Infrastratture digitali

Raimondo (FDI): “Governo al lavoro per fare del PNRR leva di sviluppo per tutto il Paese”

In tema di infrastrutture, obiettivo del Governo è quello di incentivare progetti ben integrati nel contesto economico e territoriale, che tengano conto delle diverse realtà territoriali e con un occhio di riguardo alla sostenibilità. Ma senza le giuste competenze c’è il ruschio che il PNRR crei nuove disparità

Pubblicato il 11 Gen 2023

Fabio Raimondo

Capogruppo FDI nella IX Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni

reti infrastrutture

Lo scenario globale del sistema infrastrutturale appare, in generale, sempre più sotto pressione. Gli investimenti faticano a stare al passo con la domanda: si stima che il fabbisogno mondiale di infrastrutture al 2035 sia pari a circa 70 triliardi di dollari e l’attuale divario (calcolato come differenza tra domanda di infrastrutture e investimenti nelle stesse) si aggiri attorno ai 600 miliardi all’anno.

In questo contesto, è sempre più importante il ruolo di quelle istituzioni che lavorano per colmare questo gap, promuovendo progetti infrastrutturali di qualità e supportando la Pubblica Amministrazione nelle fasi più complesse della progettazione.

Infrastrutture digitali: perché siamo così in ritardo e cosa cambierà col PNRR

Il nostro obiettivo è di incentivare progetti infrastrutturali ben integrati nel contesto economico e territoriale, che tengano conto delle diverse realtà territoriali e con un occhio di riguardo per le tematiche della sostenibilità, investendo anche nella formazione di competenze specifiche per tutti gli attori coinvolti.

Le politiche pubbliche su banda ultra-larga 5G

Partiamo dal 5G, frequenza che permette interazioni molto rapide, tecnologia il cui sviluppo è strategico per le innumerevoli possibilità e applicazioni operative che offre, non soltanto sul terreno delle comunicazioni strettamente intese, ma pensiamo all’IoT (Internet delle cose), a tutti i servizi di trasmissione e comunicazione in situazioni di emergenza, trasporti, pubblica sicurezza, sanità, industria manifatturiera. E questo solo per citare alcuni esempi.

La politica pubblica nella materia della banda ultra-larga e 5G è inserita negli obiettivi fissati in sede europea con la comunicazione della Commissione “Bussola digitale 2030” (COM (2021)118 final), vale a dire:

  1. connettività di almeno 1 Gbps per tutte le famiglie europee;
  2. copertura 5G in tutte le aree popolate.

La Commissione Trasporti della Camera ha preso in considerazione i diversi documenti della Commissione europea in materia e precisamente il pacchetto presentato dalla Commissione europea, articolato nelle seguenti comunicazioni:

  • Plasmare il futuro digitale dell’Europa;
  • Un approccio europeo; Una strategia europea per i dati;
  • Libro bianco sull’Intelligenza artificiale.

Con tali documenti la Commissione europea ha delineato l’intervento per raggiungere la transizione digitale dell’UE, con particolare riguardo agli obiettivi della digitalizzazione delle imprese e degli esercizi pubblici, dello sviluppo infrastrutturale volto a velocizzare la connettività negli Stati membri, nonché del rafforzamento delle competenze digitali (di base e specialistiche).

Le proposte di regolamento europeo su:

Queste proposte sono poi diventate atti oggi in vigore e in particolare si vietano le pratiche sleali delle piattaforme on line che detengono la quota maggiore del mercato; riconoscono agli utenti commerciali maggiori possibilità di scelta; impone diritti e obblighi alle maggiori piattaforme on line; promuove l’innovazione e un ambiente di piattaforma online più equo per le start-up tecnologiche.

L’estensione a tutte le famiglie europee della rete Gigabit e la copertura di tutte le zone abitate con il 5G; la produzione di semiconduttori all’avanguardia e sostenibili nell’Unione che rappresenti almeno il 20 per cento del valore della produzione mondiale; entro il 2025, la disponibilità del primo computer quantistico. L’obiettivo della trasformazione digitale delle imprese prevede, da un lato, che, entro il 2030, il 75 per cento delle imprese europee utilizzino i servizi di cloud computing, big data e intelligenza artificiale; dall’altro, che il 90 per cento delle PMI europee raggiunga un livello base di intensità digitale, oltre all’aumento del numero di scale- up innovative e il loro accesso ai finanziamenti.

