ddl quintarelli

Net neutrality, Boccadutri: “No a norme contro la libertà d’impresa”

L’art. 4 della legge sulla net neutrality potrebbe essere incompatibile con le normative Ue su tutela della concorrenza, libertà d’impresa e libera circolazione di beni e servizi. Il paradosso è che la legge tratterebbe tutti i player come soggetti dominanti, e tutti i soggetti dominanti come se commettessero abusi

Pubblicato il 30 Giu 2017

internet_506790403

Negli ultimi giorni si è molto discusso della legge sulla Net Neutrality che andrà in aula al Senato la settimana prossima. In particolare il confronto si è soffermato sulle disposizioni contenute nell’articolo 4, perché per il resto la legge riprende norme che intanto dalla sua presentazione sono diventate oggetto di un regolamento europeo. L’articolo 4 dispone che gli utenti hanno il diritto di reperire in linea ed utilizzare, a condizioni eque e non discriminatorie, software, contenuti e servizi di loro scelta. Inoltre, è previsto il diritto a disinstallare dal proprio device il software per il quale l’utente non ha interesse, salvo nei casi in cui il software sia obbligatorio per legge o essenziale per l’operatività o la sicurezza del dispositivo.

Voglio spiegare perché non sono d’accordo.

Innanzitutto, si tratta di una norma non presente ad oggi in nessun regolamento europeo o bozza di regolamento europeo, incluso quello sulla neutralità della rete. E’ quindi poco utile, anzi dannoso, in un contesto di necessaria armonizzazione europea in campo digitale,  intraprendere oggi un isolato percorso di questo tipo a livello nazionale, sottoponendosi al rischio di azioni di disapplicazione della norma in quanto incompatibile con le normative europee sulla tutela della concorrenza, la libertà d’impresa e la libera circolazione di beni e servizi, ove non addirittura ad una procedura d’infrazione.

Un isolato approccio nazionale rischia di creare seri problemi di competitività e di opportunità rispetto ad altri Paesi europei, in quanto la realtà del settore digitale è così ampia, variegata e globale che il rischio è che qualche operatore decida di prendere le distanze dal nostro mercato, generando gravi danni al consumatore italiano. E’ ancora presente alla nostra memoria il caso Google news in Spagna che, in base a iniziative esclusivamente nazionali in quel paese, si è risolto, alla fine, con una riduzione della libertà di scelta per il consumatore spagnolo.

L’attuale testo si scontra poi con le esigenze sottese alla creazione di piattaforme più o meno “chiuse”. Sebbene si parli genericamente di “diritti” in capo all’utente, di fatto, se la legge deve essere efficace, ad ogni diritto deve corrispondere un dovere, cioè un obbligo in capo all’impresa cui si rivolge l’utente. E qui tuttavia permane un’irrisolta ambiguità di fondo circa i doveri dei produttori di software da un lato e dei titolari di  piattaforme dall’altro: una mancata fornitura del titolare di un software può tradursi, a cascata, in una responsabilità ‘a fornire’ del titolare della piattaforma. Ma quest’ultima responsabilità sarebbe, nell’attuale testo, del tutto indipendente dal potere di mercato e quindi per la prima volta si introdurrebbe nel nostro ordinamento un obbligo di fornitura indipendentemente dall’esistenza di una posizione dominante, del soggetto obbligato a fornire,  sul mercato di riferimento. Il paradosso è che la legge tratterebbe tutti gli operatori alla stregua di soggetti dominanti, e tutti i soggetti dominanti come se mettessero in atto pratiche abusive e dovessero quindi essere obbligati ex ante a seguire un certo codice di comportamento. In altri termini, si limiterebbe una libertà commerciale d’impresa anche in contesti nei quali l’esercizio di quella libertà non si traduce in un comportamento lesivo della concorrenza sul mercato ma, anzi, incontra il favore degli utenti.

Peraltro, nel caso delle piattaforme, l’esigenza di scaricare l’app dal mercato “ufficiale” nasce non tanto dalla volontà  di tenere una sorta di controllo sul mercato che orbita attorno alla propria piattaforma (come dimostrano i dati che riporto in seguito), bensì dalla necessità di assicurare un controllo di compatibilità tra il software elaborato da terze parti e l’ambiente di sistema su cui è installato. Questa esigenza, tra l’altro, acquisisce un piano rilevante dal punto di vista della sicurezza del sistema operativo (che nel caso dei cellulari, di fatto, raccoglie e gestisce una notevole quantità di informazioni personali come foto, e-mail, documenti, etc.) ma persino del dispositivo stesso (utilizzo dell’hardware, controllo delle prestazioni, efficienza energetica).

