Il commento

Ma l’Agenda non è solo la PA digitale. Cronaca di un ritardo

Tutte le novità, dal decreto del Fare in poi, sono concentrate sulla pubblica amministrazione. Il resto boccheggia: bloccato il bando smart cities; banda larga, eCommerce. Si è persa la visione di sistema che era in nuce nel decreto Sviluppo Bis

Pubblicato il 13 Set 2013

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Avrete notato che stiamo pubblicando quasi soltanto articoli sulla Pa digitale. Non è un caso. E’ spia di un problema che credo stia affliggendo i programmi di Governo intorno all’Agenda digitale. Si è persa quella visione di sistema- o d’insieme- che era uno dei punti di forza (forse il solo) del decreto Sviluppo Bis (Crescita 2.0) del Governo Monti. Ossia la consapevolezza che- ci piaccia o no- la rivoluzione digitale non la si può fare a metà. Non si possono imporre nuovi obblighi alle Pa senza andare avanti, allo stesso passo, con la banda larga, il sostegno alle startup, l’alfabetizzazione, promozione all’eCommerce. Perché è un ritardo strutturale, quello dell’Italia, come dicono gli studi.

Insomma, il Governo ora si sta concentrando su Fascicolo Sanitario, sui nuovi datacenter, sul sistema dell’identità digitale, l’Anagrafe… Ma se perde la visione d’insieme, non solo abbandonerà gli altri capitoli a sé stessi, ma mancherà anche gli obiettivi che si sta prefiggendo.

Per la banda larga, l’ultima notizia è il taglio dei 20 milioni di euro, che pare verranno recuperati… Ma Sviluppo economico è in una fase di ristrutturazione e accorpamenti, persone dovranno cambiare di poltrona e andarsene; come garantire che il lavoro da fare (i bandi per il digital divide e la banda ultra larga) non subisca intoppi?

Per le startup andiamo un po’ meglio, anche se restiamo ancora in attesa di incentivi fiscali importanti. Un memo della Commissione europea, ieri, ha ricordato che la politica governativa sulle starrtup tecnologiche ha permesso di aumentare del 24 per cento l’occupazione in questo tipo di aziende. E sono soprattutto giovani.

Peggiore ancora è la stasi che affligge le politiche governative su eCommerce e smart cities, il cui bando da 665 milioni di euro mi risulta essere in stallo. Il pacchetto Scuola, lodato da qualcuno, è un’occasione sprecata per la rivoluzione digitale. E la Scuola è quel fattore di svecchiamento, della cultura italiana, di cui abbiamo assolutamente bisogno.

La nuova governance Ragosa-Caio, sotto la presidenza del Consiglio, promette un’accelerazione di sistema, ma i capitoli aperti sono così tanti, notevoli i ritardi che monitoriamo, che l’impresa sembra epica. Senza un cambio di passo, un nuovo impegno da parte del Governo. Ma sui temi del digitale l’impegno sembra solo parziale, a essere ottimisti.

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