In questa estate caratterizzata da forti fibrillazioni politiche, il Governo ha cercato di tenere la barra dritta nel supportare gli enti sul territorio nel percorso di trasformazione digitale che, come sappiamo, è un fattore decisivo per il raggiungimento dei target del PNRR. Man mano che si avvicinano le scadenze, i Ministeri interessati non solo pubblicano bandi, ma nel giro di qualche mese, riescono ad approvare i progetti e aggiudicare le risorse.
Capacity Italy e Paga Digital 2026
Il modello di governance sul digitale sembra funzionare.
Mochi: “La sfida della PA digitale si vince sui territori. Le iniziative che fanno ben sperare”
A partire dall’aver attribuito le risorse a un portafoglio unico (Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione Digitale), il quale opera secondo macro-decisioni condivise da diversi ministri nell’ambito del Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale. Un coordinamento che si avvale poi delle unità più operative del MITD: il “Transformation Office”, un team di 300 esperti sparsi sul territorio, l’“Unità di Missione PNRR”, che svolge attività di supporto amministrativo e di controllo, e il gruppo di “advisor ed esperti” che completano l’integrazione delle competenze chiamate a supportare le PA.
Le due piattaforme “Capacity Italy” e “PA digitale 2026” vanno a completare quel mosaico di interventi a supporto del personale tecnico e amministrativo delle istituzioni e degli enti territoriali (Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni e degli enti non territoriali) impegnati nell’attuazione dei progetti del PNRR. Una sorta di sportelli tecnici, che lavorano con un approccio che non è quello solo del finanziatore: assieme al banchiere, arriva anche l’ingegnere per valutare i progetti e per fare in modo che il mercato, gli investitori privati, partecipino ai progetti. Uno sforzo collettivo che mira a capire come stare a fianco del mercato, delle pubbliche amministrazioni, per essere motore di sviluppo e creare valore addizionale.
Si tratta di preziosi strumenti di assistenza innovativi, che vanno ad aggiungersi a un quadro normativo sul PNRR in continuo affinamento, che stanno portando il nostro Paese a registrare numeri apprezzabili nel percorso di raggiungimento progressivo di livelli crescenti di digitalizzazione.
Sul digitale una strategia con numeri importanti
Non è un caso che, grazie a tutte queste iniziative, in un anno e mezzo quasi l’80% dei Comuni ha chiesto fondi per la trasformazione digitale. Una quota rilevante di enti si è concentrata sul rinnovo di reti e infrastrutture, per supportare lo smart working che nel 2021 è stato ancora la modalità di lavoro prevalentemente adottata. In termini di intensità progettuale, rilevanti sono stati l’evoluzione delle banche dati e della reportistica, i progetti di rinnovo dei centri elaborazione dati, di transizione verso il cloud.
Nel corso della conferenza stampa per fare il punto sullo stato di avanzamento dei progetti curato dal MITD, Vittorio Colao ha ricordato anche gli interventi per la densificazione delle reti 5G. “Saremo il primo Paese in Europa ad avere, grazie all’intervento pubblico, reti mobili 5G ad elevate prestazioni e interamente rilegate in fibra ottica, in grado di garantire altissima velocità e minima latenza ovunque”. Con l’aggiudicazione della gara dedicata alla creazione di nuove reti 5G nelle zone d’Italia prive di internet mobile veloce e di quella per l’ultimo lotto del bando Italia a 1 Giga, è stato raggiunto l’obiettivo di assegnare tutte le gare previste dalla Strategia “Verso la Gigabit society” entro giugno 2022. “Di questo passo a fine anno avremo completato tutta l’architettura digitale del Paese. Un traguardo che fa dell’Italia un caso unico in Europa”.
Anche i servizi della PA sono più che raddoppiati. Le identità Spid attivate sono passate da 16 milioni di gennaio 2021 a 31 milioni di gennaio 2022; i cittadini in possesso di Carta di identità elettronica (Cie) da 18,7 milioni a 29 milioni; le transazioni su PagoPa da 185 milioni a 528 milioni.
