Il rapporto annuale dell’FTTH Council Europe è sempre un’ottima occasione per fare il punto sullo sviluppo delle reti interamente in fibra ottica in Europa, sul posizionamento dei diversi Paesi, ma anche sui tempi necessari per realizzare infrastrutture abilitanti realmente capillari e in grado di servire tutti i possibili utilizzatori.
L’ultimo rapporto presenta i dati relativi a 39 Paesi europei e fotografa la situazione al secondo trimestre 2023. L’area di riferimento comprende una popolazione di 846,7 milioni di abitanti e 349,3 milioni di “abitazioni” (“households”).
Misurare lo sviluppo delle reti FTTH/FTTB: copertura, take-up e penetrazione
L’unità di misura sono le “abitazioni” (“premises” o “households”), intese come edifici (residenziali o meno) che possono essere collegati da una rete FTTH/FTTB (Fiber To The Home/Fiber To The Building). Inoltre, gli indicatori che vengono presi in considerazione sono:
Copertura
È il tradizionale indicatore di copertura (“home passed”), vale a dire il numero di abitazioni che possono essere collegate alla rete FTTH/FTTB per l’attivazione del servizio, con un intervento relativamente contenuto per l’allaccio. Al di là della definizione va ricordato come permanga qualche difficoltà nell’omogeneità dei dati. Come per gli indicatori DESI dell’Unione Europea, la base è in realtà, di norma, il numero di famiglie. Ad esempio per quanto riguarda l’Italia la base considerata (26,2 milioni) non corrisponde naturalmente alle abitazioni, ma alle famiglie…;
Take-up
Rappresenta il numero di abbonati rispetto al numero complessivo di “home passed”;
Penetrazione
È, infine, l’indicatore che sintetizza lo sviluppo del mercato, in termini di numero di abbonati rispetto al numero totale di potenziali utenti (totale “premises”/”households”).
Complessivamente, le home passed risultano ormai 244,1 milioni e gli abbonati sono oltre 121,2 milioni. I numeri magici sono, quindi, 69,9% (tasso di copertura), 49,6% (take-up), 34,7% (penetrazione).
Negli ultimi tre anni la crescita delle home passed è stata del 24,2% e quella degli abbonati del 28%.
Fig. 1 – Crescita dell’FTTH/B in Europa
Fonte: FTTH Council Europe, 2024
La classifica dei Paesi europei per penetrazione della fibra ottica
La classifica europea presenta diverse sorprese, in particolare in coda.
In termini di tasso di penetrazione, la classifica vede al primo posto la Spagna, con il 78,9%. In Spagna, a fronte di 18,3 milioni di abitazioni, gli abbonati FTTH/B sono 14,5 milioni. Seguono l’Islanda (forte delle sue 160.000 abitazioni) e il Portogallo (4,2 milioni di abitazioni), con rispettivamente, tassi di penetrazione del 75,2% e del 73,9%.
In coda alla classifica si trovano la Grecia, con un tasso di penetrazione del 6,3%, ma anche il Belgio (7,1%) e, addirittura, la Germania (10%).
Confronto tra i Paesi principali: Spagna, Francia, Regno Unito, Italia e Germania
Ancora più interessante è probabilmente il confronto tra i cinque Paesi principali in termini di PIL, vale a dire Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna.
Al di là del primato della Spagna, il divario è relativamente contenuto per la Francia, con il suo tasso di penetrazione FTTH/FTTB del 65,9% (13 punti percentuali rispetto alla Spagna). Tale divario diventa invece rilevante verso il Regno Unito (17,1% di penetrazione e 62 punti di distacco rispetto alla Spagna), l’Italia (16,0% e 63 punti di differenza) e la Germania (10% e 69 punti di differenziale). In sintesi, i Paesi maggiori scontano ancora la difficoltà di coprire territori estesi e con diverse densità abitative.
La rincorsa dell’Italia
Nella classifica dell’FTTH Council Europe, l’Italia veleggia nelle ultime posizioni, con il suo tasso di penetrazione del 16,0%. Tuttavia, come ci viene ricordato sempre più spesso, i diversi piani pubblici e privati in corso di realizzazione ci rendono confidenti di poter completare la rincorsa entro la fine del decennio.
L’attenzione va, quindi, spostata sul take-up, che è fondamentale per remunerare adeguatamente gli imponenti investimenti necessari.
Nell’ultimo anno il take-up FTTH/B in Italia è arrivato al 26,9%, in progressiva crescita rispetto a valori che sono stati a lungo inferiori al 15% e che hanno superato la soglia del 20% solo negli ultimi due anni. Come si è visto sopra, la media europea è attorno al 50%, con i picchi dei Paesi che sono in cima alla classifica di adozione. Da notare come nei Paesi più dinamici, il take-up è stato dall’inizio molto elevato (ad esempio in Francia e in Spagna superiore al 50%), mentre in Germania e nel Regno Unito, il take-up è abbastanza costante (tra il 20 e il 30%).
Le motivazioni sono diverse e dipendono da un lato dalla qualità dei servizi preesistenti e, dall’altro, dalle strategie degli operatori e dei Governi a supporto dei processi di migrazione.
Anche ipotizzando un’ulteriore accelerazione del take-up “naturale” fino al 50% nel prossimo quinquennio, ci troveremo con una situazione polarizzata tra chi ha effettivamente colto l’opportunità di un salto di qualità nella connettività e coloro ne rimangono ancora fuori, con l’aggravante dei costi associati alla necessità di dover mantenere di fatto in esercizio due reti.
Una maggiore concertazione per indirizzare da subito il tema dell’accelerazione del take-up è sicuramente una partita a somma positiva per tutti gli attori in campo, dai consumatori finali agli operatori, fino alle istituzioni.