In ambito nazionale, il 24 novembre 2021 è stato emanato il Programma Strategico Intelligenza artificiale 2022-2024; con il decreto legge n. 135 del 2018 sono state introdotte finalmente le definizioni di blockchain e smart contract e la legge di bilancio 2019 ha istituito un Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di Intelligenza artificiale, Blockchain e Internet of Things (IoT).

Gli interventi da attuare per la realizzazione degli interventi finanziati col PNRR

Tuttavia nonostante le azioni intraprese per il raggiungimento degli obiettivi della Bussola digitale, tanti sono ancora gli interventi da porre in essere per la realizzazione degli interventi finanziati, per 6,7 miliardi di euro, con il PNRR per il raggiungimento dei seguenti obiettivi, nella Strategia sono indicati:

  • la copertura dell’intero territorio nazionale con la connettività a 1 Gbits entro il 2026;
  • lo stimolo alla domanda di connettività ad alta velocità per le famiglie.

Il contrasto alle cyber minacce

Lo sviluppo della rete interconnessa e le nuove prospettive di sviluppo pongono dei problemi in termini di proprietà del dato e di tutela della sicurezza dei dati, la cosiddetta cybersicurezza.

In considerazione dell’accresciuta esposizione alle minacce cibernetiche si è imposta nell’agenda nazionale ed internazionale la necessità di sviluppare, in tempi brevi, idonei e sempre più stringenti meccanismi di tutela.

Per questo motivo, la sicurezza cibernetica costituisce uno dei principali interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nell’ambito della trasformazione digitale della p.a. e della digitalizzazione del Paese.

Ad oggi, ad esempio, il 43% delle aziende italiane non ha un piano di sicurezza informatica e l’83% non è pronto a riprendersi da un attacco informatico.

Innovazione e digitalizzazione nel settore dei trasporti

Nel settore ferroviario, è stato adottato in Italia il protocollo ERTMS – European Rail Traffic Management System/European Train Control System, grazie al quale si garantisce la sicurezza della circolazione ferroviaria con l’adozione di funzionalità e tecnologie all’avanguardia.

Con l’installazione di ERTMS/ETCS, i vincoli per la circolazione internazionale che derivavano dalla diversità tra i sistemi di segnalamento attualmente in uso nei diversi Paesi vengono quindi sostanzialmente rimossi. Ad esempio, il sistema fornisce al macchinista tutte le informazioni necessarie per una guida strumentale, controllando con continuità gli effetti del suo operato sulla sicurezza della marcia del treno e attivando la frenata d’urgenza nel caso di velocità del treno superiore a quella massima ammessa per la sicurezza.

Gli investimenti del PNRR

Il PNRR stanzia ingenti risorse per lo sviluppo delle infrastrutture digitali. Segnatamente, gli investimenti sono accompagnati da un percorso di semplificazione dei processi autorizzativi che riconosce le infrastrutture per la cablatura in fibra ottica e per la copertura 5G come strategiche. Gli interventi previsti sono complementari (e non sostitutivi) rispetto alle concessioni già approvate nelle aree bianche (o con bandi 5G) e consentono di attivare ulteriori (e non ancora previsti) investimenti da parte degli operatori privati

Più nel dettaglio, i 6,71 miliardi di euro sono prestiti, così suddivisi:

Conclusioni

Vorrei sottolineare però che uno dei principali obiettivi del Pnrr è quello di ridurre i divari territoriali. Ma, tra carenze di personale negli enti locali e ritardi, la distanza rischia invece di acuirsi ancora di più. I motivi di queste difficoltà possono essere molteplici ma una delle cause principali è la carenza di personale e di competenze adeguate in queste realtà. Mancanze che sono da imputare a disparità e ritardi che caratterizzano storicamente i territori del mezzogiorno e ai quali lo stato non è mai riuscito a porre rimedio in modo efficace. Se tali lacune non saranno colmate, non solo i progetti ammessi a finanziamento in questi territori rischiano di non concludersi nei tempi previsti. Ma si rischia anche che il Pnrr, anziché ridurli, contribuisca ad acuire i divari tra quei territori che già oggi sono più efficienti e il resto del paese. Tuttavia, lavoriamo costantemente per ridurre questo divario.
Resta inteso infatti che il nostro governo ha raggiunto tutti gli obiettivi fissati dal Pnrr per il secondo semestre del 2022.

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