Definire la strategia regionale per la ricerca e l’innovazione. E mettere nero su bianco la “nuova” Agenda digitale. Questo l’obiettivo del documento “Strategia regionale per l’innovazione e la specializzazione per il periodo 2014-2020” a cui lavora la Regione Sicilia e, in particolare, il team interdisciplinare a cui partecipano rappresentanti dei Dipartimenti regionali con competenze in materia, esperti del Formez e componenti del Nucleo regionale di valutazione degli investimenti pubblici. In campo anche imprese innovative – grandi e Pmi – centri di ricerca regionali, rappresentanti dei distretti produttivi e altri soggetti esperti. Il documento, in via di approvazione da parte della giunta verrà subito dopo sottoposto alla Commissione Ue: si punta infatti ad accedere ai fondi Fesr per finanziare le azioni in campo.
Numerosi gli interventi che “compongono” l’Agenda digitale regionale. “Per cominciare vogliamo spingere la diffusione della banda larga per azzerare il digital divide e avviare un processo organico di sviluppo della banda ultralarga”, spiega l’assessore alla Funzione Pubblica Patrizia Valenti. “Puntiamo poi a migliorare l’interoperabilità e l’accesso alle banche dati – attraverso data center pubblici, open data, cloud – creando i presupposti per l’acquisizione di una vera cittadinanza digitale e a promuovere la digitalizzazione dei processi amministrativi e la diffusione dei servizi digitali della PA per cittadini e imprese, in particolare nella scuola, nella sanità e nella giustizia”. Azioni che contribuiranno anche ad abbattere la spesa pubblica: “La realizzazione delle infrastrutture in banda larga e ultralarga, l’adozione dei servizi in cloud computing e la razionalizzazione dei data center pubblici daranno un forte contributo in tal senso. E faranno la loro parte anche la digitalizzazione e la dematerializzazione dei processi amministrativi correlati all’amministrazione digitale”.
La diffusione della cultura digitale e dell’innovazione sociale non riguarderanno solo le aree urbane: l’e-Agenda siciliana mira al coinvolgimento delle aree rurali e di quelle più interne sul territorio “per una reale e-inclusion e partecipazione”, puntualizza l’assessore. Valorizzazione delle smart city & community e creazione di un ecosistema adatto alla crescita delle start up gli altri due punti all’odg. Sul fronte start up, in particolare, “prevediamo adeguati strumenti di finanza innovativa”, annuncia Valenti. E si punta anche a promuovere l’uso dell’e-commerce.
Le azioni contenute nel documento mirano a recuperare un annoso ritardo della regione sul fronte dell’innovazione Ict, “ritardo dovuto ad una lunga e laboriosa riorganizzazione della struttura di governance di tali progetti che dura almeno da tre anni”, spiega l’assessore. Nel 2013 è stato istituito l’Ufficio per l’attività di coordinamento del sistemi informativi regionali e l’attività informatica della Regione e delle PA regionali. Ufficio che deve però ancora dotarsi di una struttura organizzativa per sovrintendere, di concerto con l’Autorità di gestione del Po Fers, alla realizzazione delle iniziative dell’Agenda digitale regionale, coordinandosi anche con le altre regioni. Ma più in generale il ritardo – puntualizza Valenti – riguarda anche l’Agenda nazionale e di conseguenza quelle regionali: “Il maggior ostacolo fino ad oggi è stato di tipo organizzativo, un caso per tutti quello dello statuto dell’Agid. E un’altra forte criticità è la mancanza di risorse regionali per gli investimenti”.
La Sicilia, di concerto con l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) ha inoltre già predisposto una bozza di piano per la razionalizzazione dei data center pubblici, individuando due data center – uno a Palermo e l’altro a Catania. “La realizzazione del piano però – puntualizza l’assessore – è subordinata alla relativa condivisione da parte degli enti pubblici locali (Comuni, Province, azienda sanitarie ecc). Tale processo di condivisione sarà avviato nei prossimi mesi per arrivare a breve termine alla definizione e sottoscrizione dei necessari protocolli di intesa in modo che, entro l’anno, sia possibile avviare la concreta realizzazione dei data center”.