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Reti digitali, Liuzzi (M5s): “Quello che il PNRR trascura: le azioni corali da attuare subito”

Mancanza di manodopera specializzata, creazione di nuovi servizi, stimolo alla domanda: sono alcuni dei tasselli che mancano in un Piano – il PNRR – che destina importanti risorse al completamento delle infrastrutture digitali del nostro Paese ma trascura alcuni aspetti fondamentali per la sua riuscita

Pubblicato il 25 Gen 2022

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Il 48% dei 19,8 miliardi che il PNRR mette a disposizione in tema di digitalizzazione risulta assegnato o meglio “impegnato”[1], in attesa che i bandi e i progetti producano effetti. Dico impegnato poiché di molti dobbiamo attendere gli esiti, come ad esempio per le aree grigie (bando partito il 15 gennaio) o i 2,2 miliardi per Italia a 5G (conclusa consultazione pubblica, è atteso il bando a giorni).

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Scarsa attenzione su manodopera e nuovi servizi

Come noto, il PNRR destina importanti risorse al completamento delle infrastrutture digitali del nostro Paese. I piani presentati, tuttavia, sembrano non considerare due aspetti fondamentali per la buona riuscita degli stessi: come reperire o riconvertire manodopera specializzata per la realizzazione delle opere e come consentire la creazione di nuovi servizi sulle reti in via di costruzione.

Sul fronte delle risorse umane, secondo le stime degli operatori, da qui al 2026 ci vorranno circa 10.000 addetti in più sui cantieri. Ciononostante, nei piani presentati non vi è alcun riferimento al tema che è invece centrale per conseguire gli obiettivi del PNRR. il Ministro ha voluto sottolineare che in fase di assegnazione avrebbe conferito un punteggio maggiore a chi avesse fatto formazione. Un po’ poco da parte dell’esecutivo che invece potrebbe sostenere e incoraggiare insieme ad altri Ministeri, progetti ad hoc per la creazione o la riqualificazione di personale.

Il nodo dello stimolo alla domanda

Sul fronte servizi, tutta la commissione ha voluto sottolineare il pericolo già incorso per le aree bianche: concentrarsi solo sull’infrastrutturazione dimenticandosi dei servizi. Per stimolare la domanda, sarebbe opportuno rimodulare ad esempio i voucher connettività per le famiglie e trovare un percorso comune insieme al Ministero dello Sviluppo Economico. Il Ministro Colao ha rassicurato; troveranno un modo per spendere al meglio vecchie e nuove risorse. C’è da sperare che lo stesso avvenga per il 5G dove ormai da tempo il Governo non propone progetti o incentivi per nuovi verticali di servizi.

Inoltre, in relazione al bando aree grigie, siamo venuti a conoscenza di un cambio in corsa del testo che inizialmente escludeva Open Fiber dalla gara. È noto che i bandi devono essere autorizzati dal Ministero di riferimento per il via libera finale e non può essere responsabile il soggetto finale attuatore della gara come timidamente sostenuto dal Ministro.

Si può dire lo stesso per il bando andato deserto per portare la fibra nelle isole minori. Perché gli operatori hanno rinunciato? La motivazione potrebbe trovarsi in bandi scritti in modo da scoraggiare la partecipazione. È impensabile che non vi sia stato, anche in tale circostanza, un coordinamento con il Ministero dello Sviluppo Economico titolare del finanziamento.

Conclusioni

In conclusione. I risultati e i passi avanti ci sono sicuramente, basti vedere gli ottimi score raggiunti in tema di digitalizzazione della PA. Dal mio punto di vista ciò che manca invece è un’azione corale del Governo tutto verso la digitalizzazione, che non sia solo mera infrastruttura, ma che veda l’esecutivo scendere in campo per risolvere problemi, aiutare i cittadini nella sfida della connettività e sia responsabile, non solo osservatore ed esecutore, di quanto il Pnrr stanzia per questo fondamentale obiettivo.

Note

  1. Emerge dall’audizione del Ministro Vittorio Colao dello scorso 18 gennaio, che ha aggiornato il Parlamento dello stato di avanzamento del PNRR in tema digitalizzazione

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