L’attenzione delle Istituzioni al tema del M2M, Machine to Machine, e più in generale, all’Internet of Things è sotto gli occhi di tutti gli addetti ai lavori. In particolare, l’Autorità per le Garanzia nelle Comunicazioni in un anno ha avviato tre azioni: un’indagine conoscitiva, un Comitato tecnico ed una consultazione.
Già dal 2016, e poi a continuare nel 2018-2019, si continua a parlare sempre di più del tema Machine to machine, e di come le varie macchine in un contesto aziendale di industria 4.0 possano collaborare tra loro, scambiandosi dati ed informazioni utili al funzionamento della filiera e dell’azienda. Perché l’M2M è proprio questo, grazie a delle schede SIM speciali (appunto le SIM M2M) che in pratica forniscono soltanto connessione a internet, è possibile far comunicare robot tra di loro, e scambiare informazioni e dati sulle varie attività automatizzate compiute dalle stesse macchine.
La prima indagine conoscitiva aveva come obiettivo l’esame dei fattori che influenzano lo sviluppo dei servizi M2M, la valutazione delle previsioni di sviluppo, le modalità di utilizzo e l’individuazione di eventuali barriere normative.
I risultati ottenuti dall’indagine hanno portato l’Autorità, in un secondo momento, ad avviare un Comitato tecnico per lo sviluppo dei servizi di comunicazione M2M, ossia un gruppo di lavoro aperto ai principali soggetti interessati (sia pubblici sia privati). Purtroppo, dopo una prima proficua riunione, il Comitato non si è più riunito.
Più recentemente AGCOM, compresa l’importanza del dibattito e la necessità di regolare il servizi di comunicazione Machine-to-Machine, ha avviato, con delibera n. 43/16/CIR, una consultazione pubblica al fine di acquisire dagli operatori valutazioni di mercato e regolamentari per un’eventuale integrazione del Piano Nazionale di Numerazione (PNN).
Se l’indagine iniziale, dunque, è stata conoscitiva di un mercato ad oggi ancora troppo poco conosciuto, la consultazione attuale, invece, entra verticalmente in un ambito di competenza specifico come la modifica del PNN in relazione al dual IMSI e l’introduzione di prescrizioni in relazione all’uso di IMSI extraterritoriali.
Giova sottolineare inoltre che nel corso del 2015, l’Autorità per l’Energia AEEGSI, ha coinvolto 18 aziende su una consultazione finalizzata a determinare gli orientamenti in merito ad un tema molto importante dell IoT: lo smart metering 2G ed ha avviato una serie di iniziative sinergiche con AGCOM per l’individuazione di soluzioni di comunicazione multimodale che meglio si adattino alle diverse situazioni locali utilizzando anche reti fisse a banda larga, la fibra ottica, le comunicazioni wireless sia in banda licenziata che non. Facciamo riferimento rispettivamente al Narrowband IoT ed a soluzioni LPWA Low Power Wide Area che consentono di abilitare alcuni servizi aggiuntivi in tempo reale compatibili con gli sviluppi tecnologici che è ragionevole attendersi nei prossimi 15-20 anni.
Si tratta di un’attività di collaborazione tra i due regolatori (Energia e Comunicazioni) la quale ha anche risvolti di studio e ricerca e che vediamo molto positivamente in quanto favorisce lo sviluppo dei servizi e il superamento di possibili ostacoli mediante l’uso sinergico delle rispettive competenze e ambiti d’intervento.
Tra gli spunti di riflessione emersi dalla consultazione segnaliamo che per quelle tecnologie che necessitino di una SIM, la possibilità di cambiare operatore senza la sostituzione fisica della SIM rappresenta una esigenza fondamentale per la concorrenza tra operatori TLC e quindi per la minimizzazione dei costi di connettività. C’è la consapevolezza della disponibilità di soluzioni “embedded SIM” (e-SIM) che consentono il cambio di operatore da remoto o da parte dell’utente (se abilitato) senza richiedere la sostituzione fisica della SIM. In questo scenario non sarebbe più necessario sostituire la SIM al cambio dell’operatore TLC, che è uno degli ostacoli allo sviluppo di soluzioni efficienti grazie alla piena concorrenza tra gli operatori nel settore delle comunicazioni wireless.
Analisi delibera Agcom
L’Autorità ha individuato alcune applicazioni M2M di maggior rilievo economico e regolamentare nel caso in cui la soluzione tecnologica preveda l’utilizzo di reti radiomobili e quindi utilizzo di dispositivi con SIM CARD; si rende necessario un aggiornamento del quadro normativo italiano al fine di permettere la diffusione del servizio a condizioni non discriminatorie anche da parte degli MVNO operanti sul territorio nazionale. Le tre applicazioni di rilievo sono:
1. Connected Cars
Da alcune stime si evince che nel 2017 ci saranno 140M di dispositivi interconnessi a livello globale. In particolare, il regolatore guarda ai servizi correlati:
· eCall (rese obbligatorie dal Regolamento EU n. 305/2013)
· Check Box (scatole nere)
· Automotive Infotainment Systems (es. sistemi di supporto alla guida).
2. Smart metering
Si tratta di una applicazione di forte impatto e resa obbligatoria dall’articolo 3 dell’Allegato A della delibera n. 292/06 AEEGSI. L’attuazione di tale delibera nell’ambito di soluzioni in banda licenziata comporterebbe l’eventuale installazione di milioni di dispositivi che accedono alla rete cellulare attraverso concentratori dotati di SIM. La discussione normativa verte sull’assegnazione delle risorse di numerazione radiomobili e/o geografiche, nonché su temi quali la sostituzione fisica o virtuale delle SIM.
3. Internet in the car
Considerando i nuovi modelli di business emergenti, si prevede il caso di utilizzo di SIM (IMSI attribuita in un certo Stato o global service ITU) per la fornitura di un accesso ad Internet. Il proprietario della vettura aderisce all’offerta di un MNO nazionale, che si avvale di una SIM con IMSI non nazionale
Quali sono le problematiche regolamentari evidenziate ?
1. L’uso di IMSI extra-territoriali per la fornitura di servizi M2M in Italia ha un forte impatto sull’ingresso e la competizione per Mobile Virtual Network Operators MVNO nel mercato M2M, dove è necessario garantire la più ampia copertura della rete radiomobile, requisito che i MVNO possono soddisfare solo se viene loro consentito l’utilizzo di molteplici IMSI ed in particolare di un IMSI straniero nel territorio italiano.
Per risolvere il problema basterebbe utilizzare la tecnica “multi IMSI” che permette la configurazione della SIM di IMSI nazionali e stranieri e che però non è consentita attualmente. Ad oggi, il Piano Nazionale di Numerazione PNN vieta l’uso della tecnica dual IMSI in Italia, con IMSI italiano e extra territoriale, da parte di un operatore italiano[1]. Analogamente, il PNN non fornisce indicazioni sull’uso extra-territoriale di SIM con IMSI extra-territoriali da parte di operatori italiani.
In altre parole, un MVNO che ha un accordo con un Mobile Network Operator MNO (che quindi risulta MHO Mobile Host Operator), non può andare in roaming sugli altri MNOs poiché quest’ultimi non hanno l’obbligo di garantirgli l’accesso in assenza di copertura da parte del MHO ed inoltre il MHO non gli permette di acquistare il servizio da altro operatore. Qualora non sia presente la copertura radio del MHO, il MVNO non può quindi garantire il servizio M2M.
2. Per quanto riguarda l’uso di IMSI extra-territoriali per smart metering nell’ambito delle soluzioni Punto/Punto (2G), si evidenziano criticità normative e regolamentari:
2.1. La copertura radiomobile non garantisce prestazioni ottimali in apparati indoor e non in movimento
2.2. L’innovazione nelle reti radiomobile determina il deprovisioning di quelle precedenti, soprattutto nel caso di sovrapposizioni di copertura
2.3. I servizi vengono offerti senza che l’aggiudicatario della gara, che utilizza SIM estere, abbia un diretto controllo della rete, attraverso la quale presta il servizio, e della durata temporale degli accordi di roaming e delle licenze nazionali 2G
3. Il terzo tema da dibattere è relativo alla fornitura di servizi Internet in the car unitamente ad applicazione M2M
Nessun operatore italiano ha ancora avviato servizi Wi-Fi Hotspot veicolari in Italia (quindi attraverso un MNO italiano che usi IMSI estere), poiché ancora in attesa di un chiarimento e/o adeguamento regolamentare sull’uso dei codici IMSI non italiani. Gli operatori ritengono che l’uso extraterritoriale dei codici IMSI sia di fondamentale importanza per l’efficiente fornitura dei Servizi M2M e connettività.
4. Avvio della consultazione
Sia il livello di evoluzione del contesto normativo sia l’evoluzione del mercato, mettono in luce una serie di tematiche che, a livello regolamentare, occorre analizzare ed eventualmente disciplinare con particolare riferimento al PNN. L’Autorità dunque ha avviato una consultazione per richiedere agli operatori di fornire proprie valutazioni di mercato e regolamentari al fine di acquisire ogni utile elemento per una eventuale integrazione del PNN, previa consultazione di altri Enti interessati, quali ad esempio il MISE, il Ministero di grazia e giustizia, la Polizia postale, la AEEGSI. In particolare, in relazione alla necessità di:
4.1. Modificare l’articolo 29 del PNN in relazione al dual IMSI, indicando il tipo di modifica;
4.2. Fornire, nel PNN, specifiche prescrizioni in relazione all’uso di IMSI extraterritoriali.
[1] L’art 29, comma 9 del PNN prevede che un soggetto autorizzato in Italia possa prendere in uso da soggetto assegnatario di codice MCC+MNC con MCC assegnato ad uno stato estero archi di numerazione IMSI da associare a numeri di cui alla Raccomandazione ITU-T E.164 con codice internazionale “+39”, previa comunicazione da parte dei due soggetti alle rispettive Amministrazioni competenti, in accordo con la Raccomandazione ITU-T E.212, Annesso E, ma tali numeri IMSI non sono utilizzabili sul territorio italiano.