Sembra essersi conclusa ,dopo oltre un anno e mezzo, la fase di messa a punto della macchina organizzativa dell’Agid (Agenda per l’Italia digitale). Finalmente la Corte dei Conti ha stabilito congruo l’organico dell’Agenzia ed equo il relativo impegno finanziario complessivo.
Nel frattempo, in modo più o meno ufficiale, l’organismo di gestione a capo della strategia di sviluppo della digitalizzazione della PA e del Paese ha continuato ad operare mettendo a punto alcuni progetti definiti prioritari (fatturazione elettronica, identità digitale, anagrafe dei residenti) per il recupero del divario in termini tecnologici e di processo che ci relega in coda alla classifica dei Paesi dell’Europa a 28.
Molti auspicavano che la gestione e il coordinamento di politiche di grande impatto sociale, propedeutiche al rilancio di comparti industriali innovativi e strategici, dovessero essere presidiate da un unico organismo che alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio, avesse i sufficienti poteri per mettere in sintonia le varie anime che sono state chiamate a gestire la digitalizzazione del Paese.
Da qui la nomina di Francesco Caio la cui apparizione speriamo abbia contribuito ad accelerare l’operatività di Agid oltre ad averci regalato l’ennesimo dossier che fotografa lo stato di digital divide del Paese riportando i dati di carenza strutturale in termini di dotazione di banda larga, larghissima ed ultra larga.
Crediamo che la diagnosi e le relative terapie da mettere in campo per aggredire la “malattia” dei nostri ritardi siano da tempo note.
Quello che maggiormente preoccupa è il continuo cambio di indirizzo strategico rispetto a scelte obbligate ed il consueto avvicendamento ai vertici di una organizzazione che avrebbe, viceversa, necessità di stabilità e impiego di adeguate risorse.
Federmanager , organizzazione dei Dirigenti Industriali, guarda con interesse, ma anche con qualche preoccupazione, alle vicende dell’Agenzia per l’Italia digitale .
Si tenga conto infatti che tra gli associati della Federazione ritroviamo quasi quindicimila dirigenti impegnati nei settori dell’ICT che combattono quotidianamente in aziende in grande affanno da oltre un decennio.
Riteniamo pertanto che per fare avanzare i programmi di sviluppo dell’Agenda digitale sarebbe dannoso attendere ancora l’arrivo di “Sempronio”. Variamo i Decreti attuativi ancora giacenti nei cassetti delle varie commissioni parlamentari e andiamo avanti.
I dirigenti di Federmanager si sono già messi a disposizione dell’Agenzia apportando il proprio bagaglio di competenze e professionalità per contribuire ad imprimere le necessarie accelerazioni ai processi di modernizzazione delle imprese e della PA per uno sviluppo organico di tutti i comparti della nostra società.