PNRR

PADigitale2026: guida al portale di accesso alle risorse per la trasformazione digitale

Il Pnrr potrebbe essere davvero il punto di svolta per realizzare l’agognata quanto fin qui disattesa trasformazione digitale della pubblica amministrazione. Per aiutare gli enti ad accedere alle risorse, il Ministero per la transizione tecnologica ha predisposto il portale PaDigitale2026. Vediamo come funziona

Pubblicato il 30 Dic 2021

Andrea Marella

Consulente trasformazione digitale pa

servizi pubblici digitali

Con un articolo sul sito del Ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, pubblicato il 18 novembre 2021, il Dipartimento per la trasformazione digitale ha presentato il portale PaDigitale2026 indicandolo come il punto di accesso alle risorse per la transizione digitale della PA.

Analizziamo insieme le fasi del progetto, le misure, i beneficiari e le incognite ad oggi ancora aperte sulle risorse del PNRR per la Pubblica Amministrazione.

PA digitale: i tre switch-off che servono per sfruttare il PNRR

PaDigitale2026, le fasi clou del PNRR

Per cogliere al meglio le opportunità del PNRR, sono state definite 3 grandi fasi:

Fase 1 – autunno 2021: lancio del portale con tutte le informazioni sulle misure del PNRR e il funzionamento degli avvisi pubblici.

Fase 2 – primavera 2022: pubblicazione dei primi avvisi PNRR e, attraverso l’area riservata, si potrà compilare un modulo online per aderire alle misure e richiedere finanziamenti.

Fase 3 – estate 2022: avviamento dei progetti, identificazione di un team dedicato che fornirà assistenza tecnica nell’implementazione delle iniziative.

Un sistema di rendicontazione online organizzato per obiettivi semplificherà il percorso alle amministrazioni.

Le misure e i beneficiari

I beneficiari dei fondi sono le Pubbliche amministrazioni locali come Comuni, Città Metropolitane, Enti Regionali, Province, Province Autonome, Regioni ma anche l’ecosistema di istruzione e ricerca con Università scuole, Istituti di alta formazione musicale e coreutica, enti di ricerca pubblica, consorzi interuniversitari di ricerca, enti per il diritto allo studio agenzia e consorzio.

Pubbliche amministrazioni centrali, Aziende Ospedaliere, Aziende Sanitarie Locali e terzo settore (Enti iscritti agli albi del servizio civile) avranno altrettanto accesso a diversi interventi e fondi.

I soggetti istituzionali che concorrono alla realizzazione della strategia Italia Digitale 2026 sono:

  • Il Ministro per l’innovazione tecnologica e transizione digitale, all’interno di Italia domani, ha promosso Italia digitale 2026, il piano d’investimenti per la digitalizzazione del paese.
  • Il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri è responsabile per l’attuazione degli investimenti di Italia digitale 2026. Per mezzo del Transformation Office assiste le PA nel processo di digitalizzazione.
  • L’Agenzia per l’Italia digitale è l’agenzia tecnica che ha il compito di garantire la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana. In quanto ente delegato, è responsabile per l’attuazione di misure nell’ambito dell’accesso ai servizi pubblici digitali.
  • PagoPA è la società pubblica nata per realizzare e gestire infrastrutture che assicurino lo sviluppo e la diffusione dei servizi pubblici digitali. In quanto ente delegato, è responsabile per l’attuazione di misure nell’ambito della digitalizzazione dei servizi e piattaforme.
  • Consip è la centrale acquisti della Pubblica Amministrazione. Per il PNRR mette a disposizione strumenti per agevolare la realizzazione degli interventi, semplificando il processo di acquisto delle PA attraverso contratti quadro o piattaforme per la negoziazione.

I 7 investimenti previsti dal PNRR per la digitalizzazione della PA sono messi a disposizione attraverso 14 misure, per un totale di oltre 6 miliardi di euro.

Ecco tutte le misure e i fondi disponibili:

1.1 Infrastrutture digitali (900 milioni di euro)

1.2 Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud (1 miliardo di euro)

1.3.1 Piattaforma Digitale Nazionale Dati (556 milioni di euro)

1.3.2 Sportello Unico digitale (90 milioni di euro)

1.4.1 Esperienza dei servizi Pubblici (613 milioni di euro)

1.4.2 Accessibilità (80 milioni di euro)

1.4.3 Adozione PagoPA e app IO (750 milioni di euro)

1.4.4 Adozione identità digitale (285 milioni di euro)

1.4.5 Digitalizzazione degli avvisi pubblici (245 milioni di euro)

1.4.6 MaaS (40 milioni di euro)

1.5 Cybersecurity (623 milioni di euro)

1.6 Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali (611,2 milioni di euro)

1.7.1 Servizio civile digitale (60 milioni di euro)

1.7.2 Centri di facilitazione digitale (135 milioni di euro)

Sul sito è possibile selezionare da un comodo menù a tendina il tipo di Ente e filtrare gli interventi specifici.

Ogni intervento contiene le informazioni sui beneficiari, i fondi disponibili, le modalità di accesso (standard o a progetto, che vedremo più avanti) e la possibilità di approfondire l’argomento con un rimando al portale Italia Domani il portale dedicato al PNRR.

PaDigitale2026, come funziona la presentazione delle richieste per i fondi

A seconda della tipologia di misura e di PA, sarà possibile accedere alle risorse o attraverso delle soluzioni standard o attraverso la presentazione di progetti.

