Settembre è quasi finito, le elezioni si sono svolte e molteplici sono i dossier di grande attualità sui tavoli istituzionali. Si parte dal tema della crisi energetica, all’attuazione della transizione ecologica, fino ad arrivare alla transizione digitale e alla sua evoluzione. La consapevolezza è che quella che si è appena chiusa è stata una campagna elettorale che ha portato i partiti a dover rispondere a temi e dinamiche completamente nuove e inedite al dibattito politico classico italiano.
Non possiamo non sottolineare, tuttavia, che sebbene il digitale sia stata una materia centrale negli ultimi tre governi, tanto da aver creato un ministero dedicato, i partiti abbiano dedicato ai temi a esso collegati solo poche righe nei programmi elettorali.
L’intelligenza artificiale e big data
Su questo punto è indicativa la necessità di nuove basi culturali per affrontare il mercato a firma 5.0 in cui l’intelligenza artificiale e big data stanno modificando i grandi asset della produzione del valore e da domani anche le nostre abitudini e la nostra vita lavorativa e non contrastarli o ridurli a paragrafi a pie di pagina.
Fondamentale sarà rimuovere le difficoltà che frenano le famiglie e le imprese ad avere una connettività diffusa e stabile in tutta la penisola italiana, garantendo servizi, sviluppo, progresso e benessere nei territori in maniera equa e competitiva non solo a livello territoriale, ma soprattutto a livello internazionale. Oggi un’impresa non può permettersi di avere un gap per natalità, ma viceversa possedere la stessa rete di servizi pubblici in maniera agevolata ed in grado di fornire quel know how che possa valorizzare il privato nella ricerca e nell’ampliamento di mercato.
Imprese, economia digitale e sviluppo dei servizi della PA
Occorre portare avanti pertanto le attività mirate alla valorizzazione delle infrastrutture digitali del Paese a sostegno dei territori e dei servizi per la cittadinanza, senza tralasciare gli incentivi e gli aiuti al comparto imprese, già pesantemente colpito dalle speculazioni e dalla congiuntura geopolitica che sta avendo serie ripercussioni sull’economia reale. Servono basi solide su cui costruire un futuro all’insegna dell’innovazione, della sostenibilità e delle giovani generazioni. Questo, in sintesi, il monito arrivato dalla società civile.
Strutturalmente innovativo deve essere quindi il rapporto e l’approccio con la PA che deve valorizzare la nuova industria, come il fintech, l’intelligenza artificiale, la robotica, l’agrifoodtech, l’aerospazio, il metaverso in un’ottica di crescita collettiva comunitaria, in una sorta di comunità olivettiana, in cui la somma dei servizi crea l’ecosistema dove lavoratore ed impresa crescono reciprocamente.
Grandi passi sono stati già fatti, basti pensare alla recente rimonta nella classifica Desi e ai passi in avanti che il nostro Paese ha fatto per creare e far crescere un ecosistema digitale che valorizzi l’uomo, le sue competenze e la sua capacità lavorativa. Uno sforzo collettivo che ha dimostrato ancora una volta come Stato, imprese e corpi intermedi possano creare un valore condiviso per la comunità.
L’appello dei giovani innovatori italiani
Di particolare rilevanza l’appello dei giovani innovatori italiani dell’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori che, come punto di riferimento dell’innovazione digitale in Italia, ha evidenziato come sia necessario un maggiore impegno da parte del Governo e delle varie rappresentanze politiche sui sostegni alle future generazioni e all’attuazione della transizione ecologica e digitale dell’Italia quali punti cardine per il rilancio del Paese.
Ebbene secondo l’ANGI (Associazione Nazionale Giovani Innovatori) che da anni è attiva a monitorare e a stimolare il dibattito pubblico su tali tematiche, attraverso non solo eventi, ma soprattutto attraverso audizioni e proposte condivise con le aule di Camera e Senato e con i Ministeri competenti, è centrale non disperdere un patrimonio umano di competenze e progetti che oggi non solo hanno un valore, ma danno una chiara chiave interpretativa di come il l’Italia può essere nuovamente pioniera nella sfida del futuro su molteplici scenari, quali quello della competitività e dello sviluppo sostenibile, grazie proprio ad un investimento strategico nella formazione e nella crescita di una coscienza nazionale digitale.
Tante sono quindi le sfide su cui le forze politiche dovranno confrontarsi e l’auspicio e che ci sia un coinvolgimento attivo, come già fatto in questi anni, in un percorso di valore che possa testimoniare ancora una volta l’importanza dei giovani, dell’innovazione italiana e della sua forza propulsiva.