Inoltre, l’esercizio di un controllo sulla piattaforma si rende necessario al fine di poter rimuovere (ex post) qualsiasi tipologia di software malevolo che possa comportare rischi per l’utente (ad es., app precedentemente autorizzate che, successivamente, si rivelano essere dannose o aventi finalità illecite).

Peraltro, fatico a vedere un vero vantaggio per l’utente: lo store di Apple al momento ha 2.200.000 apps comprese quelle di tutti i competitor di Apple, come ad es. Google Maps o Spotify. Mentre Google Play ha 2.800.000 apps. Le poche apps non presenti sui mercati ufficiali generalmente presentano problemi di compatibilità con il software o di legalità (es. musica o film in streaming).

Il soggetto più colpito dal DDL sarebbe una specifica impresa come Apple, quindi una norma contra impresam, in particolare in relazione agli iPhone, sui quali non è possibile (salvo jailbreaking) installare software non presente nello store, ciò a riprova che non c’è stata alcuna fake news da parte dei quotidiani che hanno sollevato il tema. Non si vedono invece al momento questioni direttamente problematiche per Google e per Microsoft, che sulle ultime versioni di Android e Windows mobile consentono  l’installazione di applicazioni di terzi. Diversamente, l’obbligo di consentire la rimozione di contenuti pre-installati interesserebbe anche questi ultimi.

Di fatto, nell’attuale formulazione, la norma interverrebbe in materia di prevenzione di formazione di “sistemi chiusi”, ma quest’ultima, in assenza di potere di mercato, è una libera scelta del modello di business. I consumatori possono scegliere se rivolgersi a un sistema chiuso o aperto, godendo dei vantaggi in cambio degli eventuali limiti. E’ il mercato che seleziona e, in presenza di posizioni dominanti, è l’antitrust ad accertare eventuali abusi.

Al contrario, una regolazione del comportamento economico degli operatori di mercato che prescinda dall’esistenza di potere di mercato degli stessi per essere invece applicata indistintamente a tutti gli attori presenti sul mercato, appare una ingiustificata imposizione di un business model. Si tratta di un esito indesiderato che non posso condividere: fintanto che il consumatore è libero di scegliere tra diverse alternative sul mercato, la libertà di impresa va salvaguardata, a meno che, ripeto, non si sia in presenza di abusi di posizione dominante. In quest’ultimo caso, esiste una legislazione antitrust insieme ad una consolidata prassi, che offre tutte le garanzie a imprese e consumatori, senza la necessità di nuove disposizioni, soprattutto alla luce del fatto che, mentre gli eventuali interventi del Garante si riferiscono a uno specifico comportamento, la legge avrebbe efficacia erga omnes. Va  infine, en passant, ricordato che la libertà di impresa è altrettanto importante quando la libertà del consumatore, perché è un presidio della concorrenza che stimola l’innovazione.

Anche per quanto riguarda gli aspetti sanzionatori, rimane il rischio  di abusi e distorsioni nell’applicazione della norma proposta. Inoltre, l’onere probatorio è diabolico: a chi spetta? E poi quale è il comportamento scorretto: quello del titolare del software, quello del titolare della piattaforma, quello di entrambi? Proprio il “combinato disposto” delle norme pone il problema di una confusione che introduce ulteriore incertezza sul quadro giuridico e sulla libertà d’impresa.

In ogni caso, anche a voler accogliere l’interpretazione di chi sostiene la norma, va ricordato che il testo riporta solo su un generale rinvio al Codice e non già ulteriori elementi normativi.

Al contrario, ciò che semplicemente risulta dal testo (art. 6, “Sanzioni”) è che per la violazione di cui all’art. 4 sarebbe competente l’Agcm, secondo le disposizioni del Codice del Consumo in materia di pratiche commerciali scorrette.

Insomma la norma configura una nuova fattispecie di pratica commerciale scorretta: un qualunque limite all’utilizzo del software liberamente reperito in linea. Allo stesso modo sarebbe pratica commerciale scorretta ogni vincolo al diritto di installare il software che si desidera all’acquisto o utilizzo di altri software (salvo quelli obbligatori da norme imperative etc..). L’Agcm dovrà semplicemente valutare se in concreto c’è stato un impedimento o limite a installare software lecito o disinstallare contenuti. Tutto ciò non trova alcun riscontro nella disciplina europea in materia di consumer protection.

