La situazione delle Authority tlc e privacy, in questa fase politica, è chiaramente delicata. In particolare lo è per il Garante per la protezione dei dati personali, il cui Collegio è scaduto lo scorso 19 giugno. Da allora, le Camere hanno calendarizzato un paio di volte l’elezione dei quattro componenti per poi rimandarne a tempo indeterminato calendarizzazione del voto.
Con la proroga della scorsa settimana (60 giorni che scadono l’8 ottobre, Ndr.), il CdM prende atto dell’incapacità del Parlamento di individuare le 4 figure di garanzia, i 4 tecnici e policy makers necessari per guidare la più importante delle Autorità indipendenti del nostro Paese, il Garante Privacy.
Vista anche la brevità delle legislature, e l’incertezza continua del quadro politico, è forse tempo che questo compito, di selezionare il meglio per la guida del Garante e di nominare adeguate figure di eccellenza a guidare questa importante magistratura indipendente, venga sottratto al Parlamento, che già in passato ha dimostrato di non stare sempre molto sul pezzo, e venga invece affidato per legge al Presidente della Repubblica, l’unica istituzione stabile del nostro Paese.
In verità tanto il Garante Privacy quanto l’AGCOM godono di un gruppo eccezionale di funzionari e dirigenti stabili, competenti e di lungo corso, che rappresentano la vera continuità delle due istituzioni. Certo la proroga chiaramente circoscrive il ratio d’azione delle due autorità al disbrigo dei soli affari correnti, limitando di fatto l’operato e la visione di lungo corso delle due Autorità.
I cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni non possono aspettare e subire ulteriori ritardi a causa delle turbolenze della politica.
Al tempo stesso, dato lo scenario politico lacerato non è pensabile che si trovi un accordo politico sulle Autorità, forse a questo punto sarebbe opportuno prorogare almeno di un anno i Collegi attuali e aspettare la pienezza di un nuovo Parlamento per la nomina tanto attesa dei nuovi componenti.