Agenzia per l'Italia Digitale

Quintarelli (Scelta civica): “Agenzia primo passo verso un It nazionale organico”

Pubblicato il 25 Mar 2013

Stefano Quintarelli

Imprenditore digitale, già parlamentare e ideatore di Spid nel 2012

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Quello dell’Agenzia penso sia stato un primo passo di aggregazione di competenze prima distribuite. Non dovrebbe essere l’unico perchè è bene avere una guida centralizzata. Subiamo un colpevole ritardo dovuto a una precedente mancanza di focalizzazione e all’inazione, un gap che abbiamo iniziato a recuperare appunto con una impostazione organica iniziata proprio con la costituzione della Agenzia Digitale.

E’ un primo passo nella direzione di centralizzazione delle competenze e delle responsabilità, non certamente l’ultimo, l’attenzione deve essere grande e quindi l’Agenzia va riportata ad un ruolo di primo piano in seno al nuovo Governo. Quella della Presidenza del Consiglio è certamente una delle opzioni disponibili ed è quella che io preferirei. Un’altra opzione possibile è quella di assegnarne la responsabilità specifica ad un futuro membro del Consiglio dei Ministri.

Temo che, mancando l’intesa per un governo ampio, diciamo di “responsabilita’ nazionale” (o altro nome che ci possiamo inventare), per come sembra emergere come conseguenza probabile della votazione dei presidenti di camera e senato, possa prevalere l’idea di un ritorno alle urne anticipate.

Seppur il presidente del Senato sia stato deciso con il voto palese che ne ha consentito la nomina, altrettanto non avviene per il governo che richiede la fiducia con un voto palese; non aver rappresentato una intenzione di governo ampio con queste elezioni dei vertici delle Camere, lascia presagire purtroppo che sarà difficile che nasca un governo che, mostrano i numeri, non può avvenire solo con una coalizione.

Purtroppo cio’ rischia di vanificare il risultato di giovedì scorso in sede europea dove il presidente Monti ha ottenuto (in presenza di un governo che continui nella linea di responsabilità) la possibilita’ di allargare le maglie degli investimenti pubblici. Ricordo che a maggio 2012, in occasione di un vertice europeo a Firenze, il presidente Monti, quando aveva per la prima volta accennato a questa ipotesi (peraltro in contrasto con la linea del Cancelliere Merkel) aveva citato gli investimenti nel digitale proprio quelli oggetto di un trattamento contabile particolare ai fini del patto di stabilità.

Temo che convenienze locali di questo o quello possano pregiudicare un interesse più generale, rinviando sine die lo sviluppo di un settore strategico per la crescita.

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