industria 4.0

Potti (Confindustria): “Al Governo chiediamo non incentivi ma una politica industriale”

Pubblicato il 20 Nov 2015

Gianni Potti

Presidente Fondazione Comunica e founder DIGITALmeet

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Oggi, è noto, siamo alla quarta rivoluzione industriale, quella dell’Internet of Things e della sharing economy, dove oggetti e persone si parlano e si parleranno sempre più. Ma cosa si intende per fabbrica 4.0? Oggi più che mail la tradizionale Fabbrica manifatturiera, che ha fatto la fortuna di tanti imprenditori e territori, garantendo prosperità e sviluppo nel secolo scorso, ha sempre più bisogno di un valore aggiunto innovativo. Questo valore, che oggi fa la differenza sul mercato, è dato dalla tecnologia che crea una dimensione diversa rispetto alla vecchia fabbrica dove non è più il prodotto che definisce il mercato ma è dal mercato che arriva l’impostazione del prodotto. Andremo sempre più verso una fabbrica più flessibile, dove la “flessibilità” dell’impresa e la sua capacità di essere “reattiva a cambi di produzione in tempo reale” diventa lo strumento della competitività della fabbrica stessa.

Da questa premessa deriva la necessità di avere un approccio completamente diverso rispetto alla vecchia catena di montaggio in linea di epoca “fordista”, dove si sappia integrare la tecnologia per arrivare all’internet of things, vero e proprio, dove la flessibilità, cui prima si faceva cenno, farà la differenza: sarà sempre più il mercato a decidere il prodotto.

Su tutta questa materia, che significa, a guardar bene, un cambio di paradigma dello sviluppo del Paese, il governo sta lavorando ad un documento innovativo (o almeno si spera) di politica industriale. Noi imprenditori non chiediamo incentivi, sicuramente non rifiutiamo sgravi fiscali per chi investe in questi settori. Ma vorremmo che il governo italiano – come sta facendo il governo tedesco – supporti le nostre imprese e faccia cultura nel paese presso i cittadini, i lavoratori, presso le scuole, sui mass media ecc.. Al Governo chiediamo, in una parola, che aiuti a creare un clima Paese favorevole per la crescita di fabbriche 4.0!

Quindi se avremo sempre più bisogno di fabbriche flessibili che sappiano ascoltare il mercato cosa ci servirà? Certamente avremo bisogno di sensori, digitale, predittivo, elemento umano, social e ogni altro mezzo che ascolti continuamente i consumatori e il mercato. Ma sia chiaro che di tutto questo, nella Fabbrica 4.0, l’elemento veramente flessibile, che farà la differenza in azienda, sarà sempre di più l’elemento umano. Certo servono figure diverse rispetto a quelle che abbiamo oggi nelle classiche aziende manifatturiere. Che siano impiegati o operai serviranno figure skillate in alto…!

Concludendo: l’esperienza europea e tedesca in particolare, ci dice che la politica ci serve per creare un clima favorevole e di sostegno a questa nuova azione nel Paese; che è il mercato che definisce il prodotto e quindi serve flessibilità; e che l’azienda flessibile sarà un’azienda con l’essere umano al centro: i migliori sensori sono quelli umani come decisori. Questo il percorso virtuoso che creerà più posti di lavoro e nuovo sviluppo, grazie alla forte integrazione tra manifattura e digitale.

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