Come dichiarato non appena è stata resa nota la nomina del ministro Madia, ad avviso del Movimento 5 stelle tale nomina rappresenta l’ulteriore conferma di come questo Governo, degno erede dei suoi nefasti predecessori, non abbia una minima visione in tema di agenda digitale. Che alla digitalizzazione non sia stato dedicato né un ministero né un sottosegretariato, ma si sia scelto piuttosto di tornare ad affidare la materia alla Funzione Pubblica, e a un ministro che non ha competenze specifiche in materia, è l’ennesimo segnale, che ribadiamo da tempo attraverso atti parlamentari, della scarsa attenzione che questo è tutti gli ultimi esecutivi hanno avuto verso questo comparto. Condividiamo in proposito la riflessione degli Stati generali dell’innovazione circa la delega delle competenze alla funzione pubblica; l’Agenda digitale, infatti, non può e non deve essere confinata alla mera digitalizzazione della PA, rispetto alla quale, peraltro, non vengono destinate risorse sufficienti. Si possono elaborare i migliori servizi online per la PA ma se non si garantisce l’accesso dei cittadini rimane tutto bellissimo, sempre a condizione che si riesca a realizzare, ma inutile.
La priorità è la banda larga, come dimostrano i dati sulla penetrazione di tale tecnologia che vedono l’Italia come fanalino di coda. Le politiche fino a qui perseguite dimostrano il fallimento del modello pubblico-privato soprattutto nelle aree poco profittevoli. Il Movimento è riuscito a far approvare in Destinazione Italia un emendamento che prevede la completa mappatura delle reti esistenti così da favorire un intervento pubblico mirato nelle zone non coperte, piuttosto che continuare con nuovi progetti. Ora il Governo deve emanare il decreto attuativo che al momento è lettera morta. La prossima settimana avremo i nostri cittadini portavoce in Europa e anche da Bruxelles la nostra priorità sarà l’agenda digitale e il suo finanziamento. Romperemo i vincoli del patto di stabilità per garantire gli adeguati investimenti pubblici in un settore strategico per l’Italia e l’Europa.