Il Piano Banda Ultralarga è il progetto infrastrutturale più complesso progettato in Italia negli ultimi 30 anni e tra i più complessi in Europa. E va avanti su binari sempre più chiari, tra luci e ombre.
L’implementazione del Piano procede molto bene, almeno per quanto riguarda le aree bianche. Infratel Italia a seguito dell’approvazione dei relativi progetti esecutivi, nell’ambito delle prime due gare per la realizzazione di infrastrutture a banda ultralarga nelle aree bianche, dall’8 al 21 ottobre ha emesso 115 nuovi ordini di esecuzione, di cui 104 relativi a copertura di Comuni in fibra ottica e 11 relativi a copertura di tipo wireless (FWA) per un importo di oltre 62 milioni di euro.
Il punto sull’avanzamento e le criticità nelle aree bianche
Gli indicatori nell’ultimo mese (dal 15 settembre al 15 ottobre 2018) registrano un notevole avanzamento dei lavori: per quanto riguarda i Progetti Fibra, +37% per i progetti in esecuzione e +63% per quelli in approvazione del progetto esecutivo; per i Progetti FWA, rispettivamente +76% e +117% per gli stessi indicatori.
Il numero di Comuni con cantieri avviati al 15 ottobre evidenzia anch’esso una fortissima accelerazione: sono 782 e si punta a raggiungere quota 1.000 a fine anno (a maggio non si superavano i 150 Comuni). Considerato questo trend crescente, l’obiettivo finale al 2020 resta quello di raggiungere i 6.753 Comuni ricadenti nelle Gare 1, 2 e 3 dedicate alle aree bianche del Paese.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha segnalato alcune criticità da superare sulle aree bianche. In particolare, ritiene vada perfezionato un processo di comunicazione/aggiornamento sullo stato di avanzamento dei lavori BUL sul territorio che garantisca alle Regioni un livello di dettaglio e di comprensione utile a mantenere informati (e quindi collaborativi) i Comuni oltre che aggiornare gli utenti cittadini ed imprese che sempre più spesso chiedono di avere risposte circa le tempistiche per la disponibilità dei servizi.
Le aree grigie
Come procede il Piano Bul per quanto riguarda le aree grigie? La nota di aggiornamento al DEF 2018 ha precisato che la Delibera CIPE n. 71 del 7 agosto 2017 ha completato la dotazione delle risorse per il piano Banda Ultralarga, assegnando al Ministero dello sviluppo economico (Mise) ulteriori 1,3 miliardi del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) per raggiungere tutti gli obiettivi della Strategia Bul.
La nota evidenzia, inoltre, che l’azione necessaria nei prossimi anni sarà quella di impegnare al meglio i fondi previsti nella delibera CIPE, previa ripresa del dialogo in materia con la Commissione Europea sul progetto di Aiuti di Stato per Voucher finalizzati a incentivare l’utilizzo dei servizi di connessione ad alta velocità.
Cosa sta facendo il Governo
Il Governo italiano sta analizzando e valutando le esigenze e le risorse finanziarie da un punto di vista tecnico. In particolare, il Ministero dello sviluppo economico sta valutando misure di intervento appropriate e soluzioni sostenibili nel quadro dell’attuale scenario competitivo.
Sul tavolo del Governo c’è il progetto di rete unica TIM-Open Fiber. Al termine dell’ultima riunione del Comitato Banda Ultralarga a Palazzo Chigi, il Ministro Luigi Di Maio ha affermato che se sarà individuata la strategicità dell’infrastruttura per il nostro Paese, si potrà prendere in esame l’opzione accorpamento, e quindi l’inserimento, ad esempio, in Open Fiber della rete Telecom. Secondo il Ministro, il Governo deve muoversi per affermare la sovranità dello Stato sulle infrastrutture strategiche. La valutazione dovrà però essere assolutamente tecnica, non influenzata da una logica di intervento che sia a favore o meno di un’azienda.
Lo scenario competitivo e gli ostacoli burocratici
Attualmente, lo scenario competitivo vede Open Fiber, con dentro Cdp e Enel, nata per realizzare la banda ultralarga e cablare tutta Italia, ed è presente anche TIM che ha manifestato il suo favore allo scorporo della rete in rame. Il Governo vuole chiarire prima di tutto se la rete in rame sia ancora funzionale alla diffusione della banda ultralarga e delle nuove tecnologie, ma soprattutto se lo scorporo della rete in rame può essere un’operazione interessante per velocizzare il cablaggio totale del territorio nazionale, eliminando le inefficienze causate dalla competizione tra TIM e Open Fiber.
Va precisato che la maggioranza di intoppi e ritardi sono però legati ai cantieri: uno dei problemi principali riscontrati è quello dell’ottenimento dei permessi di scavo. Sul tema dei permessi la normativa è più che sufficiente, non si avverte il bisogno di nuova produzione legislativa, ma semmai di semplificazione e coordinamento. L’elenco di enti pubblici che hanno titolo ad esprimersi con atti autorizzatori è lungo e i Comuni sono spesso i soggetti che più si prodigano nel velocizzare le pratiche di loro competenza, perché più prossimi ai bisogni di imprese e cittadini.
Il progetto Crescita digitale in Comune
Necessità di informare e formare tecnici e amministratori comunali, opportunità di avere a disposizione degli atti autorizzatori tipizzati da impiegare su vasta scala, organizzazione di eventi sul territorio per sensibilizzare imprese e cittadini sul Piano Bul hanno trovato già una risposta efficace nel progetto Crescita digitale in Comune, finanziato dal MISE e realizzato da Legautonomie e con il supporto tecnico di Leganet s.r.l. e Ancitel S.p.A. L’obiettivo di fondo è quello di mettere a disposizione dei Comuni un repertorio di informazioni e soluzioni per poter far fronte al meglio alla sfida della realizzazione della BUL sui loro territori.
Gli altri assi del progetto sono la formazione e supporto ai Comuni (con un servizio Esperto risponde e Atti amministrativi mirati a fornire risposte ai dubbi di interpretazione e attuazione della normativa in merito, ad es. alle autorizzazioni agli scavi per la posa della fibra, fornendo anche una serie di atti-tipo per una rapida conclusione degli iter istruttori e autorizzativi da parte dei Comuni), la comunicazione agli Enti Locali e l’organizzazione di eventi sul territorio.
I fondi europei
Un tema centrale è quello dei fondi europei, l’Italia dispone di notevoli risorse, ma se ne spendono troppo poche. Proprio per questo al Ministero dello sviluppo economico è in via di costituzione una task force di ingegneri e informatici per aiutare i Comuni a rendicontare i fondi europei sulla banda ultralarga e non perderli entro fine anno.
Inoltre, l’Agenzia per la Coesione ed il MISE hanno condiviso a luglio con le Regioni le Linee Guida di rendicontazione che contengono, tra gli altri, la possibilità di anticipo del 40% (invece del 20%), linee guida in corso di perfezionamento con il parere della Conferenza Stato-Regioni. Questo elemento è cruciale ai fini del raggiungimento del performance framework sul POR FESR da parte delle Regioni, al fine di salvaguardare la loro dotazione di fondi comunitari per il periodo 2014-2020.