Le priorità da suggerire al nuovo Governo potrebbero essere diverse a seconda dell’orizzonte temporale che esso avrà di fronte. In effetti, se la sua vita è destinata ad essere molto breve potrebbe essere utopistico porre in cima all’agenda iniziative che richiedono tempi lunghi di gestazione e consultazione con gli stakeholder.
Non bisogna inoltre dimenticare come lo sviluppo del settore non possa prescindere da un lato dagli indirizzi e dalle priorità europee (il framework è, e deve rimanere, quello dell’Agenda Digitale europea) e, dall’altro, dall’agenda regolamentare nazionale.
Se ci poniamo però in uno scenario intermedio, tre richieste pragmatiche possono essere le seguenti.
1. Dare continuità. Sebbene largamente perfettibile, l’Agenda Digitale italiana approvata nel 2012 contiene una serie di provvedimenti che vanno nella direzione della creazione di un ambiente sempre più favorevole allo sviluppo delle economia digitale, con delle ripercussioni positive sull’ammodernamento e la razionalizzazione della Pubblica Amministrazione. Anche se la massimizzazione dei benefici del processo di digitalizzazione e dematerializzazione richiederebbe uno sforzo importante in materia di semplificazione dei processi, i decreti attuativi dell’Agenda Digitale vanno completati al più presto. Il tutto possibilmente sciogliendo subito i possibili dubbi interpretativi e i conflitti latenti (si pensi solo alla materia della semplificazione del processo di realizzazione delle infrastrutture di rete di nuova generazione e al recepimento nei regolamenti comunali). Tra i temi già all’attenzione, ma che rimangono prioritari vi è sicuramente il riordino delle frequenze a favore delle applicazioni più innovative legate alla banda ultra larga;
2. Riconoscere la priorità digitale. Garantire lo sviluppo economico significa anche avere il coraggio di indentificare settori e attività che possono garantire il più elevato moltiplicatore dello sviluppo economico, sia in termini di benefici per i settori economici che in termini di surplus ottenuto dai consumatori finali. Non basta quindi un sotto-segretario alle comunicazioni ovvero all’agenda digitale. Occorre garantire che il coordinamento delle iniziative per lo sviluppo digitale del Paese sia in capo alla Presidenza del Consiglio. La leva digitale deve diventare un capitolo prioritario dell’agenda dei diversi Ministeri;
3. Definire un obiettivo ambizioso. Il Governo dovrebbe innanzitutto dichiarare la sua intenzione di fare dell’Italia il Paese con le condizioni più favorevoli per lo sviluppo dell’ecosistema digitale. Questo significa intervenire in modo attivo nel dibattito sulla definizione del framework europeo in materia di privacy, diritto d’autore, fiscalità digitale, magari anticipando in Italia iniziative che possono favorire lo sviluppo di opportunità di crescita per gli attori nazionali. Forse è sperare troppo, ma sarebbe altamente auspicabile che il Governo potesse dare l’impulso finale per giungere ad un accordo soddisfacente tra Cassa Depositi e Prestiti e Telecom Italia, eventualmente con il coinvolgimento diretto o indiretto degli altri operatori, per dare un definitivo impulso all’ammodernamento delle reti di comunicazioni italiane.