politiche energetiche

L’energia del futuro: nessun indugio nella strategia energetica nazionale

La strategia energetica nazionale nel quadro delle politiche europee per l’energia e il clima al 2030. Quali sono gli obiettivi, le misure e le linee strategiche e qual è il ruolo dei consumatori. Ecco la rotta tracciata dal Ministero dell’Ambiente verso un futuro sostenibile per tutti

Pubblicato il 09 Ott 2018

Carlo Maria Medaglia

ProRettore alla Ricerca della Link Campus University

clean energy

Decarbonizzazione entro il 2025 e incremento del 30% delle fonti rinnovabili sono solo due tra gli obiettivi delineati dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN), documento di indirizzo strategico presentato congiuntamente dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero dello Sviluppo economico con decreto del 10 novembre 2017.

Obiettivi verso cui ormai ci siamo incamminati e non possiamo più permettere di sviare.

La SEN prelude il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima che ogni paese membro dell’Unione Europea deve presentare in Commissione entro il 2018 per poi renderlo definitivo entro il 2019. Quali misure saranno adottate per raggiungere gli obiettivi fissati al 2030 per quanto riguarda le cinque dimensioni dell’energia, ovvero: la sicurezza energetica la decarbonizzazione, l’efficienza energetica, il mercato interno, l’innovazione e la competitività?

Energia, la strategia italiana nel quadro delle politiche Ue

L’orizzonte tracciato dalla SEN si delinea come un percorso strettamente congiunto con la visione a lungo termine del 2050 stabilita dall’Europa; visione che prevede la riduzione di almeno l’80% delle emissioni rispetto al 1990 e il raggiungimento degli obiettivi ambientali al 2030, in linea con i traguardi stabiliti nella COP21 di Parigi. La Commissione europea attraverso la Comunicazione «Clean Energy for All Europeans» ha presentato il corposo pacchetto di proposte legislative e di analisi riguardanti l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, l’assetto del mercato dell’energia elettrica e la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico. Il Consiglio europeo con il Clean Energy Package 2016 ha aggiornato i nuovi obiettivi clima energia al 2030 spostando l’obiettivo efficienza energetica dal 27% al 30%.

L’obiettivo del Clean Energy Package è mantenere l’Unione europea competitiva nel processo di de-carbonizzazione che cambia i mercati energetici mondiali. Il Pacchetto per l’Energia Pulita contiene le proposte legislative pertinenti allo sviluppo delle fonti rinnovabili e del mercato elettrico, alla crescita dell’efficienza energetica e alla definizione della Governance dell’Energy Union. Per conseguire l’obiettivo di un sistema energetico europeo in grado di garantire energia sicura, sostenibile, competitiva e a prezzi ragionevoli per i consumatori, il “Pacchetto” comprende le proposte di regolamento sulla preparazione ai rischi nel settore dell’energia elettrica (nel caso di crisi) e sull’agenzia per la cooperazione dei regolatori nazionali dell’energia, il piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile 2016-2019 e una serie di comunicazioni inerenti, tra cui costi e prezzi dell’energia, trasporti, ricerca e innovazione. Le proposte relative ai settori ETS e non ETS sono state presentate per prime e attualmente sono in più avanzata fase di definizione dell’iter di approvazione. La Commissione propone inoltre un cambiamento di rotta per l’ecodesign e una strategia per la mobilità sostenibile connessa e automatizzata. Il pacchetto di misure, «la più ampia e complessa iniziativa mai adottata in ambito energetico» si inserisce nel quadro delle politiche europee per l’energia e il clima al 2030, e nel solco tracciato dalla comunicazione della Commissione COM (2011) 885 def., che ha definito la «Tabella di marcia per l’energia 2050», ponendo per quella data l’obiettivo di ridurre almeno dell’80 per cento le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990.

Gli obiettivi dell’Europa

Dall’Europa arriva quindi una serie di proposte che mirano a raggiungere tre obiettivi principali:

  • mettere al centro l’efficienza energetica;
  • conquistare la leadership a livello mondiale nelle energie rinnovabili;
  • garantire condizioni eque per i consumatori.

La Commissione auspica che il nuovo quadro possa servire da stimolo per la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro. La comunicazione che accompagna il pacchetto rileva che questo, mobilitando fino a 177 miliardi di euro supplementari all’anno di investimenti pubblici e privati a partire dal 2021, nel prossimo decennio potrà generare un aumento sino all’1 per cento del PIL e creare 900.000 nuovi posti di lavoro.

