L’assenza di una legislazione nazionale specifica in tema di Data center ha comportato incertezze tra gli operatori del settore per quanto riguarda la realizzazione e la localizzazione delle infrastrutture destinate a ospitarli, lasciando, di conseguenza, ampi margini di discrezionalità ai singoli comuni.
Regione Lombardia, pertanto, con l’intento di colmare l’attuale vuoto normativo, con delibera di Giunta regionale XII/2629 del 24 giugno 2024 ha approvato le “linee guida per la realizzazione in Lombardia delle infrastrutture fisiche in cui vengono localizzate apparecchiature e servizi di gestione delle risorse informatiche – Data center” al fine di fornire ai soggetti interessati e ai Comuni lombardi indirizzi uniformi nella pianificazione urbanistica di tali infrastrutture.
Le scelte pianificatorie comunali, infatti, hanno un ruolo determinante nell’individuazione delle aree in cui consentire la realizzazione dei Data Center.
Che cosa si intende per data center secondo le linee guida
Anzitutto, è necessario chiarire quale sia il significato del termine Data center. Le Linee Guida li definiscono espressamente come “una stanza, un edificio o una struttura fisica che ospita l’infrastruttura IT per la creazione, l’esecuzione e l’implementazione di applicazioni e servizi e per l’archiviazione e la gestione dei dati associati a tali applicazioni e servizi”. Si tratta quindi di locali adibiti al contenimento della massa di dati e informazioni che viene quotidianamente prodotta a livello informatico in maniera sempre più rilevante.
Obiettivi e finalità delle nuove linee guida per i data center
I Data center sono fondamentali nel migliorare sia l’archiviazione rapida e sicura dei dati sia i servizi digitali, con particolare riguardo all’implementazione e allo sviluppo delle applicazioni di intelligenza artificiale. I Data center possono, poi, contribuire non solo allo sviluppo industriale e all’innovazione, ma anche alla riduzione di emissioni, all’ecosostenibilità e allo sviluppo di occupazione di qualità.
Tuttavia, queste infrastrutture necessitano di una connessione alla rete elettrica per l’alimentazione dei relativi sistemi e dell’installazione di generatori di emergenza per far fronte ad eventuali interruzioni di corrente. Questi fattori, che sono tra gli aspetti di impatto ambientale di maggior rilevanza, unitamente a quelli concernenti l’eventuale consumo di suolo e la perdita dei relativi servizi ecosistemici e di habitat, ai prelievi idrici, al rumore e ai rischi di incidente, sottolineano l’importanza di pratiche sostenibili nel loro funzionamento.
L’obiettivo, dunque, è quello di promuovere la creazione di Data center moderni ed efficienti, ma che siano al contempo compatibili con il contesto urbano e ambientale della Regione; in questo modo, si vuole garantire uno sviluppo sostenibile del settore, minimizzando l’impatto ambientale e paesaggistico di queste infrastrutture.
Classificazione dei Data center in base alle Linee Guida
Regione Lombardia ha classificato i Data center in base alle dimensioni fisiche dell’impianto, al fabbisogno energetico e alla potenza di calcolo.
Tali criteri sono fondamentali per determinare il tipo di autorizzazioni e normative specifiche applicabili a ciascun impianto.
In particolare, gli impianti vengono classificati nelle categorie seguenti:
- Hyperscale: strutture di grandi dimensioni, con fabbisogno energetico di oltre 100 MW, che hanno, di regola, uno sviluppo per fasi con tempi di realizzazione successivi dettati dalla graduale crescita dei fabbisogni di servizi destinati ai clienti finali. Sono generalmente gestiti dai grandi operatori del settore;
- Colocation: strutture di medie dimensioni, con fabbisogno energetico di oltre 5 MW. Il Data center è di proprietà del cliente, ossia l’azienda stessa che usufruisce dei servizi, ma viene, solitamente, gestito da un operatore di servizi esterno; si tende a parlare, infatti, di colocation housing di un Data center;
- Edge: strutture solitamente piccole (a volte anche solo un container), con fabbisogno energetico inferiore a 1 MW. Sono, di solito, situati nelle vicinanze dei soggetti che elaborano i dati o nelle vicinanze del luogo in cui i dati vengono generati. Sono, prevalentemente, di proprietà da società di telecomunicazioni, operatori di servizi informatici e in alcuni casi del cliente stesso;
- HPC (High Performance Computing): possono essere di varie dimensioni e con differente fabbisogno energetico. Sono utilizzati a supporto dell’intelligenza artificiale, dell’apprendimento automatico e di altre operazioni di calcolo complesse. Sono di proprietà delle singole imprese e gestiti dalle stesse o da un operatore di servizi;
- Cripto-mining puro (“mining”): sono spesso container o edifici di piccole dimensioni con un fabbisogno energetico elevato, ma vengono gestiti con risorse limitate. I soggetti interessati sono attratti principalmente dal basso costo e dal facile accesso all’energia elettrica.
L’impatto ambientale dei data center e le relative autorizzazioni
Sotto il profilo ambientale, le Linee Guida precisano che se la potenza termica nominale dei generatori di emergenza è superiore a 50 MW si ricade in attività soggetta ad autorizzazione integrata ambientale (AIA). In tal caso, in conformità alla normativa vigente, è indispensabile che il progetto venga preliminarmente sottoposto alla verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), al contrario, nel caso in cui la potenza complessiva superi i 150 MW, il progetto deve essere assoggettato a procedimento di VIA.
Inoltre, tutte le istanze relative alle strutture di medie e grandi dimensioni devono essere valutate in sede di conferenza di servizi, nell’ambito della quale la Provincia o la Città Metropolitana territorialmente interessata esprime un parere sulla compatibilità dell’intervento sulla base delle presenti Linee Guida.
Indirizzi per la localizzazione dei Data center
La novità più rilevante, sotto il profilo urbanistico, contenuta nelle Linee Guida riguarda la compatibilità dei Data center con le destinazioni d’uso produttiva e direzionale, con la logica conseguenza che è possibile insediare le infrastrutture in aree e immobili con tali destinazioni.
I Comuni, come in tutti gli altri casi in cui si deve effettuare un intervento, hanno il compito di valutare l’infrastrutturazione dell’area in cui si intende realizzare il Data center, con particolare riguardo a quelli di media e grande dimensione (con un impianto termico superiore a 50 MW); in tale ottica, devono considerare una serie di fattori quali: l’adeguatezza delle infrastrutture, la disponibilità di energia a basso costo (preferibilmente energie rinnovabili), la preferenza per aree inattive o dismesse, i rischi ambientali, la qualità del paesaggio, l’impatto sulle reti ecologiche, la vicinanza a infrastrutture come strade, trasporti pubblici, sistemi di approvvigionamento idrico, linee elettriche, sistemi fognari e condotti tecnologici, nonché la presenza di altri Data center o attività che potrebbero trarre vantaggio dalla co-localizzazione per la conservazione dei posti di lavoro e lo sviluppo economico.
Conclusioni
Queste Linee Guida, dunque, in attesa di previsioni normative nazionali più puntuali, rappresentano senza dubbio un significativo progresso nella realizzazione e gestione dei Data center, almeno per quanto riguarda la regione Lombardia, delineando una strategia innovativa nella gestione degli ingenti volumi di dati e informazioni di cui la Società di oggi non è più in grado di fare a meno.