Un orizzonte roseo per il digitale in Italia?
Il mercato del digitale in Italia sta crescendo e crescerà ancora di più se continuerà a irrobustirsi il livello delle sue autostrade informatiche, ma soprattutto dei servizi digitali. Ma bisogna correre e continuare a tenere i ritmi serrati che si sono visti finora nell’attuazione del PNRR.
È lo scenario presentato in uno studio realizzato da The European House – Ambrosetti dal titolo “Il Digitale in Italia 2022″.
L’orizzonte sembra roseo perché il presente è già confortante. Il 2021 – si legge nello studio – ha rappresentato per la PA un anno di grande fermento per i progetti di digitalizzazione, con conseguente crescita della spesa sia nelle Amministrazioni Centrali, che hanno evidenziato un incremento del 9,4%, sia della PA locale, che ha raggiunto un valore di 1.358 milioni di euro e una crescita del 9%.
La maggior parte dei progetti si è focalizzata sull’attuazione degli obiettivi dal Piano Triennale per l’Informatica della Pubblica Amministrazione e, in particolare, sull’evoluzione dei sevizi al cittadino in ottica Digital e Mobile first e sull’adozione delle principali piattaforme abilitanti.
Gli assi strategici della trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione in Italia
Gli investimenti finanziati attraverso il PNRR sosterranno il mercato digitale della PA anche nei prossimi anni. La gran parte dei progetti sarà realizzata a partire dal 2023, di conseguenza anche i finanziamenti seguiranno la stessa linea temporale.
In particolare, recentemente è stata aggiudicata la gara europea che prevede la realizzazione e la gestione del Polo Strategico Nazionale, che rappresenta un tassello fondamentale nella realizzazione della Strategia Cloud Italia. L’obiettivo è quello di migrare su piattaforma Cloud il 75% delle amministrazioni entro il 2026.
Ancora aperti, sulla piattaforma PAdigitale 2026, gli avvisi per consentire a Enti locali, Università, Istituti di ricerca e Scuole di presentare le richieste per accedere ai finanziamenti: dalla migrazione al cloud a modelli collaudati per l’implementazione di servizi pubblici digitali, passando per il consolidamento dell’identità digitale (SPID/CIE), fino al sistema di pagamento PagoPA e dell’app IO.
I fondi sono dedicati a 22.353 Pubbliche Amministrazioni su tutto il territorio nazionale e saranno assegnati in ordine di prenotazione con l’erogazione in modalità voucher. Non sarà più necessario infatti presentare progetti, ma ogni PA in base a tipologia, dimensione e necessità riceverà un finanziamento predefinito.
Il gap da colmare sulla sicurezza informatica
Ancora molto limitato è invece l’impegno delle amministrazioni in ambito sicurezza informatica, nonostante il rilevante gap da colmare. Sarà interessante vedere come risponderanno le amministrazioni ai relativi avvisi. Un asse portante della missione 1 del PNRR è rappresentato proprio dalla Cyber security.
Gli investimenti previsti complessivamente per la durata del piano ammontano a 623 milioni di euro, di cui 194 milioni nel 2022, comprensivi anche dei costi relativi alla costituzione dell’Agenzia di Cyber sicurezza Nazionale e all’immissione di nuovo personale nelle aree di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria per la prevenzione e investigazione del crimine informatico. Un ambito di investimento che abiliterà il percorso di digitalizzazione delle PA è rappresentato dal rafforzamento dei presidi per la gestione di alert ed eventi a rischio verso gli enti pubblici e le imprese di interesse nazionale, che porterà alla realizzazione di un hyper SOC sotto la guida dell’Agenzia, e dalla costruzione o dal consolidamento delle capacità di valutazione e audit della sicurezza degli apparati elettronici e delle applicazioni utilizzate per l’erogazione di servizi critici da parte di soggetti che esercitano una funzione essenziale.
