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Le Camere di commercio nell’ecosistema banda ultra larga

Le aree “vitali” per l’economia locale a volte coincidono con le aree in “digital divide ultrabroadband”, con il rischio quindi di generare una spirale negativa per lo sviluppo del territorio.
Il sistema camerale per il loro legame col territorio e con il tessuto produttivo che vi è insediato, sono state “stimolatori” di progetti di infrastrutturazione di queste aree. Ecco come

Pubblicato il 07 Dic 2016

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Le Camere di commercio possono dare un importante contributo alla trasformazione digitale delle Pmi e delle aree produttive, rivestendo il delicato ruolo di facilitatori/attuatori di questa trasformazione.

In passato, il sistema camerale ha partecipato attivamente allo sviluppo economico dei territori di competenza, contribuendo sul lato infrastrutturale (aeroporti, interporti, autostrade, fiere, mercati, porti turistici), a livello di sostegno economico-finanziario (accesso al credito attraverso il sistema dei confidi) e sostenendo/affiancando le pmi nella fase di internazionalizzazione.

Ora il contesto è cambiato molto, soprattutto in termini di risorse e funzioni (Riforma delle Camere di commercio – agosto 2016). Il testo della riforma prevede ancora ampi spazi di intervento per le Camere, seppur con modalità diverse e con una disponibilità ridotta di risorse che ne limitano inevitabilmente le capacità di investimento.

Il Sistema Camerale – da sempre impegnato nello sviluppo delle economie locali per favorire la competitività delle imprese – in questi ultimi anni ha messo in campo una serie di iniziative per sostenere l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese, agendo principalmente su tre assi:

· ”supporto all’infrastrutturazione a banda ultralarga delle aree produttive”;

· “diffusione della cultura digitale nelle imprese in particolare le micro e le piccole”;

· “supporto alle imprese per l’adozione e l’utilizzo degli strumenti per la crescita digitale”.

Riguardo al primo punto, basta girare per l’Italia per accorgersi che quasi ogni comune, ha una o più aree produttive (industriale, artigianale) che sono essenziali per l’economia locale e quindi per la vita stessa del comune. Queste aree sono tipicamente fuori dalla cerchia urbana, collocazione che, se da un lato, ne favorisce l’accesso alle infrastrutture viarie (strade, autostrade), dall’altro, le penalizza nei piani di cablaggio degli operatori privati non potendo garantire, per le caratteristiche delle aree produttive (localizzazione, estensione e densità insediativa) un ritorno dell’investimento.

Si viene perciò a creare la situazione che le aree “vitali” per l’economia locale a volte coincidono con le aree in “digital divide ultrabroadband”, con il rischio quindi di generare una spirale negativa per lo sviluppo del territorio.

Il sistema Camerale – e in particolare le Camere di Commercio- , per il loro legame col territorio e con il tessuto produttivo che vi è insediato, sono state “stimolatori” di progetti di infrastrutturazione di queste aree, coinvolgendo gli altri stakeholder locali (creazione del consenso), portando all’attenzione degli operatori privati e della Pubblica Amministrazione, regionale e centrale, le aree produttive in situazioni più critiche o più importanti per il territorio (Individuazione delle zone con una domanda potenziale), aggregando la domanda fino a contribuire in alcuni casi al sostegno dell’investimento.

Negli ultimi anni, più di una trentina tra Camere di Commercio e Unioni Regionali, supportati e coordinati dalla società di sistema Uniontrasporti, sono state protagoniste – seppure con declinazioni e livelli diversi – di questo processo che ha portato, in alcuni casi, a nuovi progetti poi realizzati di cablatura a banda ultralarga di aree produttive mentre, in altri, ha creato le condizioni per un’accelerazione dei piani di intervento di operatori di telecomunicazioni nazionali e locali.

Durante queste attività progettuali, ci siamo resi conto anche di un vuoto di conoscenza che riguarda la localizzazione delle imprese e quindi delle aree produttive, che invece appare basilare per pianificare e calibrare al meglio i progetti di infrastrutturazione.

Il problema del nostro Paese non si limita però solo agli aspetti infrastrutturali. Purtroppo è ben noto il posizionamento dell’Italia e delle nostre imprese in termini dei principali parametri relativi alla “cultura digitale”. Il sistema Camerale già da alcuni anni ha accettato la sfida di avvicinare le imprese al “digitale”, spiegandone – con un linguaggio semplice ed esempi concreti – i benefici, le opportunità e anche i punti di attenzione.

Oltre al progetto “Made in Italy: Eccellenze in Digitale” con Google e al programma di formazione e tirocini per giovani ed imprese “Crescere in Digitale“, con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Google, il Sistema Camerale ha organizzato una serie di seminari su svariati temi quali il Digital Marketing, i Social Media, l’e-commerce, il Cloud computing, la Sicurezza nel web, SCM/CRM, Opendata, IoT e Industry 4.0, incontrando un’ampia platea di imprenditori, a volte ancora inconsapevoli delle enormi potenzialità che si stavano lasciando sfuggire.

Ci siamo poi soffermati sul tema della gestione dell’innovazione che appare altrettanto importante per la competitività di una azienda nel nuovo contesto basato sull’economia digitale: da qui l’utilità di promuovere e realizzare “Innovation Manager 2.0”, ovvero un percorso formativo – rivolto in particolare agli imprenditori delle micro e piccole imprese – per acquisire le competenze e gli strumenti per stimolare l’innovazione in azienda, sviluppare nuove linee di progetto, rimodulare l’intera organizzazione aziendale.

Infine, la domanda deve anche essere fatta crescere e alimentata con continui spunti e stimoli. In questa direzione si collocano le diverse iniziative che il Sistema Camerale sta portando avanti in stretto contatto con il Mise e l’AGID, quali la fatturazione elettronica, SUAP e fascicolo elettronico di imprese, sistema di pagamento elettronico Pago PA. Sui numerosi servizi digitali sviluppati dalle Camere di commercio, appare fondamentale avviare un percorso di comunicazione e marketing capillare, finalizzato a far conoscere a tutti i vantaggi e le caratteristiche di questi servizi.

Quindi, nel contesto in continua evoluzione in cui ci ritroviamo e considerando le positive esperienze maturate dal sistema camerale, ben venga la proposta di costruire un nuovo ecosistema per le reti ultrabroadband, in grado di coinvolgere tutti i soggetti interessati da questi interventi: dagli stakeholder locali (dall’amministrazione pubblica alle Camere di commercio, dalle associazioni di categoria ai consorzi industriali ecc.), agli operatori ICT, alle aziende utenti. Le Camere di commercio – in stretta sinergia con le associazioni di categoria – si candidano per essere in prima fila nel fornire pieno sostegno al sistema imprenditoriale, facilitando l’aggregazione della domanda e creando il necessario consenso sul territorio, fondamentale per semplificare e velocizzare l’execution dell’intervento infrastrutturale.

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