Fascicolo sanitario elettronico, Carta di identità elettronica, Anagrafe unica. Sono queste secondo Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale, le questioni sulle quali bisognerà spingere l’acceleratore per mettere il turbo all’innovazione italiana e dare attuazione all’Agenda digitale emanata dal Governo Monti. “Fascicolo sanitario elettronico, Cie e Anagrafe Unica sono le tre azioni in grado di generare quel circolo virtuoso che ha come obiettivo di migliorare la qualità dei servizi al cittadino da parte della Pubblica amministrazione e al contempo di abituare lo stesso cittadino all’uso del web e della comunicazione online verso la PA”.
Al contempo bisognerà dare urgentemente una netta sforbiciata alle infrastrutture ridondanti in capo alla Pubblica amministrazione, razionalizzandone l’utilizzo in nome dell’efficienza e del taglio agli sprechi. “Il direttore generale dell’Agenzia digitale Agostino Ragosa sta studiando la questione e a quanto ci risulta dovrebbe presentare a breve un Piano operativo”, sottolinea Parisi.
Sul tavolo anche il tema più ampio del digital divide che fa il paio con la realizzazione delle reti di nuova generazione. Le Regioni (in particolare quelle Obiettivo 1 ma non solo) hanno a disposizione una serie di fondi, per l’esattezza 232 milioni di euro (al momento è in via di completamento l’iter per l’emanazione dei relativi bandi di gara). “Il clima è molto positivo – sottolinea Parisi – e confidiamo nel rispetto delle tempistiche affinché si possano sfruttare appieno le risorse messe a disposizione e non sprecarle”.
La questione delle tempistiche è dirimente, evidenzia il numero uno di Confindustria Digitale. Anche perché l’impasse politica pre-elettorale ha avuto il suo peso (negativo) sull’attuazione della roadmap digitale messa nera su bianco nel decreto Crescita 2.0. “Dal mese di dicembre, da quando è stata approvata la legge, spingiamo affinché si dia attuazione alle misure previste dal decreto. Era scontato che ci sarebbe stato un ritardo, ma ora la faccenda si sta facendo davvero preoccupante. I target UE al 2015 rischiano di non essere raggiunti e, inoltre, l’Italia – già in ritardo rispetto ai Paesi più tecnologicamente avanzati – continua ad ampliare il gap”. Per Parisi non c’è più tempo da perdere: “È arrivato il tempo dell’azione. Non servono più leggi ma decisioni amministrative e operative. Non si può ricominciare ogni volta daccapo”.
E bisognerà sciogliere al più presto il “nodo” Agenzia digitale, alias la faccenda della governance. “Non bastassero le lungaggini legate al coinvolgimento di cinque ministeri, ora vi sono anche le obiezioni della Corte dei Conti”, sottolinea Parisi, il quale richiama l’attenzione del Presidente del Consiglio. “Il Governo deve dare un segnale circa importanza del tema dell’Agenda Digitale. È vero, dobbiamo dare tempo al nuovo esecutivo che si è appena insediato, ma è necessario che esprima la volontà politica di dare il giusto valore all’Agenda Digitale. È fra le poche politiche che incidono positivamente sulla spesa pubblica e rappresentano uno straordinario impulso alla crescita. È adottata in tutta Europa ed è un pilastro delle politiche di Bruxelles”.
Secondo Parisi se da un lato la delega alle Comunicazioni ad Antonio Catricalà rappresenterebbe un positivo segnale – “conosce i temi e ha una lunga consuetudine con le politiche per le comunicazioni” – dall’altro è fondamentale che il Presidente del Consiglio prenda in mano in prima persona il tema dell’Agenda digitale. “La delega a un Vice Ministro al Ministero dello Sviluppo Economico può essere funzionale al progetto di innovazione Paese solo se l’impulso politico viene dal Capo del Governo. L’Agenda Digitale tocca trasversalmente tutte le amministrazioni centrali e locali. Serve un forte coordinamento ed un altrettanto deciso impulso politico altrimenti il rischio è quello di impantanarsi in mille ostacoli e resistenze”. Da parte sua Confindustria Digitale punta a tenere alta l’attenzione su tutte le questioni sul tavolo: “Continueremo a dare il nostro contributo e siamo a disposizione del governo, ma è davvero arrivata l’ora del fare”.