Purtroppo oggi l’Italia risulta fanalino di coda su tutti i fronti relativi alle infrastrutture e alle competenze del mondo ICT, ancora una volta mi trovo costretta a dire che se si vuole incidere in maniera forte ed evolutiva, utilizzando anche le possibilità offerte dall’Europa, servono esperti, “europrogettisti”, non possiamo più basarci su progetti generici e sul lavoro di funzionari e consulenti che non masticano nulla del difficile linguaggio di Bruxelles.
Nonostante abbiamo il numero più alto di funzionari distaccati presso la Commissione europea, la classe politica, e con essa in media la classe dirigente, è spesso mal equipaggiata per affrontare la struttura complessa del processo decisionale, per comunicare i rischi e le opportunità delle scelte a breve termine. Personalmente sono a favore e per la promozione di una digital ID , che ci permetta, anche con un’obbligatorietà, di adeguarci agli standard europei, e di diventare più competitivi nel mondo del lavoro, non solo digitale.
Infine una proposta per l’Italia e per l’Europa che va nella direzione che i pilastri dell’agenda digitale ci chiedono, sfruttando al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) per favorire l’innovazione, la crescita economica e il progresso: un unico contratto di lavoro europeo, scaricabile via internet, che garantisca la portabilità dei contributi e dell’anzianità senza eliminare i contratti nazionali, per rendere effettiva la libertà di circolazione. Senza la pretesa di eliminare le 28 contrattualistiche nazionali, ma dando uno strumento dedicato a chi ha fatto e vuole fare della mobilità un’opportunità, che sarà possibile “sfruttare” proprio attraverso, grazie, alla rete.