Internet delle cose

La convergenza: chiave delle reti per aprire i nuovi mercati

L’ambito dove le nuove tendenze sono più forti è quello dell’energia. Le fonti rinnovabili sono molto meno prevedibili e hanno una produzione bidirezionale e distribuita. Ecco perché la rete elettrica oggi deve avere l’architettura di un sistema informatico e di un sistema di automazione, connessi sinergicamente

Pubblicato il 31 Lug 2014

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Benché in questi anni l’attenzione si sia concentrata sugli elementi più visibili e mediatici delle prestazioni e dei dispositivi, il segnale di fondo che ci arriva è uno straordinario processo di convergenza: nelle infrastrutture, nelle applicazioni, negli ambiti industriali. Nel frattempo si sono registrati l’aumento esponenziale della velocità delle reti, la diminuzione dei prezzi dei dispositivi di comunicazione, dal modem allo smartphone, la diffusione delle app. Tutto questo a conferma di un trend che vede applicazioni, reti e sistemi collassare verso un unicum, di cui la nuova frontiera è quella dell’Internet of Things.

Nella nostra stessa azienda abbiamo visto crescere una forte sinergia tra l’innovazione nel campo delle reti di comunicazione e quella delle reti di automazione e di trasporto, con il tema della sicurezza sempre di più terza dimensione trasversale alle altre due.

La grande sfida delle fonti energetiche

L’ambito più evidente in cui si manifesta questa non solo convergenza ma anche compenetrazione è quello dell’energia. Nel 2013, su una generazione nazionale di 273 TWh, ben 112 provenivano da fonti rinnovabili. Di queste, quasi la metà era da impianti idroelettrici ed un terzo di origini solare o eolica. In cinque anni, dal 2008 al 2013, la produzione idroelettrica è aumentata di un quarto, quella eolica è triplicata, quella fotovoltaica è cresciuta di oltre cento volte. Si tratta di una realtà fortemente diversificata in cui la rete elettrica italiana è alimentata da oltre 750 mila impianti, prevalentemente di piccole e piccolissime dimensioni così come anche parchi di notevole potenza.

Questi numeri mostrano la necessità di una rete più flessibile ed intelligente nel controllo e nella comunicazione, visto che le fonti rinnovabili sono molto meno prevedibili, a causa della dipendenza meteo, i flussi energetici diventano bidirezionali, la produzione è altamente distribuita,. Ecco perché la rete elettrica oggi deve avere l’architettura di un sistema informatico e di un sistema di automazione, connessi sinergicamente per gestire una rete sempre più evoluta, come dimostrano anche le sperimentazioni in ambito nazionale e internazionale (Grid4EU) cui stiamo partecipando insieme con i maggiori operatori elettrici.

Il quadro è destinato a divenire ulteriomente complesso con l’introduzione delle tecniche di smart metering, per la rilevazione continuativa dei consumi e delle micro-generazioni locali, sfruttando connessioni cablate o wireless. Nuovi scenari, come quelli proposti per la carica di veicoli elettrici o futuri sistemi di stoccaggio dell’energia contribuiranno a rendere sempre più strategico il ruolo delle comunicazioni e della gestione delle reti.

Altro fronte è quello delle “smart community”, che è un’ulteriore manifestazione dell’Internet of Things. Progetti come il RoMA (Resilience enhancement of a Metropolitan Area), sostenuto dal Ministero per l’Università e la Ricerca e orientati alla sicurezza del territorio e del traffico, implicano la connessione di sistemi estremamente variabili in grado di trasmettere i dati rilevati attraverso sensori sismici o idrici, comandi intelligenti dei semafori e display informativi stradali, impianti di illuminazione, videosorveglianza di sicurezza e del monitoraggio del traffico.

Banda larga e convergenza spingono il cloud

La diffusione della banda larga sta a sua volta aprendo la strada a nuove forme di convergenza sulle reti di comunicazione. Quella che si posiziona nei top ranking degli analisti di mercato è il cloud: se tutti concordano che per portare i servizi “sulla nuvola” occorrono reti veloci in download e upload, ovunque disponibili, e affidabili, la nuova tendenza non è solo quella di mettere il cloud sulla rete, ma anche la rete sul cloud. Stiamo parlando della virtualizzazione del PBX, offrendo così alle aziende la possibilità di accedere alle funzionalità estese di un PBX evoluto e di una serie di servizi attraverso cloud pubblci o privati. Questa soluzione, offre un accesso potenzialmente illimitato a nuovi servizi su rete IP, quindi non solo PBX ma anche, per esempio, collaborazione e comunicazione unificata, videocomunicazione, , per finire con un altro tipo di convergenza, quella fisso – mobile. Mettere nel cloud il “centralino virtuale” vuol dire, infatti, facilitare l’accesso ovunque vi sia una connessione IP, compresa la possibilità di replicare sul proprio notebook, tablet o smartphoneil proprio posto di lavoro. L’ufficio è ovunque e i confini tra fisso e mobile vanno sempre più scemando, anche nelle offerte commerciali, in nome della convergenza.

Le nuove reti e il “digital divide” culturale

Un ulteriore esempio a livello questa volta “infrastrutturale” della convergenza è posto dai nuovi sviluppi della banda larga. In Italia e più in generale in Europa, c’è un problema di evoluzione sostenibile delle reti. Da una parte esiste la necessità di soluzioni in grado di integrare “strati” diversi di una rete che passa ancora per la PSTN, la ISDN, varie forme di DSL e che dovrà traguardare la fibra ottica. Dall’altra l’esigenza di migrare verso reti di nuova generazione sviluppando la larga banda attraverso investimenti in tecnologie innovative e valorizzando anche le infrastrutture in essere, come il rame.

Le nuove architetture per l’accesso aprono la strada a soluzioni in grado di offrire servizi innovativi con un’alta disponibilità di banda: quindi connessioni veloci a costi in linea con le attese del mercato e in grado di fronteggiare i diversi scenari, dall’FTTC all’ FTTB/FTTH, passando attraverso le tecnologie che si renderanno man mano disponibili, come Vectoring e G.fast, non solo per l’ultimo miglio ma anche per i cablaggi verticali. Lo sviluppo di queste piattaforme e la loro distribuzione sul territorio renderanno possibili scenari di “densificazione” della rete mobile, anche con celle a livello metro, in grado di sostenere l’aumento di traffico delle aree a maggior densità d’utenza.

La convergenza in atto riguarda vari livelli: le reti, le applicazioni, le tecnologie. Di pari passo è necessario tuttavia programmare interventi per eliminare un “digital divide” tutto culturale e che permetterà in futuro di sfruttare le potenzialità enormi delle reti di nuova generazione. Reti più pervasive, smart, integrate con asset critici come quelli dell’energia e dei trasporti diventano anche un obiettivo sensibile. Dalla loro integrità e sicurezza dipenderanno interessi strategici: un must di cui tutti, ai vari livelli, dovranno essere consapevoli e di conseguenza responsabilizzati. Un focus strategico per Selta.

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