La diseguaglianza digitale si afferma in Europa

Sulla base dei nuovi dati del Quadro di valutazione dell’Agenda digitale UE 2014 emerge un preoccupante gap digitale tra Paesi europei, con il rischio di generare condizioni di diseguaglianza tra inclusi ed esclusi digitali

Pubblicato il 03 Giu 2014

Angelo Alù

studioso di processi di innovazione tecnologica e digitale

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Si è ormai affarmata una grave diseguaglianza digitale, strutturale e reale, in Europa. Tanto che potrebbe apparire incolmabile. Il Continente viaggia a due velocità: all’intraprendenza politica, normativa e finanziaria di Paesi tecnologicamente virtuosi e innovativi si contrappone l’inerzia e il ritardo di Paesi e meno lungimiranti, con il rischio di generare ed alimentare la discriminazione sociale tipica della Società dell’Informazione.

E’ quanto risulta se analizziamo nel dettaglio, Paese per Paese, i nuovi dati forniti dalla Commissione europea nell’ambito del Quadro di valutazione dell’Agenda digitale UE 2014.

Nel complesso, evidenziano il raggiungimento di 95 dei 101 obiettivi entro il 2015, riscontrando un aumento dell’uso regolare di Internet dal 60% del 2010 al 72%, con una graduale diminuzione dei“non utilizzatori” stabile al 20% (come dato medio europeo). Risultano migliorate le condizioni di accessibilità, dal momento che il 100% degli europei ha accesso alla banda larga base, mentre, sempre in base alla media europea generale, la disponibilità di banda larga mobile 4G è aumentata dal 26% al 59% in un anno. L’accesso a Internet a velocità di almeno 30 Mbps su linea fissa raggiunge il 62% della popolazione dell’UE, rispetto al 54% di un anno fa e al 29% nel 2010.

Per quanto riguarda i servizi e-Government, risulta che solo il 42% della popolazione dell’UE è nelle condizioni di utilizzare i servizi digitali erogati dalle pubbliche amministrazioni, con un risultato ancora lontano dal traguardo del 50% entro il 2015.

La progressiva diffusione delle reti a banda larga, quale fattore essenziale per il miglioramento delle condizioni di accessibilità, è confermata anche dal Report che analizza lo stato europeo sulla banda larga secondo cui risulta che oltre il 99,9% delle case europee ha accesso alla banda larga di base, tenendo conto di tutte le tecnologie disponibili (tra cui fisso, fisso-wireless, mobile e satellitare).

Per quanto riguarda la tecnologia Ngn, i migliori risultati si registrano a Malta, Olanda, Belgio e Lussemburgo, con un livello di penetrazione pari al 90%, a differenza di Italia, Croazia e Grecia in ritardo nella distribuzione veloce a banda larga. La penetrazione della banda larga fissa nell’UE risulta leggermente superiore rispetto al dato riscontrabile in Giappone e appena al di sotto degli Stati Uniti a partire dal luglio 2012. Quattro paesi europei (Svizzera, Olanda, Danimarca e Norvegia) rientrano tra i cinque migliori paesi al mondo nella penetrazione della banda larga fissa.

La diseguaglianza emerge se si smette di guardare i dati dall’alto e se scendiamo con la lente di ingrandimento a livello si singoli Paese. C’è un preoccupante gap tra Paesi europei, che risente di differenziate condizioni di sviluppo e innovazione tecnologica esistenti nel contesto nazionale a causa di un rilevante squilibrio tra Paesi in ritardo digitale e Paesi tecnologicamente virtuosi, le cui performance sicuramente incidono in modo determinante sul costante miglioramento della media generale europea volta a stabilire il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale per l’Europea. Tuttavia, se si analizza nello specifico la situazione nazionale di ogni Stato, risulta evidente un progressivo divario digitale incolmabile tra i diversi Paesi monitorati, che alla lunga potrebbe ostacolare lo sviluppo del singolo Stato e paralizzare la crescita generale su scala europea, una volta raggiunto il livello massimo di saturazione.

Facendo riferimento agli obiettivi generali fissati dall’Agenda Digitale per l’Europa, i migliori risultati sono riscontrabili nel contesto centro-settentrionale del vecchio continente grazie alle importanti performance raggiunte da un pugno di Paesi.