Le azioni strategiche delineate dalla SEN

  • La promozione e la diffusione di tecnologie rinnovabili, sviluppo questo considerato funzionale non solo alla riduzione delle emissioni, ma anche al contenimento della dipendenza energetica e all’obiettivo di riduzione del divario di prezzo dell’elettricità rispetto alla media europea. L’ambizioso obiettivo da raggiungere entro il 2030 è del 28% di rinnovabili sui consumi complessivi così articolati:
  • le rinnovabili elettriche al 55% al 2030 rispetto al 33,5% del 2015;
  • le rinnovabili termiche al 28 – 30% al 2030 rispetto al 19,2% del 2015;
  • le rinnovabili trasporti al 17 – 19% al 2030 rispetto al 6,4% del 2015.
  • L’efficientamento energetico, con gli obiettivi di ridurre i consumi annui dal 2021 al 2030 (10 Mtep/anno) e favorire il cambio di mix settoriale per il raggiungimento del target di riduzione CO2 non-ETS con particolare attenzione ai settori del residenziale e a quello dei trasporti. La SEN vuole favorire le iniziative per la riduzione dei consumi col miglior rapporto costi/benefici per raggiungere nel 2030 il 30% di risparmio rispetto al tendenziale fissato nel 2030, nonché di dare impulso alle filiere italiane che operano nel contesto dell’efficienza energetica come edilizia e produzione ed installazione di impianti.
  • La decarbonizzazione del sistema energetico, per raggiungere importanti benefici ambientali e sanitari e cooperare al conseguimento degli obiettivi europei. E’ fondamentale che si conseguano in tempo utile investimenti in infrastrutture e impianti, anche procedendo alla riconversione degli attuali siti in poli innovativi di produzione energetica. Pertanto, gli obiettivi indicati nella SEN per questo aspetto sono:
  • la chiusura degli impianti termoelettrici a carbone al 2030 senza extra costi;
  • l’accelerazione della chiusura degli impianti termoelettrici a carbone al 2025 con investimenti mirati.
  • L’incremento delle risorse pubbliche per ricerca e sviluppo in ambito clean energy, ambito in cui l’Italia si è ritagliata un ruolo da protagonista facendosi promotrice della Mission Innovation nata dalla COP21. La Mission Innovation prevede il lancio di progetti di frontiera cleantech con il raddoppiamento entro il 2021 delle risorse pubbliche destinate agli investimenti in ricerca e sviluppo in ambito clean energy. Necessario quindi un rafforzamento dell’impegno pubblico per creare le condizioni per attrarre investimenti privati contribuendo in tal modo allo sviluppo di soluzioni tecnologiche idonee a sostenere la transizione energetica, mantenendo costi ragionevoli e offrendo concrete opportunità di impresa nonché di occupazione. L’obiettivo fissato dalla SEN per questo tema è il raddoppio degli investimenti in ricerca e sviluppo clean energy: da 222 Milioni nel 2013 a 444 Milioni nel 2021.

Condicio sine qua non per l’attuazione della SEN è la perfetta sintonia tra gli attori del processo di sviluppo delineato. Un impegno che vede quindi il coinvolgimento di Istituzioni, imprese, Autorità di regolazione e società civile.

La centralità del consumatore

Vorrei soffermarmi proprio sul ruolo del consumatore, un aspetto che all’interno della SEN riveste un posto centrale. Fermo restando la necessità di policies pubbliche efficienti, sarà la società civile ad essere il finalizzatore dell’intero processo, saranno le scelte di consumo verso un utilizzo consapevole delle fonti energetiche l’elemento essenziale.

A tal proposito si legge nella SEN: “Centralità del consumatore come motore della transizione energetica, da declinare in un maggiore coinvolgimento della domanda ai mercati tramite l’attivazione della demand response, l’apertura dei mercati ai consumatori e auto-produttori (anche tramite aggregatori) e lo sviluppo regolamentato di energy communities”.

Nei prossimi anni, si dovrà puntare molto sulla società civile, nucleo fondante di ogni azione programmatica, contrariamente a quanto suggerito da un malsano sentire comune che vede i decisori politici lontani dalle esigenze delle comunità, soprattutto nel percorso che condurrà all’attuazione delle Linee programmatiche previste dalla SEN.

D’altronde, la logica bottom-up, ossia quel processo che ha le sue radici dal basso è una delle garanzie maggiori di successo in qualsiasi dinamica strategica. Una strategia bottom-up regola infatti la gestione di conoscenze e la risoluzione di problemi. Solo quando il consumatore è al centro del cambiamento il processo di innovazione può dirsi realizzato.

In quest’ottica rientra la riflessione sulla metamorfosi del consumatore: figura che si evolve in prosumer – che vede l’unione del concetto di produttore di energia (producer) e di consumatore (consumer). Negli ultimi anni si parla di prosumer e aggregatori, come passaggio necessario per la transizione energetica verso un sistema che sia rinnovabile in toto. In paesi come Francia, Germania e Regno Unito già da tempo i prosumer sono parte del sistema energetico, nel nostro Paese è con la SEN che si delineano nuove forme di produzione. Saranno le nostre case i luoghi in cui saranno tangibili i vantaggi economici e ambientali tanto auspicati.

Il lavoro svolto negli ultimi quattro anni dal Ministero dell’Ambiente ha visto per la prima volta il Palazzo di Via Cristoforo Colombo un driver dello sviluppo, come più volte sottolineato dal Ministro Galletti, non più il “Ministero del No”, ma il Ministero dello sviluppo e della crescita.

Il processo innescato in questi anni non può subire battute d’arresto perché la rotta è stata tracciata e la direzione imboccata è quella verso il futuro, un futuro sostenibile per tutti.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati