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Rangone: “Crisi delle telco è crisi dell’Italia, ecco il ruolo del Governo per una svolta”

Per la prima volta nel 2018 il settore delle tlc ha generato una cassa negativa. Colpa della guerra dei prezzi, ma anche la politica e il Governo hanno un compito per risollevare un settore critico per l’economia italiana. Ecco come

Pubblicato il 12 Giu 2019

Andrea Rangone

presidente Digital360, professore Politecnico di Milano

rangone

Il mercato delle telecomunicazioni italiane torna perdere dopo due anni di ripresa, a causa della guerra dei prezzi, come risulta dai dati che ho presentato stamattina da Telco per l’Italia a Roma. In contemporanea l’Italia chiede al settore di investire in infrastrutture, in licenze 5G. Per la prima volta nel 2018 il settore ha generato una cassa negativa, come risultato.

Insomma, è l’opposto della razionalità: un settore fondamentale per la crescita dell’economia è in difficoltà.

Il tema è duplice. Da una parte la scelta delle aziende di entrare in una guerra dei prezzi, cosa che mai è positiva. Il settore non è stato in grado di valorizzare il servizio, puntare su qualità e differenziazione; il top management delle telco negli ultimi dieci anni dovrebbe farsi una forte autocritica.

Dall’altra, c’è un ruolo pubblico che dovrebbe alleggerire i vincoli burocratici per sostenere la copertura in fibra e la diffusione delle antenne del 5G. Servirebbe però anche una spinta pubblica a favore della domanda. Il Desi 2019 appena pubblicato dice che con la copertura banda ultralarga e il 5G siano ormai ben messi, ma gli abbonamenti non crescono abbastanza.

Per aiutare la domanda, il pubblico può intervenire in due modi: con voucher a incentivo degli abbonamento (come da anni promessi) e accelerando sullo switch off dei servizi della pubblica amministrazione. La fatturazione elettronica e l’iscrizione online dei bambini alla scuola sono stati utili in tal senso, ma servirebbe procedere spediti in questa direzione.

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