Una sottolineatura dell’importanza della sicurezza informatica per il sistema Paese è fornita dalla Strategia di Cyber sicurezza Nazionale, in cui si dichiara la necessità di destinare ogni anno alla Cyber security almeno l’1,2% degli investimenti lordi nazionali.
Le novità dei Decreti sul PNRR
Anche il quadro normativo va completandosi, con l’approvazione di due fondamentali decreti.
Il Consiglio dei ministri ha approvato il Decreto-legge 7 luglio 2022, n. 85 “Disposizioni urgenti in materia di concessioni e infrastrutture autostradali e per l’accelerazione dei giudizi amministrativi relativi a opere o interventi finanziati con il Piano nazionale di ripresa e resilienza” che, all’articolo 3, prevede una norma di accelerazione della durata dei giudizi amministrativi. I Tribunali amministrativi regionali (Tar) e il Consiglio di Stato dovranno adattare i tempi dei processi e delle loro decisioni alle scadenze e agli obiettivi del PNRR.
In particolare – spiega una nota di Palazzo Chigi – nel caso di accoglimento delle istanze cautelari di sospensione, si prevede un’accelerazione di tutte le fasi del giudizio, incluse le procedure di approvazione e realizzazione delle opere e le attività di espropriazione e occupazione. La norma si applica anche ai giudizi in corso e introduce un vero e proprio rito speciale, con l’obiettivo di garantire il pieno impiego di tutte le risorse stanziate. È una decisione storica quella presa dal Governo, che rimarca l’importanza di agire su due fronti, quello del supporto alla capacità amministrativa in senso stretto, ma anche quello di evitare blocchi processuali davanti al Tar e al Consiglio di Stato per non mancare gli obiettivi del PNRR.
Il secondo decreto legge per velocizzare l’attuazione del PNRR (DL n. 36/2022) è stato convertito in legge il 29 giugno 2022 e pubblicato lo stesso giorno sulla Gazzetta Ufficiale n. 150. Il decreto completa così la riforma del pubblico impiego, un’importante milestone prevista per il 30 giugno, anticipando anche alcuni degli obiettivi essenziali da completare entro il prossimo anno.
Sono previste diverse misure di accompagnamento delle amministrazioni alla trasformazione digitale, a partire dal buon reclutamento di personale. Un primo grande errore della PA è quello di reclutare alla cieca, secondo vecchie logiche, senza dati e informazioni sui fabbisogni e sul mercato del lavoro. Anche il settore pubblico, come quello privato, spesso non riesce a trovare competenze qualificate e soffre di un importante e crescente mismatch. Per questo sarebbe opportuno cominciare a reclutare secondo nuove regole, più adatta a un mondo del lavoro completamento cambiato.
Ma vediamo di che si tratta.
Nuovi profili professionali
Con decreto del ministro per la Pubblica amministrazione, previa intesa in Conferenza Unificata, sono emanate linee di indirizzo per la definizione dei nuovi profili professionali individuati dalla contrattazione collettiva, con particolare riferimento all’insieme di conoscenze, competenze, capacità e attitudini del personale da assumere, anche per sostenere la transizione digitale ed ecologica delle PA.
Accesso ai concorsi solo attraverso inPA
Le amministrazioni avranno più libertà nell’assumere esperti, che comunque dovranno essere iscritti al Portale unico del reclutamento. Il ricorso al portale sarà esteso a Regioni ed Enti locali, con modalità da definire entro il 31 ottobre 2022, attraverso un decreto del ministro per la Pubblica amministrazione, adottato previa intesa in Conferenza Unificata. Dal 2023 la pubblicazione dei bandi avverrà soltanto sul portale e sul sito istituzionale dell’amministrazione che bandisce il concorso. Attraverso inPA passerà, infine, il conferimento di incarichi per il PNRR e la nomina dei componenti degli Organismi Indipendenti di Valutazione (OIV).
