Gare Mise

Piano governativo banda larga: stato dell’arte

(Aggiornato 28 marzo 2014) Agendadigitale.eu ottiene lo stato dei bandi presenti e futuro per i fondi pubblici con cui l’Italia intende colmare il digital divide banda larga e costruire una rete banda ultra larga nelle zone di fallimento di mercato. Siamo a metà del guado

Pubblicato il 24 Ott 2013

reti-rete-internet-111111124431

Il ministero allo Sviluppo economico sta proseguendo con i bandi per colmare il digital divide entro il 2014 il 2015 (obiettivo slittato) e fare una rete a banda ultra larga nelle zone a fallimento di mercato. Per fare i bandi, sta conducendo gli incontri bilaterali con tutte le regioni italiane, comprese le province autonome. Sono 353 milioni di euro per la banda larga e 383 milioni di euro per quella ultra larga (a cui si sommeranno almeno il 30 per cento dai privati). Al momento siamo a metà del guado, tra bandi fatti e da fare. Alcune Regioni sono più veloci, altre più lente. Altre ancora preferiscono andare per conto proprio.

Agendadigitale.eu analizza la situazione, per la prima volta con un quadro completo dello stato dell’arte.

Ricordiamo gli obiettivi. L’Italia, tramite fondi europei, mira a elimitare il digital divide entro il 2014 e a dare il 50 Megabit a tutti e i 100 Megabit al 50 per cento della popolazione entro il 2020 (intervenendo nelle zone a fallimento di mercato). Il primo obiettivo è iscritto nel decreto Crescita 2.0 del 2012 (dove si parla in realtà del 2013). Il secondo è dell’Agenda digitale europea. I fondi ci sono per eliminare il digital divide, tutto sommato. Per la banda ultra larga, invece, ci sono fondi solo per coprire (in parte) il Sud. Per il resto, il ministero confida nella nuova programmazione europea 2014-2020.

I bandi avviati sono di tre tipi. Il primo è quello classico, già utilizzato da Infratel (Mise) negli anni scorsi: con modello Iru (il pubblico fa la rete in fibra di backhualing e la dà in concessione). Gli altri bandi (già fatti e da fare) invece utilizzano il modello a incentivo (il pubblico mette una parte dei soldi, il resto viene dagli operatori che vincono il bando). Sono di due tipi: per il digital divide e per la banda ultra larga.

La procedura è a più fasi. Dopo l’accordo con una Regione, il Ministero incarica Infratel Italia per l’attuazione degli interventi e per la predisposizione dei piani tecnici proposti da Infratel e concertati con la Regione stessa mediante un comitato di monitoraggio. Tali piani sono oggetto di una convenzione operativa che deve essere siglata da Mise e Regione. Ma non sempre questa fase rispetta le tempistiche previste.

Per il digital divide, solo in Piemonte e in Emilia Romagna non è stato possibile reperire tutte le risorse necessarie per completare il piano banda larga, in quanto queste due regioni avevano già impegnato i propri fondi comunitari in piani alternativi. Pertanto, Sviluppo economico ha siglato accordi di programma che vedono stanziati da subito la quota parte ministeriale (50 per cento) e rimandano anche alla programmazione 2014 – 2020 la quota parte regionale (che è in totale rispettivamente di 45 milioni di euro per il Piemonte e 25 mln di euro per l’Emilia Romagna). Sono già state assegnate le gare di Lazio, Liguria e Marche. Seguiranno Emilia Romagna, Campania e Umbria. Quindi le altre regioni, eccetto Valle d’Aosta, Friuli, Provincia di Trento e quella di Bolzano che hanno fatto piani autonomi.

Per la banda ultra larga, il ministero ha assegnato le gare in Campania (a Telecom Italia) e Molise (Fastweb), mentre si appresta ad aggiudicare quella della Calabria e a pubblichare il bando della Puglia. Seguirà il Lazio. Per Sicilia, Abruzzo e Sardegna i tempi sono incerti causa lungaggini nel rapporto con le Regioni.

Ci sono anche due progetti innovativi. A luglio è stato aggiudicata anche una sperimentazione a Monza e Varese per la banda ultralarga con fibra ottica nelle case (100 Mbps) in 500 case per comune. Parallelamente, il Mise sta facendo una gara che esce dai canoni fin qui descritti: banda ultra larga nei distretti industriali della Lombardia, per 1,5 milioni di euro. Sarà una rete in fibra ottica in architettura Point to point per le aree industriali della città di Concorezzo e delle aree limitrofe della città di Monza. La relazione si riferisce al progetto di 5 aree industriali, di cui 3 nel comune di Concorezzo e due nel comune di Monza, individuate insieme con il comune di Concorezzo e con la Regione Lombardia.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati