AGENDA 2013

Portaluri: “Esiste una via italiana alla Smart City, ma va organizzata per crescere”

Il direttore generale di Confindustria Anie: “All’Italia manca l’elaborazione di un progetto politico, economico e sociale. Il nuovo esecutivo canalizzi scelte e decisioni in un percorso, con tempi e obiettivi vincolanti”

Pubblicato il 23 Gen 2013

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“Se si proseguirà con determinazione e concretezza sulla strada tracciata si apriranno opportunità a 360° non solo per le imprese del comparto Ict ma per molti settori dell’industria elettrica ed elettronica”. L’avvocato Maria Antonietta Portaluri, direttore generale di Confindustria Anie – la Federazione che rappresenta le imprese elettrotecniche ed elettroniche che operano in Italia – accende i riflettori sull’importanza che l’Agenda digitale, una volta concretizzata, potrà avere sulla ripresa dell’economia italiana attraverso lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali.

Tra i capitoli più importanti quelli dedicati a start up e smart cities. “In termini generali – auspica Portaluri – il nuovo Governo dovrà lavorare da subito per definire tempi di attuazione certi della legge. Da affrontare nel breve il tema della copertura finanziaria, che in parte deve ancora essere trovata, e che è fondamentale per tradurre in iniziative concrete le intenzioni del testo di legge”. Prioritario secondo Confindustria Anie l’investimento infrastrutturale “per abbattere il fenomeno del digital divide, passo indispensabile anche per abilitare e favorire la sempre maggiore penetrazione di tecnologie, che significa metter il nostro Paese nelle condizioni di affrontare le grandi sfide che portano alle smart cities, agli edifici ed abitazioni intelligenti, a servizi sempre più spinti ed efficaci per i cittadini e, non ultimo, a maggiore efficienza per le imprese e per i loro processi produttivi”.

Se è vero che l’Agenda digitale europea “è purtroppo ancora lontana” e che il testo di legge “non ha integrato disposizioni più consistenti in materia di e-commerce e, soprattutto, prescrizioni più coraggiose in termini di fondi per gli investimenti per la banda larga”, Portaluri evidenzia che comunque “il bicchiere è mezzo pieno” considerati i numerosi interventi positivi introdotti dal decreto. Fra questi – elenca il direttore generale – il capitolo start up innovative, “che avranno accesso preferenziale al credito d’imposta per l’assunzione di nuovi profili qualificati”, e la digitalizzazione di una serie di procedure nella pubblica amministrazione, nell’istruzione, nella scuola nella giustizia. “In particolare apprezzabile l’emendamento del Senato che ha contribuito ad aumentare la definizione di start up, per cui lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico può essere un aspetto prevalente e non più esclusivo”.

E poi c’è il grande tema delle smart cities: “L’Agenda Digitale prevede che la cabina di regia si occupi anche della realizzazione delle città intelligenti proponendo una serie di soluzioni che possano condurre il paese verso un futuro sostenibile guidato dallo sviluppo tecnologico. Questo aspetto è centrale per Federazione Anie che rappresenta la casa delle tecnologie che portano intelligenza sulle reti e nelle città”.

Portaluri ricorda che nel nostro Paese “siamo di fronte a un movimento concreto di soggetti pubblici e privati che si muovono in maniera abbastanza coordinata verso la realizzazione di progetti ‘smart’ e vi sono diverse iniziative istituzionali che mirano a generare conoscenza sugli strumenti a disposizione in Italia e in Europa per sviluppare le città intelligenti”.

In particolare Portaluri plaude al lavoro dell’Anci che da un lato da censendo le buone pratiche portate avanti dai Comuni e dall’altro mira a diffonderle fornendo al contempo consulenza alle amministrazioni per indirizzarle verso le scelte più giuste e adeguate al raggiungimento degli obiettivi. “Vi sono anche diverse città come Napoli, Genova, Firenze, Bari, Venezia e Torino che hanno partecipato ai bandi europei ottenendo, in alcuni casi, dei finanziamenti. In questo senso, possiamo affermare che esiste una esperienza, una via italiana alla Smart City che va organizzata, per crescere, come azione di sistema”.

Ma quel che manca all’Italia “è l’elaborazione di un progetto politico, economico e sociale del Paese”. “Bisogna pertanto definire tra gli altri: quale modello sociale ed economico promuovere; quali valori prioritari tutelare; quali settori sviluppare; quali competenze strategiche costruire. Queste scelte e decisioni devono poi essere canalizzate in un percorso, con tempi e obiettivi vincolanti”.

Da parte sua Anie, conclude Portaluri, “continuerà a sollecitare il prossimo Esecutivo e tutti i potenziali interlocutori affinché si definiscano in tempi brevi misure attuative e ci si confronti sul completamento di un percorso che deve sempre più portarci ad un allineamento rispetto agli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea”.

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