Dal Belgio grazie a progetti cofinanziati dall’Ue per 322 milioni di euro che hanno consentito di raggiungere il 66% di copertura banda larga veloce, il 12% di copertura reti ultraveloce, il 46% di copertura tecnologia 4G, il 50% di diffusione dei servizi e-Government). Dalla Danimarca, grazie a progetti cofinanziati dall’Ue per 112 milioni di euro che hanno consentito di raggiungere il 25% copertura banda larga veloce, il 2% copertura reti ultraveloce, l’85% copertura tecnologia 4G, l’85% di diffusione dei servizi e-Government. Dalla Finlandia, grazie a progetti cofinanziati dall’Ue per 174 milioni di euro che hanno consentito di raggiungere il 22% copertura banda larga veloce, il 16% copertura reti ultraveloce, il 69% copertura tecnologia 4G, il 69% di diffusione dei servizi e-Government), Francia (grazie a progetti cofinanziati dall’Ue per 774 milioni di euro che hanno consentito di raggiungere l’8% copertura banda larga veloce, il 5% copertura reti ultraveloce, il 68% copertura tecnologia 4G, il 60% di diffusione dei servizi e-Government.

Dalla Germania grazie a progetti cofinanziati dall’Ue per 1640 milioni di euro che hanno consentito di raggiungere il 16% copertura banda larga veloce, il 3% copertura reti ultraveloce, l’81% copertura tecnologia 4G, il 49% di diffusione dei servizi e-Government; Paesi Bassi, grazie a progetti cofinanziati dall’Ue per 444 milioni di euro che hanno consentito di raggiungere il 42% copertura banda larga veloce, il 9% copertura reti ultraveloce, il 90% copertura tecnologia 4G, il 79% di diffusione dei servizi e-Government; Regno Unito, grazie a progetti cofinanziati dall’Ue per 1031 milioni di euro che hanno consentito di raggiungere il 26% copertura banda larga veloce, l’1% copertura reti ultraveloce, il 63% copertura tecnologia 4G, il 41% di diffusione dei servizi e-Government.

Buona anche la Spagna, grazie a progetti cofinanziati dall’Ue per 633 milioni di euro che hanno consentito di raggiungere il 15% copertura banda larga veloce, il 6% copertura reti ultraveloce, il 47% copertura tecnologia 4G, il 44% di diffusione dei servizi e-Government. La Svezia, grazie a progetti cofinanziati dall’Ue per 273 milioni di euro che hanno consentito di raggiungere il 38% copertura banda larga veloce, il 31% copertura reti ultraveloce, il 90% copertura tecnologia 4G, il 78% di diffusione dei servizi e-Government.

Eccellenti anche le performance della Lettonia, grazie a progetti cofinanziati dall’Ue per 5 milioni di euro che hanno consentito di raggiungere il 51% copertura banda larga veloce, il 38% copertura reti ultraveloce, il 28% copertura tecnologia 4G, il 35% di diffusione dei servizi e-Government; Lituania, grazie a progetti cofinanziati dall’Ue per 9 milioni che hanno consentito di raggiungere il 47% copertura banda ultra larga, il 10% copertura reti ultraveloce, il 29% copertura tecnologia 4G, il 34% di diffusione dei servizi e-Government. Romania, grazie a progetti cofinanziati dall’Ue per 23 milioni di euro che hanno consentito di raggiungere il 55% copertura banda ultra larga, il 25% copertura reti ultraveloce, il 25% copertura tecnologia 4G, il 5% di diffusione dei servizi e-Government.

Il trend positivo riscontrabile in questa area geografica, che giustifica il progressivo miglioramento delle percentuali della media europea generale, è in parte rallentato dal gap con i Paesi in ritardo nella crescita e nell’innovazione digitale.

In tale prospettiva, le istituzioni europee dovrebbe concentrare investimenti e risorse per ridurre il divario esistente e riportare i Paesi più arretrati al livello di quelli più sviluppati mediante adeguate politiche pubbliche.

Vedremo in un prossimo articolo il dettaglio dei Paesi.

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