Riforma PA

Le norme non bastano, cambiamo l’Italia coinvolgendo tutti

Un sondaggio ForumPa conferma la sfiducia nella capacità della Riforma Madia di cambiare davvero la pubblica amministrazione. Ecco perché bisogna ripensare la collaborazione tra le parti, con il coinvolgimento di tutti, pubblici e privati, per il cambiamento

Pubblicato il 24 Set 2015

ale1-151002141356

Facciamo presto a dire riforma della PA: le norme ci sono, magari sono anche ben scritte- e se non lo fossero saremmo sconfitti in partenza- ma poi tanto la base delle amministrazioni non segue il percorso. E non cambia niente.

Chi segue questo sito sa bene tutti i necessari rinvii, proroghe che hanno subito i diversi progetti. Quelli che hanno funzionato senza ritardi (o con pochi) si dividono in due categorie: quelli in cui la governance è stata accentrata (lo Spid, tutto affidato alle competenze dell’Agid) o dove c’è stata una governance forte dall’alto con una leva persuasiva straordinaria: è il caso della fatturazione elettronica. Dove le Pa si sono dovute adeguare, insieme alle imprese, se no la macchina dei pagamenti si bloccava.

Ecco perché non sorprendono i risultati di una ricerca di ForumPa, presentata il 22 settembre: solo il 41 per cento degli iscritti alla sua community (circa due mila) crede che la Riforma Pa cambierà davvero la pubblica amministrazione. Pesa l’esperienza (negativa) delle riforme precedenti.

Come ha spiegato il presidente di ForumPa all’evento, Carlo Mochi Sismondi, viviamo una discrasia bruciante: da una parte le norme e il Governo che vuole cambiare l’amministrazione; dall’altro l’umore di coloro che dovrebbero fare proprio il cambiamento. Cioè gli stessi dipendenti della PA.

“E’ tangibile, entrando in qualsiasi ufficio pubblico, la stridente contraddizione tra le leggi, le nuove norme, il clima di galoppante novità che viene annunciato e la sostanziale immobilità nei comportamenti dei lavoratori e delle organizzazioni che continuano a seguire logiche a loro proprie, al limite con qualche adempimento formale in più per ossequio a qualche nuova norma”, ha detto.

“Questa discrasia tra norme innovative e stanchezza e rassegnazione del corpus del pubblico impiego è il vero ostacolo da superare ora che questo annus mirabilis di riforme sta volgendo al termine”.

Una risposta può venire da molte direzioni. Da un nuovo impegno pubblico che coinvolga le parti diverse, alla ricerca di un cambiamento continuo e ostinato. In questo spirito nasce l’iniziativa “Cantieri per la PA digitale”, presentata all’evento.

Sono dieci “laboratori” in cui i più autorevoli operatori pubblici e privati disegnano i percorsi di attuazione della PA digitale in altrettante aree verticali e trasversali dell’informatica pubblica. Tavoli di lavoro quindi che si propongono di esaminare lo stato dell’arte dei singoli temi; gli ostacoli normativi, di risorse o di comportamenti che rendono problematico il cambiamento; le migliori esperienze italiane e straniere; gli scenari tecnologici più avanzati e le possibilità che questi possono aprire; le modalità di realizzazione dei progetti: dal procurement innovativo alle convenzioni, dalle partnership di innovazione ai dialoghi competitivi.

I cantieri della PA digitale che saranno operativi entro la fine del 2015 saranno:

1. Sanità digitale: Servizi, tecnologie, modelli per la salute e il benessere del cittadino
2. Giustizia digitale: Tecnologie e modelli per una Giustizia più rapida ed efficiente
3. Scuola digitale: Piattaforme, modelli didattici e tecnologie per una nuova Scuola
4. Documenti digitali: Gestione informatica dei documenti, per una PA più efficiente
5. Cittadinanza digitale: Strumenti, servizi e modelli per un nuovo rapporto tra cittadini e amministrazioni
6. Sicurezza digitale: Tecnologie, modelli e infrastrutture per la sicurezza dei sistemi informatici pubblici
7. Infrastruttura digitale: Connettività, piattaforme e modelli di cooperazione per un’Italia digitale
8. Data management: Big Data, Open Data, il valore pubblico dell’informazione
9. Pagamenti digitali: Il digitale che entra nei sistemi di incasso della PA
10. Procurement dell’innovazione: Come il settore pubblico acquista beni e servizi tecnologici

Nello stesso evento, è stato annunciato che ForumPa muta nome in FPA entrando a far parte del gruppo Digital 360, anche editore di Agendadigitale.eu.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati