Le dimissioni di Maurizio Decina da commissario dell’Agcom, pur se motivate da giustificate ragioni personali, non possono non destare qualche preoccupazione per il vuoto che viene a crearsi all’interno dell’Autorità. Risulta infatti evidente che l’esperienza e le competenze di Decina rappresentavano, a prescindere dalle etichette politiche attribuitegli, un patrimonio messo a disposizione del sofferente comparto dell’Ict del nostro Paese.
Le sue dimissioni hanno ovviamente aperto la corsa di nuovi candidati pronti a mettere i campo le proprie referenze non senza richiedere ,in via preliminare, il supporto ed il benestare dei propri sponsor politici.
Ma se è vero che stiamo parlando di integrare una funzione strategica con forti connotati tecnico professionali ha senso che il “decisore” sia ancora una volta la partitocrazia?
Non sarebbe forse il caso, e se ne potrebbe ricavare un esempio di “buon governo” , che un esponente impegnato nella definizione e applicazione di regole in un settore ad alta tecnologia ed innovazione quale quello delle telecomunicazioni, fosse indicato dal comparto che vive quotidianamente i disagi e le criticità di una crisi che dura da oltre dieci anni?
Centinaia di associazioni di categoria, di professionisti, di rappresentanti del mondo delle imprese e del mondo sindacale credo avrebbero non solo il diritto ma il dovere di entrare in campo per richiedere a gran voce una maggiore operatività dell’Autority e la partecipazione nella designazione di rappresentanti competenti e vicini ai comparti per perdono sistematicamente quote di mercato tra il 2 e il 3% ogni anno dal 2000 ad oggi.
Come fa ormai da anni, Federmanager propone alle istituzioni collaborazioni attraverso la messa a disposizione di profili di alta professionalità; lo riproponiamo anche in questa occasione con la speranza che la nostra offerta non rimanga lettera morta.