Il decreto Sblocca italia, in discussione alla Camera in questi giorni, contiene, tra gli altri temi contestatissimi in materia ambientale e infrastrutturale, anche una parte relativa alle telecomunicazioni. Più nello specifico si tratta di favorire fornitori di servizi di comunicazione elettronica tramite la possibilità di avvalersi di crediti di imposta su IRES e IRAP fino a un massimo del 50% dell’investimento effettuato per la realizzazione di reti a banda ultralarga in zone nelle quali non sono previsti specifici piani attuativi.
I dubbi riguardano la concreta efficacia di questa misura e sull’interesse dei fornitori a effettuare gli investimenti previsti. E’ un dato di fatto, infatti, come in alcune zone del Paese i bandi previsti per la realizzazione del Piano banda ultralarga siano andati deserti per mancanza di interesse da parte degli operatori pur a fronte del riconoscimento di stanziamenti a fondo perduto. Non si comprende pertanto, cosa conduce a ritenere che il riconoscimento di un credito di imposta nella misura indicata possa avere maggior fortuna.
Servirebbero invece investimenti da parte del Governo per risolvere il divario digitale nella banda larga ed ultra larga dell’Italia in relazione alle altre nazioni europee, come sempre auspicato dal M5S.