Il 24 luglio, con i colleghi Massimiliano Capitanio e Igor Iezzi, abbiamo presentato alla Camera dei deputati il nostro “pacchetto digitale”: le proposte di legge della Lega sul tema delle tecnologie e delle telecomunicazioni. Quando ci riferiamo al digitale non stiamo dialogando di concetti astratti o di filosofia: in tanti credono che questi temi siano riservati ai massimi sistemi, invece parliamo della vita quotidiana che sta cambiando, e la legge deve essere al passo coi tempi.
Le nostre proposte vogliono aprire un dibattito nel Paese sul tema, cominciando dall’identità digitale: perché non garantirla costituzionalmente? La Costituzione tutela diritti come la capacità giuridica, il nome, la cittadinanza, è giusto dare un valore anche all’identità digitale di un individuo garantendola come diritto. L’opinione pubblica non percepisce infatti il valore della propria identità digitale, perché non tutti hanno piena contezza di cosa significhi cedere informazioni alle App e ai siti che ogni giorno visitiamo a fronte di servizi, cosa che spesso succede in maniera impulsiva.
Indice degli argomenti
L’istituzione di un cloud nazionale
La tutela dei diritti del singolo ci porta naturalmente a parlare di dati. Le informazioni che noi regaliamo sono “il petrolio del terzo millennio”: piattaforme e grandi network sono quotate in borsa proprio in quanto gestori di dati, che cediamo inconsciamente. I privati sviluppano legittimamente le loro strategie industriali, ma noi riteniamo che le Istituzioni debbano avere un ruolo attivo nella gestione dei dati, collaborando attivamente con il mercato: per questo proponiamo di istituire un “cloud nazionale”, che vuole essere una cassaforte inoppugnabile, nella quale conservare i dati che raccolgono gli enti pubblici, locali e nazionali. Lo Stato ha il dovere di difendere gli italiani, perché quando ci riferiamo alle informazioni private dei cittadini, parliamo di proprietà privata, così come lo sono la nostra casa e la nostra auto.
Razionalizzazione dei ripetitori 5G e accelerazione sui permessi per la fibra
Abbiamo incluso nel nostro pacchetto un “piano antenne” per il 5G. Ora che la rete ultraveloce sta entrando nelle nostre case, dobbiamo garantire delle infrastrutture che permettano all’Italia di essere competitiva: tra le nostre proposte di legge vogliamo dare vita a un piano che prevede l’istituzione di un soggetto che amo definire “Mister antenna”. Tale figura avrà il compito di fare una mappatura dei punti all’interno del territorio in cui installare i ripetitori 5G, sfruttando l’infrastruttura verticale esistente, quali pali dell’illuminazione pubblica o semafori. Ci sembra una proposta di buonsenso: perché trasformare le nostre città in una “giungla” di ripetitori, quando è possibile averne un numero ponderato e assicurato da un soggetto terzo, secondo le esigenze di copertura?
È proprio il principio del buonsenso che ci ha guidati nella stesura di altre proposte che riguardano le telecomunicazioni di ultima generazione. Abbiamo incluso nel nostro “pacchetto digitale” delle misure per facilitare i procedimenti amministrativi per l’installazione di reti ad alta velocità: le leggi attuali finiscono per rallentare il cablaggio in fibra ottica del territorio nazionale, che per il Paese rappresenta un’urgenza. Noi proponiamo di modificare la legislazione vigente in materia ambientale, edilizia e paesaggistica, in modo da prevedere dei tempi più rapidi per il rilascio delle necessarie autorizzazioni all’installazione delle reti ultraveloci.
Sostegno alle imprese tlc e web tax
Allo stesso tempo riteniamo sia importante sostenere le imprese che operano nelle telecomunicazioni, modificando la disciplina dei contributi che queste versano per i collegamenti fissi bidirezionali. Le norme in vigore son state concepite anni fa, quando il mercato era diverso: sono penalizzanti per le aziende più piccole, che finiscono per sostenere dei costi sproporzionati rispetto al numero di collegamenti a loro disposizione. Ma non è finita qui: vogliamo riformare la Web Tax per investire parte dei proventi nelle nuove infrastrutture, e poi introdurre delle misure di contrasto alla pirateria cinematografica e audiovisiva.
Il nostro obiettivo è fare in modo che l’Italia non perda il treno del progresso tecnologico, un treno che in tutto il mondo è già partito, sul quale abbiamo diritto a prendere un posto in prima classe. Il nostro Paese ha tutte le potenzialità per essere un’eccellenza anche sul digitale, e per questo focalizzare quali sono gli obiettivi di interesse pubblico e focalizzarli in un progetto valido già oggi per il nostro immediato domani.