Penso che nella nuova normativa europea sulla neutralità della rete i loopholes ci siano (ambiguità sfruttabili per aggirarla), ma che in pratica possano avere un impatto relativamente limitato.Se i livelli di concorrenza restano quelli attuali, permarrà il disincentivo a comportarsi in maniera anticompetitiva per gli operatori. I quali fino ad oggi erano perfettamente in grado di “discriminar
e”, ma quasi nessuno lo ha fatto – perché evidentemente esiste un rischio materiale di perdere clienti se si cominciano a bloccare/ostacolare servizi. Il che é il motivo per il quale molti erano e sono convinti che in Europa non ci fosse un particolare bisogno di regole sulla Net Neutrality.
Non mi risulta che in Italia ci siano stati finora casi importanti di “mancanza di neutralità”, per cui tendo a pensare che, per quanto poco protettive siano le nuove regole, sará difficile che siano peggiorative. É probabile che tutto resti piú o meno come prima. Vedremo comunque come agiranno il BEREC e l’AGCOM nel definire gli aspetti tecnici di loro competenza.
Un altro aspetto interessante é il silenzio di fatto sul “zero-rating”, di cui pure tanto si é parlato. Non si dice né se é lecito, né se é vietato, per cui in teoria potranno continuare a coesistere regimi in cui é vietato (Olanda, Slovenia) con regimi in cui é possibile.
Allo stato é difficile dire se lo “zero-rating” sia effettivamente da annoverare fra le forme di discriminazione, anche perché molte di queste offerte sembrano avere il favore dell’utenza. Un approccio “caso per caso” sembra essere la strada migliore – ma sarebbe stato opportuno dirlo chiaramente come ha fatto la FCC negli Stati Uniti, invece che sorvolare completamente.