Forum PA

Le tre linee d’azione per la (ri)partenza digitale italiana

Al Forum PA è emerso chiaramente il futuro digitale del Paese, così come lo pensa il Governo. Attraverso tre misure: la revisione della stessa architettura dello Stato eliminando enti inutili e rami secchi; la digitalizzazione dei processi che devono però essere completamente ripensati per non informatizzare l’esistente; la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori pubblici che va costruita sulla trasparenza, secondo i principi dell’open government

Pubblicato il 01 Giu 2015

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Giovedì scorso si sono chiusi i battenti sulla ventiseiesima edizione del Forum PA, la grande manifestazione annuale in cui si ritrovano tutti gli “innovatori” della PA e le principali aziende ICT italiane e multinazionali che accompagnano l’amministrazione italiana sulla strada della modernizzazione.

Questo Forum PA 2015 si è aperto in un momento di grandi cambiamenti per la società italiana, per le sue istituzioni anche politiche e, quindi, per la sua pubblica amministrazione. Si intravede una ripresa ancora incerta, ma la mancanza di lavoro diffusa e una pervasiva e insidiosa sfiducia dei cittadini verso tutte le forme di governo e di rappresentanza, rendono il Paese fragile. In questo contesto si muovono grandi riforme che guardano lontano, ma devono fare i conti con il presente, con una crisi ancora grave della finanza pubblica, con un arretrato d’innovazione mancata che costituisce una pesante zavorra per qualsiasi governo. Ma i cambiamenti incalzano e Forum PA, votato per sua stessa ragion d’essere all’ottimismo della volontà, ha voluto dare il suo contributo mettendo al centro della sua ventiseiesima edizione tre provvedimenti importanti. Dapprima il disegno di legge delega di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche che chiamiamo ormai “legge Madia” e che sta faticosamente proseguendo il suo percorso parlamentare ed è arrivato in questi giorni alla Camera. Poi il piano di Crescita digitale del Paese che è stato approvato in Consiglio dei Ministri agli inizi di marzo e che, insieme al Piano per la Banda Ultra Larga, costruisce un percorso per riportare l’Italia a posizioni più consone al suo ruolo nelle classifiche mondiali che attengono all’economia della rete. Questo doppio piano prevede azioni importanti in tutti i campi della modernizzazione del Paese, dalle competenze digitali ala sanità, dalla scuola all’amministrazione pubblica, dalle piattaforme abilitanti come la nuova anagrafe della popolazione residente o il servizio pubblico di identità digitale, al nuovo accesso dei cittadini ai servizi che prenderà il nime di “Italia login”.

Infine l’ultimo filone, certo non ultimo per importanza, è dato dalla programmazione europea 2014-2020 che è l’ultima occasione per l’Italia di cogliere e sfruttare al meglio le opportunità di finanziamenti pari a circa 100 miliardi in sette anni e che non saranno mai più ripetibili. Gli scorsi cicli di programmazione non sono stati esperienze da ripetere: troppi soldi non spesi, troppi fondi spesi male, troppo distacco tra chi progetta le politiche d’innovazione e chi si occupa della programmazione europea con la mano destra che spesso non sa quel che fa la sinistra

Queste tre linee d’azione sono state illustrate direttamente dai protagonisti, responsabili della loro attuazione. Nel convegno inaugurale il Ministro Madia, rispondendo anche alla consueta e un po’ trita contestazione dei sindacati di base, ha dichiarato che la riforma, con i suoi risparmi e con una più razionale allocazione delle risorse, è l’unica strada per trovare i fondi per innovazione, merito e contratti. In un faccia a faccia con il suo omologo francese Thierry Mandon è emerso chiaramente come tre siano le leve per raggiungere l’obiettivo di un’amministrazione più efficace e più vicina ai cittadini: la revisione della stessa architettura dello Stato eliminando enti inutili e rami secchi; la digitalizzazione dei processi che devono però essere completamente ripensati per non informatizzare l’esistente; la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori pubblici che va costruita sulla trasparenza, secondo i principi dell’open government.

Nel grande evento sulla crescita digitale, che è stato forse il centro del FORUM PA 2015, il nuovo direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, Antonio Samaritani ha sintetizzato le sue linee d’azione dicendo che è necessario ora passare dal “cosa fare” al “come fare”. Prima i tempi non erano maturi perché non c’era la strategia, ora ci sono i documenti di programmazione ed è tempo di execution.

