni economiche, vale la pena di ricordare come l’Italia rimanga uno dei Paesi europei con la maggiore incidenza di utenti “solo mobili” sul totale degli utenti dei servizi di telecomunicazione (circa 1/3) e per questi l’utilizzo di un nuovo servizio di rete fissa può sicuramente essere oneroso.

Il calo della banda larga ha anche generato una ripresa della riduzione del numero totale degli accessi di rete fissa, che sono passati dai 20,1 milioni di fine 2021 ai 20,0 milioni del primo semestre 2022.

La rincorsa della banda ultralarga

Se il dato totale desta qualche preoccupazione rimane vero come prosegua la corsa degli accessi a banda ultralarga (definiti come quelli con velocità di download superiore o uguale a 30 Mbit/s). Rispetto a poco più del 40% del giugno 2018, il peso degli accessi a banda ultralarga ha ormai superato l’80% degli accessi a banda larga totali. Negli ultimi dodici mesi gli accessi a banda ultralarga sono cresciuti di 1,4 milioni, rispetto ai 2,2 milioni dell’anno precedente.

Di fatto, oltre la metà degli accessi a banda larga sono di tipo FTTC (Fiber To The Cabinet) per un totale di 10,4 milioni, mentre gli accessi FTTH (Fiber To The Home) e quelli FWA (Fixed Wireless Access) sono, rispettivamente, pari a 3,1 e 1,7 milioni. Prosegue invece il rapido declino degli accessi DSL, che sono circa 3,5 milioni e rappresentano ormai meno del 19% del totale. La dinamica dell’ultimo anno è stata superiore al 34% per gli accessi FTTH, attorno al 5% per quelli FWA e FTTC e in calo del 27% per gli accessi DSL.

Rispetto alla fatidica soglia dei 100 Mbit/s che era stata fissata dall’Agenda Digitale Europea, circa i 2/3 degli accessi a banda larga italiani l’hanno già raggiunta, mentre poco più del 20% non hanno ancora raggiunto i 30 Mbit/s. È interessante notare come mentre i clienti consumer superano i 100 Mbit/s per il 66% degli accessi, tale soglia viene raggiunta solo nel 60% degli accessi business, effetto di un digital divide che rimane ancora significativo.

Vincitori e vinti

Nonostante le difficoltà del 2022, il mercato rimane molto dinamico dal lato dell’offerta, con il continuo ingresso di nuovi operatori, che sfruttano in particolare la ricchezza delle offerte all’ingrosso. Dopo il lancio dell’offerta da parte di Iliad all’inizio dell’anno, sono sempre più numerosi gli operatori che offrono servizi FTTH.

TIM mantiene la leadership in termini di accessi complessivi a banda larga (40,6%), seguita da Vodafone, Fastweb e WindTre con valori tra il 17% e il 14%. Nell’ultimo anno TIM ha però perso circa 1,5 punti percentuali, Linkem 0,6 e Fastweb 0,4, mentre crescono di 0,4 punti Vodafone, 0,3 WindTre e 0,2 Eolo. Da notare, inoltre, come in classifica compaia anche Sky (2,1% di quota), ma anche Iliad ha conquistato 68.000 clienti in 5 mesi.

Il mercato business appare leggermente più concentrato con TIM al 41,7% di quota di mercato, seguita da Fastweb al 17,7% e Vodafone e WindTre con, rispettivamente, il 17,3% e il 12% degli accessi business.

Sul mercato più strategico, quello FTTH,  quattro operatori si contendono il primato (TIM, Fastweb, Vodafone e WindTre), con quote comprese tra il 21,0% e il 22,2% e di fatto una competizione tra l’infrastruttura di FiberCop (joint venture TIM-Fastweb) e quella di Open Fiber (utilizzata in particolare da Vodafone e WindTre), che rimane nettamente prevalente considerando tutti gli operatori.

Il segmento FWA, che è stato fondamentale per la riduzione del digital divide, vede il rafforzamento della leadership di Eolo, ma anche la rapida conquista di quote di mercato da parte di TIM e Vodafone, che hanno lanciato delle offerte mirate e che troveranno sicuramente nuovo impulso dallo sviluppo dell’FWA 5G.

La prechiusura 2022

In sintesi, il 2022 verrà ricordato da un lato per una prima battuta d’arresto sui volumi, ma anche per una dinamica competitiva che rimane di particolare interesse sui segmenti di mercato più dinamici e per la dinamica competitiva che interessa anche il mercato all’ingrosso.

Gli ultimi due trimestri porteranno verosimilmente ad una leggera crescita rispetto all’anno precedente, ma prosegue il percorso verso il rapido innalzamento delle prestazioni, che superano ormai il Gbit/s. Per la prima volta della storia dei servizi di telecomunicazioni di rete fissa, sulla componente più dinamica del mercato, l’FTTH, sono almeno quattro gli attori protagonisti. Buon segno.

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