Il caso

La Svezia, modello pubblico-privato per la rete

Wifi gratuito ovunque, di facile accesso. Dalla dichiarazione dei redditi al pagamento elettronico anche per piccole somme. Gianni Potti, di Confindustria, ha visto di persona le innovazioni svedesi

Pubblicato il 16 Mar 2015

Gianni Potti

Presidente Fondazione Comunica e founder DIGITALmeet

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La Svezia é un paese con un territorio quasi due volte e mezzo l’Italia e una popolazione che è un sesto della nostra.

Un Paese con ostacoli della natura, vedi lande desolate, ghiaccio perenne etc, eppure… Eppure un Paese perfettamente connesso con il resto del mondo grazie ad una filosofia del web che definire agli antipodi alla nostra é persino poco.

In questi giorni l’ho potuto verificare personalmente viaggiando dalla capitale Stoccolma alla città più a nord, Kiruna, e ancora fino ad Abisco (dove si vedono le aurore boreali) in pieno circolo polare artico. Ma i temi sono sempre gli stessi: banda larga ovunque; Wi-Fi libero ovunque e spesso senza password; sistemi digitali ovunque per rendere più facile la vita.

In centro a Stoccolma si fanno notare i numerosi access point wifi gratuiti, identificati con delle cabine che ricordano quelle telefoniche di un tempo, offerte da Clear Channel, la multinazionale dell’advertising.

Il che fa della Svezia uno dei paesi meglio collegati al mondo: circa il 90 per cento delle famiglie infatti dispongono di un accesso Internet a banda larga.

Va anche sottolineato come fin dal 2001 la Svezia sia stata uno dei primi paesi a vedere la maggioranza della sua popolazione on-line, in buona parte grazie a delle norme che hanno assicurato l’accesso condiviso alle infrastrutture internet tra gli operatori di rete. Questa scelta ha permesso di mantenere i prezzi di connessione ad internet attraverso la banda larga ben al di sotto della media europea. Insomma non si è scelto l’intervento statale, ma una sana logica di concorrenza.

L’avere avuto così tanti svedesi on-line in un tempo relativamente breve ha da subito permesso di avviare il trasferimento in rete di molti servizi pubblici comunali, provinciali e nazionali. Ad esempio, già da diversi anni è possibile completare ed inviare la dichiarazione dei redditi in forma elettronica, tralasciando completamente quella cartacea. Ma si nota come il pagamento elettronico, anche per somme molto modeste sia diffuso in tutte le fascie di età della popolazione, dal bar, al supermarket si paga con carta di credito o nfc.

In Svezia, l’accesso alla banda larga per uso domestico è disponibile principalmente attraverso il cavo (con una velocità che varia da 128 kbit/s fino a 100 Mbit/s) e ADSL (256 kbit/s fino a 60 Mbit/s).

I prezzi per questi servizi dipendono dalla città in cui si vive così come dal proprietario del cavo fisico. Molte città posseggono delle proprie reti in fibre ottiche ed offrono ai carrier accessi vantaggiosi per poi arrivare a famiglie ed imprese.

Sebbene gli operatori di rete non siano obbligati a trattare tutti i dati allo stesso modo, dato il panorama competitivo, la maggior parte di loro continua a farlo. Nel complesso, l’effetto sulla connettività è stato e continua a rimanere positivo. Ecco quindi che l’Italia dovrebbe guardare con maggior attenzione ad un sistema regolato da liberalizzazione della rete (con giuste regole) e concorrenza

Un diffuso accesso ad internet dei cittadini, in Svezia contribuisce molto a far girare le informazioni, a mantenere le persone informate, aggiornate e critiche su ciò che le circonda, così come la condivisione di idee e progetti, permettendo ai più di partecipare attivamente alla vita sociale e politica.

In conclusione l’esperienza svedese dovrebbe offrire un bel modello – pubblico, ma con logica di concorrenza – anche per infrastruttura e internet italiano.

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