Soluzioni standard

Per le misure con una platea ampia di beneficiari (oltre 1.000 PA), è prevista una modalità di accesso per soluzioni standard. Un percorso semplificato e guidato che va dalla richiesta dei finanziamenti all’erogazione dei fondi.

Obiettivo: semplificare la richiesta di finanziamenti e ridurre gli oneri amministrativi per tutta la PA.

Ogni PA, in base a tipologia e dimensione, potrà accedere alle misure attraverso soluzioni standard, ciascuna con un valore economico predefinito. Non sarà necessario scrivere e presentare progetti per ricevere finanziamenti.

Soluzioni multimisura

Per semplificare l’accesso ai fondi del PNRR le amministrazioni potranno – con un’unica candidatura – accedere a soluzioni multimisura, che includono, per esempio, sia finanziamenti per la migrazione al cloud che per il miglioramento dei siti web.

“PA digitale 2026” accompagnerà gli Enti con risorse e informazioni lungo tutto il percorso di attuazione delle misure previste dal PNRR: dalla prima fase informativa, che precede l’avvio degli avvisi, al momento dell’accesso ai fondi e fino all’implementazione stessa delle iniziative. I fornitori saranno scelti dalla PA anche avvalendosi di fornitori certificati attraverso strumenti Consip.

Il team Transformation Office

Per sostenere la transizione digitale dei singoli Enti, nasce un team dedicato: il Transformation Office.

Questa struttura, che sarà anche dislocata sul territorio con referenti locali, è parte del Dipartimento per la trasformazione digitale, e farà da ponte con amministrazioni locali e fornitori IT della PA, con assistenza informativa e tecnica.

L’erogazione fondi sarà 100% online. Attraverso “PA digitale 2026” le amministrazioni potranno accedere ad un’area riservata, per seguire la gestione amministrativa delle singole iniziative finanziate attraverso l’azione del Dipartimento per la trasformazione digitale.

Con l’avvio degli avvisi avranno infatti la possibilità non solo di fare richiesta per i fondi, ma anche di produrre i dati relativi all’avanzamento delle iniziative, ricevere comunicazioni dedicate e inviare documentazioni ufficiali per l’erogazione delle risorse.

Per semplificare l’erogazione delle risorse, i contributi saranno riconosciuti alle amministrazioni sulla base del raggiungimento di specifici obiettivi predefiniti.

Il processo di rendicontazione sarà quindi alleggerito, e non sarà necessario rendicontare le singole spese effettuate per ottenere i fondi.

Presentazione progetti

Le amministrazioni potranno accedere alle risorse del PNRR candidandosi ad appositi avvisi pubblici, attraverso un percorso guidato per la presentazione di progetti.

Alla conclusione della fase di selezione, saranno individuate le amministrazioni ammesse a finanziamento.

Per l’attuazione di specifiche misure invece le amministrazioni interessate saranno coinvolte direttamente attraverso appositi accordi.

Dei criteri di valutazione automatici consentiranno una valutazione dei progetti più rapida.

L’intento è quello di accostare ad un’analisi oggettiva delle proposte, delle modalità di candidatura che facilitino tempi rapidi e certezza procedurale.

Le amministrazioni dovranno implementare, con il proprio personale o attraverso l’acquisto di servizi e forniture, il progetto in tutte le sue componenti effettuando le spese previste per la realizzazione delle attività: impegno delle risorse, svolgimento delle procedure di gara per l’acquisizione di lavori/servizi/forniture a seconda della tipologia di progetto, esecuzione dei pagamenti ai fornitori.

L’erogazione dei contributi seguirà alcuni step che possono prevedere un’anticipazione e delle tranches, fino al saldo, erogate “a rimborso”.

In questo caso sarà necessario presentare tutta la documentazione che giustifica l’esecuzione della singola spesa.

Anche in questo caso si prevedono procedure semplici per il trasferimento dei fondi e il costante supporto all’amministrazione destinataria delle risorse per assicurare uno spedito ed efficace trasferimento dei fondi.

Conclusioni

È sempre difficile mettere d’accordo tutti quando ci sono a disposizione fondi così considerevoli e destinatari diversi.

Personalmente trovo molto semplice e veloce per i Comuni la presentazione di soluzioni standard con fondi già preimpostati e rendicontazioni a obiettivi predefiniti.

Sicuramente è penalizzante per quei Comuni che negli ultimi 2 anni hanno investito molto sulla digitalizzazione ma, se come ci aspettiamo, la richiesta per le misure come PagoPA, Identità digitale & co sarà retroattiva (in considerazione degli switch-off 2021 che ci sono stati) sicuramente potranno liberare risorse per progetti personalizzati.

Come ben specificato nel portale, gli Enti che avranno la possibilità di presentare richieste per le soluzioni standard non sono tenuti alla presentazione di progetti; quindi, saranno da subito esclusi quei professionisti che già da mesi millantano supporti incredibili (anche economicamente) per la presentazione delle richieste PNRR.

Questo non significa però che l’Ente non debba ragionare con un documento di progetto in mano, ma quello è il suo personalissimo Piano Triennale ICT redatto dal Responsabile per la Transizione Digitale ed il suo ufficio, la vera mappa da seguire.

________________________________________

Se non sai da dove partire nella pianificazione, scarica qui il modello del piano ict 2020-2022 o prenota una telefonata gratuita

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2