Infine nel convegno conclusivo, dedicato alla programmazione europea 2014-2020, Maria Ludovica Agrò, nuova direttrice generale dell’Agenzia per la coesione territoriale, responsabile dell’attuazione della programmazione, e Vincenzo Donato, nuovo capo del Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per le politiche di coesione, che ha in carico la strategia delle programmazione, ci hanno illustrato questa governance “duale” e ci hanno relazionato sui tempi e sui modi relativi all’utilizzo dei fondi. Hanno annunciato che i piani operativi nazionali saranno approvati entro luglio, il che riduce a 5-6 mesi il ritardo rispetto agli altri Paesi (e non un anno e mezzo, come si temeva).

Una particolare attenzione Forum PA 2015 ha avuto per le partnership: sia alla cosiddetta multilevel governance, ossia al coinvolgimento di tutte le sfere di governo, dai municipi all’Unione europea passando per comuni, enti di area vasta, regioni, stato centrale; sia alla PPP ossia alla partnership-pubblico-privato che deve uscire dalle sale di convegno ed entrare nella quotidiana pratica di un paese che se vuol ripartire deve imparare nuovamente a fare sistema.

Se questi sono stati i contenuti della nostra tre giorni, i veri protagonisti della manifestazione sono state le donne e gli uomini che sono intervenuti sia come relatori (oltre 800) sia come congressisti, con circa 15.000 partecipanti ai tantissimi eventi in programma, che hanno testimoniato una grande, e forse per qualcuno inaspettata, voglia di apprendere, di capire, di partecipare alle scelte.

Tra le tante iniziative, quest’anno si è svolto per la prima volta un ciclo di Focus di approfondimento, curati dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, per capire come l’innovazione tecnologica si sta diffondendo nella PA e con quali caratteristiche. Focus su: Cloud computing, fatturazione elettronica, internet of things, servizi mobile per la PA e pagamenti digitali, impatto del digitale sul settore turistico.

Grandissimo successo, a testimonianza della domanda di nuove competenze che proviene all’interno della PA, hanno avuto le Academy: un vero e proprio programma formativo a partecipazione gratuita con sessioni della durata di 50 minuti l’una, che si sono svolte in due sale dedicate. A Forum PA 2015 si sono svolte 26 Academy per un totale di 260 ore di formazione con 3.939 iscritti e 1.366 partecipanti. Le sessioni svolte nei tre giorni possono essere raggruppate in tre percorsi formativi: Scuola digitale, Co-design dei servizi e Innovazione sociale, Competenze digitali nella PA. Le Academy sono state organizzate da FORUM PA con una validissima rete di partner: Fondazione Mondo Digitale, Programma il Futuro (CINI e MIUR), Università degli Studi di Roma Tor Vergata – ISIM garage, ASVI-Social Change, MappiNA, OuiShare Italia, Stati Generali dell’innovazione, WISTER, Università degli Studi di Padova, ANORC, IWA Italia, LibreItalia, Open Data Lazio (Regione Lazio).

Per imparare non è per forza necessario fare aula, infatti le Creativity room, tavoli di lavoro collaborativo sempre affollati e partecipati, quest’anno sono state dedicate a dati aperti, smart working e sharing economy. Per la prima volta si sono svolti i workshop “Lego®SeriousPlay®: costruisci la tua smart city a #FPA2015”, un momento di creatività che usa i mattoncini del lego per progettare insieme.

Per chi non si è potuto spostare dall’ufficio anche quest’anno, grazie a Innovativi, è stato possibile seguire lo streaming degli eventi: 30 appuntamenti su 4 canali, 75 ore di diretta streaming, quasi 200 interventi video-registrati e già disponibili sul portale www.innovatv.it

Un’edizione quindi nel complesso di grande successo, dove si è confermato e rafforzato un trend che ormai, con nostra grande soddisfazione, ci accompagna da qualche anno: meno vetrina, meno passerelle, meno esposizioni di immagine e più formazione, più momenti di lavoro, più occasioni di essere partecipi ed attivi. Si è trovata così conferma ai due ashtag che hanno accompagnato tutta la nostra comunicazione: l’innovazione della PA #sipuòfarese ci sarà uno sforzo comune di politica, dirigenza, lavoratori pubblici, imprese tecnologiche, cittadinanza attiva, terzo settore; #sipuòfarecon idee chiare, sforzo comune, priorità condivise, trasparenza nelle scelte e nei dati, coerenza nelle azioni e costanza nello sforzo, superando, di fronte all’emergenza digitale, l’italico vizio dello stop&go e del ricominciare ogni volta da capo.

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