Diversamente la piattaforma potrebbe a buon diritto bloccare l’installazione di un software che inizialmente appare lecito ma utilizza contenuti in violazione delle norme sul copyright configurandosi come illecito, ma in questo caso l’illiceità andrebbe valutata da un giudice ordinario… allungando quindi i tempi di una decisione Agcm. Insomma una norma nel migliore dei casi confusa, che stabilisce diritti ma non chiarisce i corrispondenti obblighi e soprattutto non distingue tra titolari del software e titolari della piattaforma, che non prevede una proporzionalità tra gli obblighi e il potere di mercato dei soggetti a cui vengono imposti e che, in ultima analisi, complica l’attuale quadro e rischia di separare il mercato italiano dal resto d’Europa, con grave danno proprio per quel consumatore che si intenderebbe tutelare.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
INIZIATIVE
ANALISI
PODCAST
L'ANALISI
Video&podcast
Analisi
VIDEO&PODCAST
Video & Podcast
Social
Iniziative
IL PROGETTO
5GMed, ecco i quattro casi d’uso per la mobilità europea
L'APPELLO
Banda 6GHz chiave di volta del 6G: le telco europee in pressing su Bruxelles
EU COMPASS
Tlc, l’Europa adotta la linea Draghi: ecco la “bussola” della nuova competitività
ECONOMIE
EU Stories, il podcast | Politica industriale in Puglia: attrazione di talenti creativi e investimenti esteri grazie ai fondi di coesione
L'APPROFONDIMENTO
La coesione è ricerca e innovazione. Long form sugli impatti del FESR 2014-2020 nel quadro della Strategia di Specializzazione Intelligente a favore della ricerca e dell’innovazione
L'APPROFONDIMENTO
Pnrr e banda ultralarga: ecco tutti i fondi allocati e i target
L'ANNUARIO
Coesione e capacità dei territori
INNOVAZIONE
EU Stories | Dalla produzione industriale a fucina di innovazione: come il Polo universitario della Federico II a San Giovanni a Teduccio ha acceso il futuro
L'INIZIATIVA
DNSH e Climate proofing: da adempimento ad opportunità. Spunti e proposte dal FORUM PA CAMP Campania
INNOVAZIONE
EU Stories, il podcast | Laboratori Aperti: riqualificazione e innovazione in 10 città dell’Emilia-Romagna
Da OpenCoesione 3.0 a Cap4City: ecco i progetti finanziati dal CapCoe.  Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori
FORUM PA PLAY: come unire sostenibilità e investimenti pubblici. Speciale FORUM PA CAMP Campania
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
IL PROGETTO
5GMed, ecco i quattro casi d’uso per la mobilità europea
L'APPELLO
Banda 6GHz chiave di volta del 6G: le telco europee in pressing su Bruxelles
EU COMPASS
Tlc, l’Europa adotta la linea Draghi: ecco la “bussola” della nuova competitività
ECONOMIE
EU Stories, il podcast | Politica industriale in Puglia: attrazione di talenti creativi e investimenti esteri grazie ai fondi di coesione
L'APPROFONDIMENTO
La coesione è ricerca e innovazione. Long form sugli impatti del FESR 2014-2020 nel quadro della Strategia di Specializzazione Intelligente a favore della ricerca e dell’innovazione
L'APPROFONDIMENTO
Pnrr e banda ultralarga: ecco tutti i fondi allocati e i target
L'ANNUARIO
Coesione e capacità dei territori
INNOVAZIONE
EU Stories | Dalla produzione industriale a fucina di innovazione: come il Polo universitario della Federico II a San Giovanni a Teduccio ha acceso il futuro
L'INIZIATIVA
DNSH e Climate proofing: da adempimento ad opportunità. Spunti e proposte dal FORUM PA CAMP Campania
INNOVAZIONE
EU Stories, il podcast | Laboratori Aperti: riqualificazione e innovazione in 10 città dell’Emilia-Romagna
Da OpenCoesione 3.0 a Cap4City: ecco i progetti finanziati dal CapCoe.  Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori
FORUM PA PLAY: come unire sostenibilità e investimenti pubblici. Speciale FORUM PA CAMP Campania
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati