Quella che attende l’Agenzia per l’Italia digitale è una missione all’apparenza sovra umana. Conterà la futura scelta del direttore, come saranno assemblate le tre realtà che verranno unificate e come sarà convertito in legge il decreto Crescita 2.0. Se l’Agenzia avrà poi nuovi compiti oltre a quelli già scritti.
Ma non si parte da zero, governo e cittadini vogliano ormai con forza una Pa digitale. E c’è il lavoro già fatto, dal precedente governo, sulla digitalizzazione. Nel codice dell’amministrazione digitale c’è già tutto, ma ben poco applicato. La norma sull’accessibilità è rispettata solo dal 3 per cento delle Pa.
Servirà quindi un forte sostegno e impulso da tutti gli attori. Non solo di chi governa ma anche dagli alti dirigenti della Pa, dalle associazione di categoria e dai cittadini. Ci saranno attriti e resistenze in alcune Pa, ma ci sono anche buone pratiche. Bisogna pretendere che questi servizi digitali ci siano e siano usati. Serve anche un’azione di divulgazione ai cittadini. Questo ancora non lo si è fatto: affinché sappiano che ci siano servizi digitali, li usino e li esigano dalla Pa.