Il mercato dei data center in Italia presenta prospettive di crescita straordinarie. Basti pensare che per il biennio 2023-2025, ben 23 società, di cui 8 nuovi ingressi nel mercato italiano, hanno annunciato l’apertura di 83 nuove infrastrutture.
Data center: proiezioni di crescita e nuovi investimenti
Numeri impressionanti che l’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano ritiene possano portare a un investimento complessivo di 15 miliardi di euro tra acquisto dei terreni, realizzazione delle strutture e impianti. Si tratta di una stima che non tiene conto degli impatti dovuti al fatto che la digitalizzazione è un volano di crescita economica e di aumento della competitività per le imprese.
L’Importanza strategica della posizione geografica dell’Italia
Ad aver convinto gli investitori internazionali sembra essere la posizione geografica strategica dell’Italia che si estende al centro del Mediterraneo come un ponte tra l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente, unita all’alta densità del tessuto economico-industriale e della popolazione italiana, che offre numerose opportunità per gli operatori del mercato digitale.
L’Italia si trova dunque di fronte a un’occasione da non perdere per l’impatto diretto e indotto che queste infrastrutture critiche avranno sulla competitività economica territoriale, nazionale ed europea. Tuttavia, nulla è scontato e questa crescita dipenderà anche dalla capacità del Sistema Paese di creare le giuste condizioni perché questi investimenti diventino realtà e – soprattutto – possano replicarsi.
Impatti economici e sociali dei data center
I data center portano numerosi benefici, sia a livello nazionale che locale. Tra gli impatti più significativi il Politecnico di Milano isola i seguenti punti:
- Crescita e sviluppo dei mercati digitali: I data center sono fondamentali per i principali mercati digitali, come il cloud computing, i big data, l’intelligenza artificiale, la blockchain, l’eCommerce, l’IoT e la cybersecurity.
- Impatto economico per le comunità locali: L’apertura di nuovi data center porta investimenti significativi nei bilanci dei comuni e nelle comunità locali.
- Nuove assunzioni: La costruzione e la gestione dei data center creano posti di lavoro lungo tutta la filiera, coinvolgendo centinaia di addetti.
- Riqualificazione urbana: La costruzione di data center porta alla riqualificazione di aree urbane in disuso e alla creazione di nuovi servizi per la comunità.
Altro che grandi scatole piene di server, come potrebbe pensare qualcuno. Anche se a primo acchito può non sembrare così, la costruzione di un nuovo data center ha grandi impatti sul territorio e diventa un motore di sviluppo per una ricca filiera di aziende locali, con centinaia di addetti coinvolti. Inoltre, gli enti comunali interessati dall’apertura di queste infrastrutture, come testimoniato da diversi sindaci coinvolti nell’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, beneficiano della riqualificazione di aree di decine di migliaia di metri quadri, spesso in disuso, e ricevono fondi utilizzabili in opere pubbliche a favore dei cittadini (bonifiche, miglioramenti nella viabilità, realizzazione di nuove piste ciclabili e spazi verdi, per dirne alcune).
Sfide legislative e normative
Sembrerebbe tutto perfetto, ma – come spesso accade – non è tutto oro quello che luccica.
Nonostante le prospettive promettenti e i potenziali impatti positivi del settore, l’apertura di nuovi data center in Italia è frenata da diversi fattori. Oltre agli ostacoli di mercato, legati per esempio ai problemi di approvvigionamento della componentistica o alla contrazione di domanda di servizi digitali, nel nostro Paese i problemi principali appaiono essere quelli di tipo normativo. In particolare, Politecnico di Milano e associazioni di categoria hanno evidenziato come preminenti la mancanza di un inquadramento normativo specifico e la mancanza di un codice ATECO per gli operatori di settore, e l’assenza di procedure autorizzative chiare per la realizzazione di nuove strutture.
Perché serve una proposta di legge sui data center
Ed è proprio sulla scorta di queste criticità che è nata la proposta di legge “Disposizioni in materia di sviluppo tecnologico e delega al Governo in materia di Data Center” a cui ho iniziato a lavorare dopo aver partecipato agli appuntamenti dell’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano ed essermi confrontata con IDA (Italian Data Center Association) e diversi sindaci che in questi anni hanno deciso di ospitare nuove strutture sul loro territorio. Suggerimenti e pareri che sono stati fondamentali per capire quale fosse la strada per valorizzare l’importanza strategica dei data center a livello locale e per l’erogazione di servizi digitali essenziali e per la competitività economica del Paese.
La proposta di legge: contenuti e obiettivi
La proposta di legge delega presentata questa settimana alla Camera dei Deputati insieme a una pattuglia trasversale di esponenti dell’Intergruppo Parlamentare per l’Innovazione, parte dalla definizione di cosa sia un “data center”, inteso come infrastruttura fisica contenente risorse necessarie per il funzionamento dei sistemi informativi, e impegna il Governo ad emanare, entro sei mesi dall’entrata in vigore, uno o più decreti legislativi per il riconoscimento e il sostegno allo sviluppo del settore.
I decreti legislativi dovranno inquadrare normativamente i data center, definendo procedure approvative semplificate e un codice ATECO specifico. Inoltre, viene richiesto di intervenire per favorire il potenziamento della rete elettrica nazionale per sostenere lo sviluppo infrastrutturale, nonché la promozione dello sviluppo tecnologico e l’incentivazione degli investimenti nell’innovazione tecnologica. Il tutto in un’ottica di ottimizzazione dell’uso delle risorse per ridurre l’impatto ambientale, rispettando al contempo la sicurezza informatica e la protezione dei dati.
I benefici della proposta
La legge ha l’ambizione di fornire l’occasione per definire standard di sicurezza, resilienza ed efficienza energetica, facilitare la trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, e garantire la competitività dell’Italia nelle strategie infrastrutturali e digitali europee, anche attraverso un focus sulla formazione, con investimenti tesi a promuovere lo sviluppo di competenze specifiche nel settore dei data center.
Conclusioni
In sintesi, la proposta di legge mira a creare un quadro normativo chiaro e favorevole per il settore dei data center in Italia, facilitando l’attrazione di investimenti e la realizzazione di nuove infrastrutture, con benefici significativi per l’economia e la società, perché quella della digitalizzazione non è un’occasione di crescita che l’Italia può permettersi di perdere. Confido che il Governo e la maggioranza vogliano farla loro.