Dotare le aziende di una connessione che sia a prova di futuro, consentendo al Paese di reggere la competizione economica a livello internazionale.
La banda ultra larga nelle aree bianche
È forse questo l’ambito dove il piano banda ultra-larga si appresterà a portare i risultati più rilevanti per il sistema Paese, nei prossimi anni. Com’è noto, a realizzare il piano, con copertura in fibra ottica, è oggi in particolare Open Fiber, di cui Italtel è il progettista unico indicato. Notizia dei giorni scorsi è la firma tra Italtel e Open Fiber per le estensioni dei contratti relativi allo sviluppo della rete a banda ultra larga nelle aree bianche del Paese (“a fallimento di mercato”), per un valore di 200 milioni di euro.
La copertura delle imprese
Lavorando con Open Fiber, la principale scoperta che abbiamo fatto è che, secondo il piano banda ultra larga italiano, molte delle principali aree industriali del Paese sono nelle zone “a fallimento di mercato”. Se è utile portare fibra alle famiglie, per esempio per i servizi video HD e la televisione interattiva, credo che la competitività dell’Italia dipenda soprattutto dalla copertura delle imprese con una rete adeguata.
Come devono essere le reti a prova di futuro
E come devono essere queste reti, per essere a prova di futuro? Ebbene, tutti gli esperti concordano che le reti del futuro devono rispecchiare diversi requisiti: grande ampiezza di banda, bassissima latenza, alta densità di potenziali oggetti connessi, basso consumo energetico degli stessi. Tenere tutto questo insieme è complesso, ma il 5G nasce appunto come risposta a questa sfida. Reti le cui caratteristiche possono essere riconfigurate in base alle esigenze dello specifico servizio o applicazione. Ma non basterebbe ancora. Serve anche una rete di trasporto a supporto dell’accesso 5G. E serve anche che sia in fibra ottica. Di qui l’importanza del piano Open Fiber per l’Italia.
Le reti “smart” per le aziende
I motivi sono semplici. Collegare le aziende al cloud, così da integrare virtualmente supply chain fisicamente distribuite, i macchinari fra loro e con le applicazioni aziendali (secondo il paradigma dell’internet delle cose) richiede reti di nuova generazione. Con due elementi portanti. La fibra ottica nelle zone industriali si deve abbinare infatti alla disponibilità di frequenze adatte: per le fabbriche riteniamo sarà appropriata la banda più alta di quelle riservate per il 5G, quella a 26 GHz, che è in grado di garantire una maggiore velocità (bitrate).
L’idea è avere nelle aziende, indoor, hot spot ad altissima frequenza, di copertura limitata, a 26 GHz.
Un nuovo modello di business per gli operatori
Il risultato sarà isole 5G private, dove ogni azienda avrà i propri access point dedicati, a 26 GHz, collegati alla fibra. Questo è un nuovo modello di business per gli operatori, che creeranno la rete “locale” 5G ad hoc per le aziende e poi la collegheranno alla propria infrastruttura in fibra.
Sarà una rete smart, “consapevole” dei dati che trasporta – nel rispetto della privacy e della net neutrality – capace di soddisfare al meglio i diversi requisiti delle applicazioni (pur rispettando quelle “best effort”).
Tutela del segreto industriale e dei dati
L’operatore garantirà la sicurezza e la proprietà del dato. Tema importante in particolare per le aziende, il cui futuro dipende anche dalla tutela del segreto industriale e dei i dati dei propri clienti o partner.
Questa è la prospettiva verso cui l’Italia si sta dirigendo. Deve farlo, per avere essa stessa – come le reti – un futuro. Un futuro da potenza industriale.
In questo senso, siamo molto convinti dell’importanza di avere un piano nazionale per la banda ultra larga abbinato al piano Industry 4.0. Due piani significativi, che il prossimo Governo dovrebbe continuare a supportare.
Italtel è un partner che supporta la testata Agendadigitale.eu