Quintarelli: “Scelta del DG rivelerà l’orientamento che il Governo vuole dare all’Agenzia”

Il Comitato di Indirizzo continua a lavorare e si occuperà adesso della riforma del Codice dell’amministrazione digitale. Nell’attesa del post Poggiani. Quintarelli fa il quadro della situazione, spiegando anche perché ha rinunciato a candidarsi come nuovo DG

Pubblicato il 20 Apr 2015

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Le riunioni del Comitato di Indirizzo continuano anche in questi giorni e “il prossimo tema di cui si occuperà sarà la riforma del Cad (Codice dell’amministrazione digitale)”, spiega il suo presidente Stefano Quintarelli, che pure sta osservando con attenzione, ma fuori dall’arena, la corsa per il nuovo dirigente generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale.

Questa volta non si è candidato come DG dell’Agenzia. Perché?

La volta scorsa non avevo alcun ruolo né in Agid né in istutuzioni adiacenti. In questa tornata sono il Presidente del comitato di indirizzo. Come avrei potuto presentare il mio curriculum per l’Agid? Nonostante non ci sia giuridicamente una incandidabilità, sarebbe stata una situaizone anomala che avrebbe causato imbarazzo. Non le pare? Non selezionare il presidente sarebbe stato interpretato da qualcuno come delegittimazione. Selezionarlo avrebbe certamente generato altre interpretazioni negative.

E il Comitato sta lavorando?

Certamente, secondo modalità e per i compiti attribuitici dalla legge. Ricordo che il comitato non è un organo di amministrazione, altrimenti come parlamentare non avrei potuto farne parte. Non entra quindi nell’attuazione delle cose come farebbe un consiglio di amministrazione in una azienda, ma si limita a formulare, per l’appunto, indirizzi.

Di cosa vi siete occupati?

Nonostante Agid esista da qualche anno, è la prima volta che e’ stato costituto il Comitato, come da legge. Non c’era una prassi a cui riferirsi per cui le prime riunioni sono servite a definire bene modalità e perimetro dell’azione. Cosa non banale dato l’insieme e la stratificazione di norme che riguardano l’Agenzia. Poi abbiamo concordato una visione comune, allineata con la strategia del Governo e in particolare con il progetto Italia Login ideato e seguito da Paolo Barberis, consigliere per l’innovazione del Presidente Renzi. Poi, anche attivando gruppi di lavoro specifici, abbiamo iniziato ad entrare nel merito di diversi temi sia amministrativi che tecnici. Posso anticipare che larga parte della prossima riunione sarà dedicata alla riforma del Cad (Codice di amministrazione digitale).

Che cosa farete?

Sono all’esame alcuni emendamenti, ma non posso entrare nel dettaglio. Comunque, come sempre, forniremo indirizzi, non obblighi.

Ci può dare qualche dettaglio sui temi prioritari? Spid, Italia Login eccetera

Posso dire che come Comitato di indirizzo ce ne siamo occupati formulando alcuni indirizzi, come risulta peraltro dagli ordini del giorno pubblicati sul sito di Agid, e che sono stati seguiti dal DG Alessandra Poggiani nei lavori che sono in corso e che saranno seguiti dal suo successore.

Torniamo alla selezione, ha visto i candidati? Si è fatto un’idea della figura ideale?

Ho visto l’elenco dei nomi e la prima idea che mi sono fatto è che sono stati smentiti i gufi che pensavano che la selezione sarebbe stata un flop di candidature. Pensavano che sarebbero stati 50-60 candidati e invece sono più del doppio (sono 189, Ndr.). Tra i nomi ci sono molte persone che conosco e molte di cui conosco la reputazione di alto livello. Ci sono manager, giuristi, accademici, persone con grande esperienza aziendale e altre con grande esperienza di PA.

La persona che verrà selezionata sarà la migliore possibile rispetto alla scelta poilitica che si intenderà effettuare. Mi spiego: a seconda se sceglieranno una persona con un profilo più accademico o più manageriale, più giuridico o più amministrativo, con più esperienza aziendale o con più esperienza di pubblica amministrazione, sarà comunque una scelta coerente con il taglio che il Governo intenderà dare all’Agenzia.

Secondo alcune analisi, chiunque verrà all’Agenzia si troverà le mani legate o quasi, perché la governance del digitale è troppo frammentata in Italia.

La pubblica amministrazione è complicata. Non ci si può aspettare che funzioni con le logiche di un’azienda. Nonostante questo, Poggiani è riuscita a portare a casa alcuni risultati.

Poggiani, appunto. Si sente ancora con lei?

Certamente. Anche perché stiamo ancora lavorando. Abbiamo fatto l’ultima riunione pochi giorni fa. Lei ha le redini saldamente in mano a seguire l’ordinaria amministrazione dell’Agenzia. Oggi a Mestre fa la conferenza stampa di presentazione della candidatura e purtroppo non potro’ esserci per incompatibilità con impegni accademici presi mesi fa, ma spero ci sia a breve un’altra iniziativa su economia digitale e politiche regionali.

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