AGENDE REGIONALI

Meno Ced e banda larga per tutti: la Campania spinge su qualità e risparmio

Il vice Presidente della Regione, Guido Trombetti: “Ma è necessaria una forte sinergia governo-istituzioni per spingere l’attuazione dell’Agenda digitale”. I principali ostacoli sul cammino sono di natura culturale e organizzativa: “Va trovata una soluzione”

Pubblicato il 15 Nov 2013

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“Le nuove infrastrutture di rete rappresentano le autostrade sulle quali devono viaggiare i servizi per pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini. Tali reti sono, quindi, gli elementi di base per garantire il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale”. Lo sostiene il vice Presidente della Regione Campania con delega all’Innovazione e alla Ricerca Scientifica, Guido Trombetti.

“La Regione Campania – sottolinea – sta dando un forte impulso allo sviluppo di tali infrastrutture con diversi interventi mirati che hanno l’obiettivo, da un lato, di abbattere il digital divide sul territorio e garantire a tutti l’accesso alla banda larga e, dall’altro, di realizzare sul territorio interventi volti al rifacimento della rete di accesso, vero limite allo sviluppo di servizi a banda ultralarga”. Per portare avanti il piano, la Regione opererà in stretta sinergia con le autorità nazionali contando in particolare sulle partnership con il ministero dello Sviluppo Economico, che puntano a regime a servire con la rete broadband tutta la Campania. Insieme alle università regionali si sta poi lavorando alla realizzazione di una specifica infrastruttura cloud per la pubblica amministrazione.

Sul fronte dei servizi sono stati finanziati molti Comuni per progetti per la dematerializzazione dei documenti e le procedure di e-procurement. E sull’identità digitale unica e integrata nell’anagrafe nazionale Ina-Saia “si è in fase avanzata nella realizzazione dell’infrastruttura regionale di raccordo tra i Comuni e il Ministero degli Interni”, puntualizza Trombetti. Sono state avviate sperimentazioni di identificazione ed autenticazione dei cittadini tramite carta Cns (carta nazionale servizi)-Ts (tessera sanitaria) per servizi sanitari.

Per una positiva riuscita delle iniziative previste dall’Agenda digitale secondo Trombetti è però necessaria “una forte sinergia tra le istituzioni – Governo, Regioni, Enti Locali -, i player di settore ed i cittadini. Il processo decisionale richiede che convergano in un sol punto tutti coloro che, a vario titolo, sono portatori di interessi, poiché possono assumere il ruolo, a seconda del contesto, di fornitori di servizi o di utenti”. “Le Regioni, in qualità di enti di programmazione a forte connotazione territoriale, – continua – sono quindi attori fondamentali del processo perché sono caratterizzate da un notevole know-how. Essendo a conoscenza delle specifiche esigenze del territorio, possono favorire il processo di partecipazione e rappresentano, quindi, un punto di riferimento sia per l’intera comunità regionale che per le istituzioni nazionali”. Il rafforzamento della cooperazione Stato-Regioni consentirebbe inoltre di evitare la mancata interoperabilità. “L’innovazione digitale è obiettivo ancor più raggiungibile se inserito nel quadro più ampio delle politiche di coesione per evitare forti specializzazioni territoriali scollegate o addirittura isolate dal resto del Paese”, sottolinea il vie Presidente.

La pianificazione di interventi di razionalizzazione degli investimenti Ict – secondo Trombetti – è un fattore essenziale per l’attuazione delle politiche di spending review della PA. “Spending review deve significare ottimizzazione della spesa attraverso l’individuazione e l’eliminazione degli elementi che non apportano alcun valore aggiunto al processo di fornitura dei servizi. Secondo tale prospettiva, i servizi digitali che possono contribuire significativamente alla spending review sono molteplici e, si possono citare, ad esempio, l’anagrafe unificata, la dematerializzazione degli atti, la sanità elettronica e la centralizzazione dell’erogazione dei servizi telematici delle pubbliche amministrazioni”.

Sul cammino restano però ancora ostacoli: “Le principali difficoltà sono di natura culturale, come quella di immettere nel mondo del lavoro le nuove generazioni già avvezze all’uso delle tecnologie Ict ad esempio”. Un altro aspetto “è la diffidenza ancora esistente verso molti servizi offerti dalla rete. Nei nuovi piani della Commissione europea sono infatti previsti investimenti per rendere più sicura la rete e per piani di formazione a tutti i livelli della società”.

E non mancano problemi di natura organizzativa, di bilancio (per i problemi legati al rispetto del Patto di Stabilità e per l’effettiva disponibilità dei fondi necessari ad attuare gli interventi), di natura economica (per la scarsa redditività, a breve termine, degli investimenti da effettuare).

“L’individuazione dei potenziali ostacoli – sottolinea Trombetti – potrà aiutare ad apportare gli opportuni correttivi”. La Regione Campania sta lavorando anche alla razionalizzazione dei Ced. “È uno degli interventi infrastrutturali dell’Agenda digitale. L’Agenzia per l’Italia digitale ha, da qualche settimana, emanato le relative Linee guida e sono in corso gli incontri tra i responsabili delle Regioni e le istituzioni nazionali per definire, coordinare e promuovere gli interventi di razionalizzazione su base regionale. Anche la Regione Campania è protagonista di queste iniziative che vedranno piena attuazione nella nuova programmazione 2014-2020”.

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