Assessment anche nei concorsi per il personale non dirigenziale
Nei concorsi per il personale è prevista l’introduzione di sistemi di valutazione volti ad accertare il possesso delle competenze e delle attitudini (assessment), intese come insieme delle conoscenze e delle capacità logico-tecniche, comportamentali e manageriali, per i profili che svolgono tali compiti, che devono essere specificate nel bando, e definite in maniera coerente con la natura dell’impiego.
Etica pubblica, codice di comportamento esteso ai social network
Sarà aggiornato il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (Dpr 62/2013) introducendo, in particolare, una sezione dedicata all’utilizzo dei social network per tutelare l’immagine della PA. Si stabilisce, inoltre, lo svolgimento di un ciclo di formazione obbligatorio sui temi dell’etica pubblica e corretto uso delle tecnologie informatiche, dei mezzi di informazione e dei social media.
Potenziamento Formez PA
Per assicurare la piena attuazione degli interventi di transizione inclusi nel PNRR legati al superamento dell’emergenza formativa digitale, ecologica e amministrativa dei dipendenti pubblici, è assegnato a Formez PA un contributo di 60 milioni di euro per azioni di accompagnamento alle amministrazioni.
Costituzione società “3-I Spa”
Inail, Inps e Istat costituiscono una società a capitale interamente pubblico, finalizzata allo sviluppo, manutenzione e gestione di soluzioni software e di servizi informatici a favore delle pubbliche amministrazioni centrali. Il capitale sociale della società è interamente sottoscritto e attribuito a Inps, Inail e Istat. Lo statuto è approvato dai ministri vigilanti, tra cui il ministro per la Pubblica amministrazione.
Dall’Italia digitale a una Schengen digitale
“Fino ad ora abbiamo raggiunto tutti i target previsti dal PNRR – ha dichiarato il ministro Colao – e siamo in linea con le scadenza di dicembre 2022 e marzo 2023 e in un anno sono stati allocati 10,7 miliardi sul digitale. L’Italia ha dimostrato di poter partire e di poter mettere a terra gli investimenti”.
Il ministro in questi giorni ha voluto alzare il livello, arrivando a prefigurare una Schengen del digitale, cui si potrebbe arrivare realizzando un wallet europeo su cui caricare documenti riconosciuti in tutta Europa, in tutti Paesi così come sono oggi i documenti cartacei.
È un progetto forse troppo ambizioso, ma il ministro ha dalla sua parte i numeri che sembrano dargli ragione.
Conclusioni
In conclusione, tutte queste iniziative forniscono una risposta fondamentale all’oggettiva debolezza di molti Enti locali, soprattutto del Sud, nel rispondere ai bandi del PNRR e a compiere il necessario passaggio al digitale. È senz’altro un’impostazione da guardare con favore.
Come ha sottolineato Mochi Sismondi, ora è il momento di lavorare in sinergia con i Comuni e gli Enti locali, soprattutto nella dimensione orizzontale della collaborazione, per stimolare un confronto continuo tra i diversi livelli amministrativi lungo l’intero ciclo degli investimenti. Per questo è necessario, accanto alle tradizionali funzioni di controllo e monitoraggio, rafforzare la funzione di ascolto, raccogliendo indicazioni su progetti e armonizzando, in modo tempestivo e coordinato, informazioni e dati relativi alla realizzazione delle attività e all’impatto che le riforme hanno, anche in ottica di sinergia e complementarità con altre iniziative.
Il PNRR e con esso la digitalizzazione del Paese, avrà possibilità di successo sul territorio solo se le amministrazioni locali avranno la certezza di poter contare su una comunicazione bidirezionale con le amministrazioni titolari delle misure, e se potranno concretamente sentirsi parte attiva di vere e proprie comunità di pratica relative alle diverse dimensioni degli interventi.
Prestare attenzione alle richieste, accoglierle e magari esaudirle, può rivelarsi più vincente di qualsiasi altra azione, perché le persone possono dimenticare ciò che hai detto, possono dimenticare ciò che hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.